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venerdì 17 Novembre, 2023

Biblioteca del Mart, concluso l’imponente riordino del fondo di Carlo Belli: le immagini

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Avviato nel 2019, si è concluso il riordino del fondo librario appartenuto a Carlo Belli, conservato nell’Archivio del ’900 del Mart. L’ingente attività ha permesso anche di monitorare lo stato di conservazione della raccolta e di condurre interventi di condizionamento, ossia di inserimento in contenitori adatti alla conservazione del materiale librario

Carlo Belli è uno degli intellettuali di spicco nel dibattito artistico dell’Italia degli anni Trenta, con interessi che spaziano dall’arte all’architettura alla musica, dall’archeologia alla politica.

Nato a Rovereto nel 1903, è nipote dello scultore Carlo Fait, cugino di Fausto Melotti, frequenta i giovani roveretani legati all’ambiente d’avanguardia futurista di Fortunato Depero. Fin da giovane collabora con giornali e quotidiani locali scrivendo di musica e di arte; come giornalista lavora dapprima per il Popolo di Brescia, poi, dopo la Seconda guerra mondiale, a Roma per Il Tempo.

Il nome di Carlo Belli è legato alla storia della critica dell’arte per il suo libro Kn, punto di riferimento teorico per le sperimentazioni nel campo dell’arte astratta, soprattutto per gli artisti del gruppo milanese della Galleria Il Milione.
Coltiva numerosi interessi: condivide gli intenti degli architetti razionalisti, è appassionato di musica, suona la viola e compone brani, si interessa di politica, di religione, di archeologia classica. Grazie a una sua idea nel 1961 inaugura a Taranto la prima edizione del Convegno di Studi per la Magna Grecia.

Carlo Belli è indubbiamente uno dei protagonisti dell’Archivio del ’900 del Mart, che ne conserva parte dell’archivio e l’intera biblioteca personali.
Il vasto archivio, conservato tra il Mart e la Fondazione Museo Civico di Rovereto, è costituito da una ricca corrispondenza, articoli, saggi e componimenti, appunti, materiale a stampa, fotografie.
Sui volumi, gli opuscoli e le riviste che costituiscono il fondo librario si è concentrato il recente lavoro di riordino. Circa 7000 volumi, già precedentemente catalogati, sono stati riorganizzati per gruppi tematici, in base ai vari argomenti che hanno appassionato Belli. I materiali più delicati sono stati disposti in contenitori adatti alla conservazione.
Il fondo è interamente inserito nel Catalogo Bibliografico Trentino, accessibile online, ed è disponibile per la consultazione in biblioteca.

Spiega Giosuè Ceresato che ha lavorato al riordino: “Come frequentemente capita quando si ha a che fare con una ‘biblioteca di persona’, anche i libri di Carlo Belli hanno quelle caratteristiche che gli rendono unici, come – ad esempio – le dediche degli autori. Una su tutte, quella dello scultore Pietro Consagra all’interno del libro dedicato alla sua opera grafica pubblicato nel 1977 da Vanni Scheiwiller; in questo caso l’artista, assieme alla dedica e alla firma, lascia anche un piccolo disegno a penna, improvvisato sul momento.
Sfogliando le pagine di questi libri sono emerse diverse cose: fogli manoscritti, biglietti da visita, bollette della corrente elettrica, biglietti di musei… Inaspettata la scoperta di un dipinto su cartoncino che si trovava all’interno del numero di aprile del 1951 del mensile di studi politici Civitas. Raffigura un alto prelato dallo sguardo severo che indossa la mitria e una veste purpurea, seduto in un giardino dove è collocata una fontana di gusto classico. Tale insolito personaggio non può che non essere accostato al protagonista del romanzo Anime sbagliate di Belli, pubblicato a Roma proprio nel 1951”.

Curiosità: nel fondo è presente un piccolo catalogo di sottili piastrelle in ceramica cotte a gran fuoco e dipinte a mano da Fausto Melotti. In un numero di maggio del 1959 della rivista Domus è presente un articolo sulla nuova sede newyorkese di Alitalia realizzata da Gio Ponti, le pareti e il pavimento sono rivestite proprio con le piastrelle di Melotti, di colore azzurro perché, spiega ancora Ceresato: “l’azzurro è il colore del cielo, è il colore del volo, ma anche il colore che identifica l’Italia”.