Il caso

giovedì 24 Agosto, 2023

Bagnino con tatuaggi nazisti. L’ex collega: «Mi ha molestata e me ne sono andata»

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L'uomo è stato allontanato dall'Acquarena da Bressanone. La testimonianza della ragazza è stata riportata da Non una di meno Trento

Oltre i tatuaggi c’è di peggio. Questa l’accusa di una ragazza, riportata anonimamente dal gruppo femminista Non una di meno Trento sui social, nei confronti del bagnino allontanato dall’Acquarena di Bressanone per i suoi tatuaggi nazisti, tra cui un 88 sul braccio a simboleggiare due volte l’ottava lettera dell’alfabeto: HH, ossia Heil Hitler. L’uomo era stato allontanato dallo stabilimento dopo che un cliente aveva segnalato la cosa alla direzione della struttura, ma ha subito trovato lavoro a Caorle e il suo datore di lavoro, Mauro Zambaldi il legale rappresentante della Security Srl di Rovereto, lo aveva difeso dicendosi «pentito dell’allontanamento» e definendolo «il dipendente ideale». Una ricostruzione che cozza contro la testimonianza della ragazza che dice di aver lavorato a lungo a fianco del sessantaquattrenne. «Ho lavorato con lui per un lungo periodo – racconta la ragazza – Interfacciandomi con situazioni disagianti, discriminanti e scomode che mi hanno poi portata a ritirarmi completamente. Mi riferisco in particolare al numero esagerato di commenti di natura razzista, misogina, omofoba e sessista». La ragazza passa poi a elencare le molestie verbali subite dall’uomo. «Venivo spesso chiamata “cagna”, “troia”, “zoccola” da parte del suddetto bagnino», una situazione che l’ha portata a vivere «in un costante senso di ansia e di vergogna soprattutto nel cambiarmi di fronte a lui, in quanto tendeva sempre a fare commenti sgradevoli verso il mio corpo: “guarda che tettine”, “ti scoperei anche”, “mettiti davanti a me così ti guardo il culo”». Espressioni che non hanno diritto di esistere in nessun luogo di lavoro, ma anche più in generale. La ragazza dice di non essere stata l’unica vittima delle angherie del bagnino. L’uomo infatti, secondo la ricostruzione della donna, aveva preso di mira anche il ragazzo delle pulizie di origine africana a cui riservava «commenti razzisti», mettendosi «a fare i versi delle scimmie quando il ragazzo passava davanti alla nostra postazione». Non solo la ragazza racconta anche di altre spiacevoli molestie verbali. «I commenti erano i seguenti e spesso indirizzati a me: “vai a succhiargli il c***o visto che ti piacciono i n***i”, “essere inferiore sporco”, “qualcuno gli dia una banana a questa scimmia”. E la N-word veniva ripetuta molteplici volte anche in presenza del ragazzo stesso». Per motivi non legati al lavoro, dice la ragazza, verso la fine della stagione si è trovata, assieme ad altri due colleghi, a litigare animosamente con il suddetto bagnino. «Ci ha definiti come “peggio degli animali” e che “valete meno della merda”». Parole che hanno avuto un forte impatto sulla ragazza. «Sentirmi dire queste parole mi ha procurato un forte disagio e stato di malessere mentale». Capendo di non riuscire più a lavorare in un ambiente simile e soggetta a questo tipo di molestie la ragazza ha cercato un supporto dai coordinatori dell’azienda (e non è chiaro dal racconto se si riferisca all’Acquarena di Bressanone o alla Security Srl di Rovereto), ma senza trovarlo. «L’unica cosa che mi è stata detta è che il bagnino in questione “è fatto così”. I miei diritti di lavoratrice, di persona e di donna completamente tralasciati». La ragazza dopo aver letto le notizie di questi giorni ha deciso di raccontare la sua storia «per far sapere cosa ho dovuto subire da parte di questo bagnino “con i tatuaggi nazisti”. Perché oltre ad avere quelli, non rispettava me come donna ma soprattutto come persona. In un lavoro come questo, ma come in tutti gli altri, non si può lavorare con questo tipo di persone».