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martedì 18 Aprile, 2023

Azioni radicali per il clima, a Trento arriva Ultima Generazione. Gli attivisti: «I vandali sono quelli che finanziano i combustibili fossili»

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Il movimento, reso noto dalle sue azioni drastiche, spiega i motivi della protesta: «Dobbiamo imporre un cambiamento radicale»

La crisi climatica ha raggiunto livelli drammatici, lo raccontano le montagne senza neve del Trentino e i suoi laghi e fiumi prosciugati. Una situazione tragica che richiede azioni drastiche, ne sono convinti gli attivisti di Ultima Generazione il movimento salito agli onori delle cronache negli ultimi mesi proprio per le sue forme di protesta. Palazzo Vecchio a Firenze, la Barcaccia a Roma e la statua equestre di Vittorio Emanuele II a Milano sono soli i più celebri tra i monumenti scelti dagli attivisti per le loro azioni di protesta. Va detto che le vernici utilizzate non lasciano segni permanenti, ma l’immagine rimane invece scolpita nella mente di molti confermando l’alto valore simbolico di queste forme di protesta. Se siano utili invece a veicolare il messaggio del cambiamento climatico non è chiaro. Se anche il sindaco di Firenze, Dario Nardella, dopo una prima reazione furiosa contro gli attivisti ambientali ora frena e dice «non sono terroristi, bisogna costruire un’alleanza tra città e movimenti», dall’altra Fratelli d’Italia, la prima forza di governo, ha preparato un disegno di legge che inasprisce le pene per chi imbratta i monumenti. Ultima Generazione è quindi al centro dell’attenzione e ora arriva anche a Trento. Questa sera alle 18 gli attivisti del movimento si presenteranno ad un evento in via San Martino davanti alla libreria Due Punti. Un modo per spiegare il loro impegno e dare la loro versione dei fatti come ci spiega Giulia Jannon, 23 anni studente di lingue a Unitn e attivista del movimento.
Giulia qual è lo scopo di questo appuntamento?
«Vogliamo proporre la nostra nuova campagna, “Non paghiamo il fossile”, con cui chiediamo uno stop immediato ai sussidi verso l’industria fossile. Il tema è che in questo momento con le tasse degli italiani si stanno ancora finanziando i combustibili fossili e questo è inaccettabile, chiediamo misure immediate al Governo».
È anche un modo per farvi conoscere a Trento?
«Sicuramente, qui ancora non esiste un vero e proprio gruppo locale come in altre città. Ci sono persone interessate e già vicine ad altri movimenti. L’auspicio con questo evento è anche quello di conoscere persone che abbiano voglia di partecipare».
Ultima Generazione si è caratterizzata per azioni molto forti, che colpiscono anche monumenti molto amati, come spiegate questa linea d’azione?
«Premetto che nessuno di noi vorrebbe arrivare a questo punto. Sia per amore per l’arte sia perché ogni azione porta con sé anche procedimenti giudiziari. Il problema è che forme di protesta pacifiche non sono state sufficienti a imporre un cambiamento ed è per questo che è sorta l’esigenza di azioni più drastiche, che generino attenzione mediatica e permettano di entrare nel merito delle questioni»
C’è chi dice che queste azioni sono in realtà controproducenti
«Non è così, al contrario hanno generato molta attenzione, permettendoci di porre al centro della discussione i temi ambientali e di puntare il dito contro chi, come il governo, ha delle responsabilità dirette. Chi ci critica pensa che le nostre siano azioni volte alla sensibilizzazione, ma non è così. Le nostre proteste sono volutamente insopportabili e lo scopo è quello di far capire, in modo urgente, quanto insostenibile sia l’attuale modello di società, basato sulle emissioni di gas serra. Noi facciamo azioni forti con l’obiettivo di spingere le persone a prendere una posizione nel merito, facendo così le costringiamo a non ignorare l’emergenza. Specifico che vernici che utilizziamo sono lavabili facilmente, noi non attacchiamo l’arte, ma la usiamo per veicolare un messaggio. Ci si indigna così tanto per un po’ di colore sul vetro che protegge un quadro ma non si reagisce verso chi sta rendendo invivibile il nostro pianeta».
Un’altra critica è quella che colpite i monumenti invece che i responsabili dell’inquinamento
«Ma noi abbiamo fatto azioni anche contro gli uffici di Eni, di Cassa Depositi e Prestiti. Però queste proteste non ricevono la stessa azione mediatica. Forse perché non fanno lo stesso effetto o forse perché i media non vogliono intaccare l’immagine sostenibile di queste aziende».
Il Governo corre ai ripari con una legge che inasprisce le pene, vi preoccupa?
«Non più di tanto, di sicuro non fermerà le nostre azioni. La paura del collasso climatico e sociale è ben più grande di qualunque pena possa essere imposta per legge. Anzi con questo procedimento il governo ha dimostrato come la sua priorità non sia l’emergenza climatica, ma reprimere chi chiede soluzioni».
Vi hanno chiamati «eco-vandali», cosa rispondete?
«Che i veri vandali sono loro. Pensate alle piogge acide che distruggono i nostri monumenti, all’inquinamento delle coste. Noi invece siamo quelli che cercano di preservare un mondo in cui sia ancora possibile fruire dell’arte».
Cosa rimproverate a questo governo?
«Il comune denominatore della nostra critica alla politica è quella di non ascoltare la scienza. Tutto viene riportato ai meri fattori economici e non si considera quello che dicono gli esperti di clima, ossia che dobbiamo innanzitutto fermare gli investimenti nei combustibili fossili»
Sulle rinnovabili siamo indietro?
«Moltissimo, servono più investimenti. Ci teniamo a sottolineare però che la nostra proposta va oltre la sostituzione del fossile con l’energia rinnovabile. Dobbiamo cambiare il nostro modello di consumi, pensare in termini di efficientamento energetico. Il primo obiettivo deve essere quello di fermare il fossile, ma poi dobbiamo immaginarci una società più sostenibile a tutto tondo».
Le vostre forme di protesta vi portano spesso allo scontro con le istituzioni, ma c’è anche la ricerca di un dialogo?
«Noi ci siamo sempre dimostrati aperti al confronto. Purtroppo, più volte ci siamo trovanti di fronte un muro. Pensiamo che la sfida del cambiamento climatico ci chiami in causa tutti, quindi ben venga il dialogo. Però non è facile, anche il sindaco di Firenze, Dario Nardella, aveva promesso di aprire una linea di ascolto, ma per ora non è successo».
Ci sono nuovi appuntamenti in calendario?
«A fine maggio abbiamo organizzato un corteo a Roma per chiedere lo stop ai finanziamenti per i combustibili fossili. Si tratta di una forma di protesta più inclusiva e partecipativa, vogliamo diversificare la nostra azione e riunire i movimenti»