Duplice omicidio

venerdì 8 Settembre, 2023

Benno Neumair, la difesa: «Venga sottoposto a nuova risonanza»

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Il 15 settembre si apre il processo di secondo grado per il bolzanino condannato all’ergastolo per aver ucciso i genitori. Per i suoi legali non era capace di intendere e volere

Una nuova risonanza magnetica. È quanto ha sollecitato la difesa per Benno Neumair, l’insegnante bolzanino di 31 anni condannato in primo grado all’ergastolo per l’omicidio dei suoi genitori, Peter Neumair e Laura Perselli, 63 e 68 anni, e di recente trasferito nel carcere di Montorio Veronese, in attesa del processo di appello, che si aprirà il 15 settembre. L’avvocato Angelo Polo, che lo difende con il collega Flavio Moccia, aveva dichiarato che il trasferimento nel carcere veneto era dovuto «a motivazioni organizzative». I legali hanno impugnato la sentenza emessa il 19 novembre scorso dalla Corte d’assise d’appello di Bolzano sollevando, tra gli altri, la questione di legittimità costituzionale della negazione del rito abbreviato e l’aggravante per l’omicidio dei genitori. Oltre, appunto, insistendo sulla tesi dell’infermità mentale, alla richiesta che l’imputato venga sottoposto a una nuova risonanza magnetica. Un esame, questo, già fatto sul bolzanino reo confesso che il 4 gennaio 2021 uccise i genitori, insegnanti in pensione, per poi gettarne i corpi nell’Adige. «Benno Neumair ha un grave disturbo di personalità a causa del quale era incapace di intendere e di volere sia nel momento in cui uccise suo padre Peter sia quando strangolò sua madre Laura. Anche attualmente è malato e socialmente pericoloso» era stata la conclusione dei consulenti nominati dalla difesa e riferita in aula al processo a Bolzano. Secondo gli psicologi Giuseppe Sartori e Cristina Scarpazza e lo psichiatra e neuroscienziato Pietro Pietrini l’imputato era infatti incapace di controllarsi e la sua patologia sarebbe confermata da un difetto cerebrale caratterizzante, visibile dalla risonanza magnetica. Ma i giudici togati e popolari di Bolzano hanno ritenuto invece Benno capace di intendere e volere al momento dei fatti e lo hanno condannato al carcere a vita, al fine pena mai, con un anno di isolamento diurno e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Ritenendolo quindi colpevole di aver strangolato con un cordino da arrampicata i suoi e averne occultato i cadaveri, da lucido appunto.
Eppure la difesa, questa volta davanti alla Corte d’assise d’appello di Bolzano, tornerà a proporre la tesi dell’infermità mentale dell’imputato. Gli avvocati Flavio Moccia ed Angelo Polo hanno depositato una corposa documentazione (di duecento pagine) di motivi d’appello, chiedendo appunto una nuova perizia allo scopo di accertare la presenza di una presunta anomalia fisica nel cervello di Benno.