martedì 1 Agosto, 2023
di Leonardo Omezzolli
La variegata offerta degli sport outdoor che offre il Garda trentino annovera tra gli altri quello che a occhi inesperti può sembrare il più pericoloso di tutti: l’arte del base jumping. A Dro da anni il Becco dell’Aquila sul monte Brento è spot rinomato e riconosciuto internazionalmente per gli amanti della disciplina e a migliaia giungono in Trentino per provare proprio quel lancio. Tanti gli incidenti che si sono verificati con molte morti che hanno alimentato un acceso dibattito tra chi vorrebbe regolamentare e chi bloccare questi lanci. Da qualche tempo è però in atto un efficace sistema di autocontrollo ideato e progettato dal locale base jumper, nonché uno dei più attivi al mondo e fondatore della Brento Base school, Maurizio Di Palma. Un sistema di autocontrollo che da aprile a novembre (il periodo più adatto per saltare dal Brento) permette di controllare gli accessi allo spot, monitorare i lanci, gestire tempestivamente le emergenze e punire chi non rispetta questo semplice sistema di regole. «Essere base jumper è come essere una grande famiglia – racconta Di Palma -. Da quando sono iniziati i salti dal Brento a oggi è stata fatta molta strada e anche l’opinione pubblica è molto meno aggressiva nei nostri confronti perché siamo riconosciuti come parte dell’offerta turistica, portiamo circa 1.000 jumper differenti all’anno per un totale di circa 15 o 15 mila lanci a stagione. Sportivi che soggiornano qui più giorni, che vanno nei bar e nei ristoranti oltre che fruire dell’ampia offerta dell’Alto Garda. Oggi questa disciplina è sdoganata, ma ci siamo comunque posti il tema della sicurezza e abbiamo deciso di strutturarci per dare un maggior controllo dei salti». Per raggiungere lo spot è necessario camminare qualche ora o sfruttare un bus navetta. «Abbiamo definito delle regole di buon senso – continua Di Palma – per salire sulla navetta ad esempio e quindi essere facilitati devi prima aver compilato una scheda di profilazione che ci chiarisce che tipo di jumper abbiamo davanti. Se hai determinate caratteristiche puoi salire. Inoltre ci sono dei salti, tipologie di lancio che vietiamo. Se un jumper non rispetta la regola – chiarisce – abbiamo un sistema di cartellini. Al primo errore gialle, al secondo rosso e non puoi più usufruire della navetta. Inoltre a terra abbiamo costantemente attiavato un osservatore con binocolo che guarda ogni singolo lancio e controlla quello ceh succede. Ci fossero problemi lui ha una griglia che riproduce la montagna e sa perfettamente dove direzionare i soccorsi per contenere il tempo d’intervento». Un legame, quello con il soccorso alpino molto stretto tanto che la Brento school dona ogni anno dei fondi, l’ultimo di 2.500 euro proprio ai soccorritori»
opere
di Redazione
Pronti a partire i lavori a fianco delle gallerie delle Limniadi e a quello dei Titani. Il presidente Fugatti: «Massimo impegno sulla sicurezza. Accolte le modifiche progettuali per migliorare la compatibilità con il paesaggio»