la storia

domenica 16 Luglio, 2023

«Batman e Gesù hanno tanti punti in comune tra loro». E diventano una tesi di laurea

di

Pietro Lorenzon, 22enne di Castel Ivano, si è da pochissimo laureato in scienze religiose presso l’istituto Romano Guardini di Trento portando a confronto il supereroe e «il figlio di Dio»

Quale legame può esserci tra Batman e Gesù? Una domanda che può far sorridere, e che sicuramente fa incuriosire. Ma è più seria e fondata di quel che si possa pensare. A sostenerlo è Pietro Lorenzon, 22enne di Castel Ivano, che si è da pochissimo laureato in scienze religiose presso l’istituto Romano Guardini di Trento con una tesi dal titolo: «Batman. Christ figure. Analisi cristologica di Batman begins».
A dimostrazione della tesi il giovane valsuganotto porta alcuni esempi pratici: «Sia Batman che Gesù hanno una doppia identità: Batman nella vita di tutti i giorni è Bruce Wayne; mentre Gesù è figlio di Giuseppe il falegname, ma è anche figlio di Dio. Poi ci sono tante somiglianze nelle relazioni che plasmano la vita di entrambi i personaggi, nel bene e nel male. Gesù è aiutato dalla madre, Maria, mentre è tentato dal demonio nel deserto. Batman, invece, ha Alfred che lo aiuta e lo sprona, mentre la figura negativa che poi lo fa esaltare è il suo vecchio maestro, Ra’a Al Ghul». Il paragone più forte si vede nel momento del coraggio. «Entrambi, per arrivare alla verità, sono sempre pronti al sacrifico. Gesù morirà in croce per portare il suo messaggio e per non venir mai meno a questo; Batman, alla fine della trilogia, è disposto al proprio sacrificio fisico per salvare la città».
Un’analogia che nasce da un impianto concettuale profondamente teologico. «Nella mia tesi ho preso categorie cristologiche e soteriologiche e le ho analizzate dal punto di vista teologico. Dopodiché, le ho applicate alle dinamiche di un film, andando a vedere come un uomo può districarsi nel suo contesto e arrivare alla salvezza, ossia a Dio», prosegue.
Un’emersione della teologia che è riscontrabile in molti film hollywoodiani. «Il cinema è impregnato di teologia, in maniera più o meno diretta. Ciò che sta cambiando è il come il messaggio divino viene veicolato: in passato la salvezza giungeva dall’alto, con un’entità sovrannaturale che salvava l’umanità. Oggi, invece, si predilige una cristologia dal basso, dove l’uomo è salvato nel suo contesto umano».
Un lavoro originale, che ha subito trovato l’appoggio dei professori dell’istituto, in particolare di Leonardo Paris, relatore della tesi. «Con il professor Paris c’è stata un’intesa fin da subito. Nel suo corso di cristologia abbiamo spesso fatto dei rimandi all’ambito cinematografico».
Un apprezzamento che si è riscontrato anche nella valutazione finale, con l’elaborato che ha ottenuto un punteggio di 30/30.
Il pensiero, ora, va al futuro. «Attualmente sto frequentando la magistrale, precisamente il percorso pedagogico didattico in scienze religiose presso lo stesso istituto. Per il futuro mi piacerebbe insegnare, specialmente alle superiori», l’obiettivo di Lorenzon. Che confessa:«Fin da piccolo sono molto credente e cattolico. In passato ho fatto il chierichetto, e ancora oggi leggo e canto in Chiesa. Fin dall’infanzia e poi dall’adolescenza mi sono posto domande a cui nessuno sapeva rispondermi».