martedì 8 Aprile, 2025
Benko, il magnate coinvolto nell’inchiesta su affari e politica resta in carcere: «Potrebbe reiterare il reato»
di Redazione
La decisione del tribunale sul magnate detenuto in regime di isolamento per il crac del gruppo Signa e indagato anche dalla Dda di Trento. Sequestrati gioielli nella cassaforte della zia della moglie

Renè Benko dovrà rimanere ancora in custodia preventiva in carcere a Vienna. Lo ha deciso ieri il tribunale della capitale austriaca accogliendo le eccezioni sollevate dalla procura anti-corruzione.
A quanto si apprende, secondo la procura per il magnate austriaco ci sarebbe ancora «il forte sospetto di reiterazione del reato, da qui la sussistenza delle ragioni della detenzione».
René Benko è in carcere in regime di isolamento dal 23 gennaio scorso a seguito del crac del gruppo Signa (la maggiore società immobiliare privata dell’Austria) di cui era a capo, ma non ha ancora avuto la notifica del capo di imputazione in quanto, stando a quanto riferisce la procura anti-corruzione della capitale austriaca, «le indagini sono ancora in corso». Benko è indagato anche dalla Direzione distrettuale antimafia di Trento che sta investigando su un presunto giro di corruzione e appalti addomesticati in cui sono coinvolte 77 persone tra sindaci, politici, imprenditori, professionisti, funzionari pubblici e un ex alto ufficiale dei carabinieri.
Orologi di lusso, gioielli, gemelli preziosi; questo invece quanto hanno ritrovato gli inquirenti della procura anti-corruzione di Vienna nella cassaforte della zia della moglie di Renè Benko. Secondo quanto si apprende, la procura della capitale austriacai, in fase di udienza davanti al tribunale che ha deciso per il prolungamento della custodia preventiva a carico del magnate tirolese, ha depositato la lista degli oggetti di valore sequestrati e dunque sottratti ai beni oggetto del fallimento del gruppo di cui Benko era a capo.