L'intervista
mercoledì 3 Luglio, 2024
di Stefano Frigo
Anche Toto Forray si sta godendo il periodo di meritato riposo dopo una stagione che ha visto l’Aquila Basket scendere in campo 60 volte.
Il capitano argentino ha prolungato il proprio contratto con il club di via Adalberto Libera lo scorso 27 febbraio, e il general manager bianconero Andrea Nardelli – proprio in quell’occasione, ha trasmesso un messaggio molto chiaro: «Per quanto ci riguarda sarà Toto a decidere quando smettere. Lui per noi è semplicemente indiscutibile e insostituibile».
Forray, anche a distanza di qualche mese immaginiamo si sia trattato di un attestato di stima di grande importanza.
«Senza ombra di dubbio. Sapete tutti cosa significa per me l’Aquila Basket e capire che il sentimento – perché di sentimento si può tranquillamente parlare – è reciproco, è una grande gioia. Come ho sempre detto non mi sono ancora posto limiti temporali, sino a quando avrò la fortuna di star bene fisicamente e in campo terrò botta, continuerò a vestire la canotta di Trento».
Come si fa a rimanere competitivi ad altissimi livelli a 38 anni?
«È necessario comportarsi da professionista praticamente 24 ore su 24 e quindi stare molto attenti all’alimentazione, dormire le ore giuste, allenarsi con continuità ma con metodo e quindi non strafare. E poi ci vuole anche la giusta dose di fortuna, con questo intendo che non aver mai sofferto infortuni particolarmente gravi durante la mia carriera ha sicuramente inciso in positivo. Tornando alla prima parte della mia risposta devo dire che non fatico neppure troppo a fare ciò che ho detto perché sono innamorato della pallacanestro».
Facciamo un passo indietro: che stagione è stata per la Dolomiti Energia?
«Sicuramente positiva anche se penso avremmo potuto divertirci ancora di più. Da ottobre a dicembre siamo andati a mille, forse anche oltre le più rosee previsioni. Poi c’è stato un calo drastico che ha fermato la nostra corsa per due mesi, ecco forse gestendo bene qualche partita in quel periodo la classifica finale in campionato sarebbe potuta risultare migliore. Detto ciò abbiamo centrato praticamente tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissati, peccato solo non aver superato il girone di Eurocup. Rispetto al passato però, anche a livello continentale, siamo stati tutta un’altra squadra».
Il roster per l’annata 2024 – 2025 è in costruzione anche se non mancano molte pedine. Cosa ne pensa di quello che è stato fatto sino ad ora?
«Ho la massima fiducia nel nostro direttore sportivo Rudy Gaddo e in coach Paolo Galbiati. So che lavorano fianco a fianco portando avanti un’idea ben precisa di basket. Conosco bene le potenzialità di Quinn Ellis e Saliou Niang e se sapranno esprimerle potrebbero rappresentare un’arma davvero importante, Andrea Pecchia è un giocatore che mi è sempre piaciuto così come Jordan Bayehe ha già fatto vedere a tutti di cosa è capace. Per quanto riguarda invece Myles Cale e Selom Mawugbe prima di sbilanciarmi preferirei lavorare insieme a loro in palestra. Poi vedremo quali saranno gli altri nuovi arrivi ma penso che potremo ben figurare in tutte le manifestazioni».