Il caso
giovedì 5 Dicembre, 2024
di Davide Orsato
C’è un altro richiamo di formaggi a causa del rischio di contaminazione da Escherichia Coli, risalente in realtà al 25 novembre. Ancora una volta è prodotto dal caseificio sociale di Predazzo e di Moena, il primo dove sono stati scattati i controlli a seguito del ricovero in ospedale, in condizioni gravissimi, di una bambina di un anno, colpita da Sindrome emolitico—uremica. Si tratta del «Saporito di montagna», formaggio a latte crudo anche questo con una stagionatura inferiore a un anno e che dunque potrebbe essere colonizzato dal batterio. Si tratta della stessa motivazione ha portato al ritiro dei lotti degli altri formaggi, il Saporito di Fassa e il Puzzone di Moena. Cinque i lotti ritirati: tre forme intere e due forme tagliate a quarti. L’avviso ai possibili acquirenti è di non consumarlo e restituirlo.
La notizia arriva dopo il Tavolo della Zootecnia, riunito lunedì dall’assessora provinciale all’agricoltura, Giulia Zanotelli, con la partecipazione di tutti gli attori di questo sistema: dai rappresentanti degli operatori ad Apss, da Trentino Marketing a Fondazione Mach, fino a Federazione Trentina della Cooperazione, Promocoop, Cooperfidi e Codipra. «Basta liti — l’invito di Zanotelli — occorre operare in sinergia per il bene delle aziende».
Evidente il tentativo di analizzare la situazione dopo i casi di contaminazione e dopo gli annunci delle uscite da Concast di Latte Trento e Caseificio di Rumo (che ora potrebbero unirsi tra loro). «Ci aspetta un grande lavoro per un ulteriore sviluppo del settore: un percorso impegnativo rispetto al quale la formazione rappresenta un elemento centrale. Per questo, Fondazione Mach e Accademia d’impresa garantiranno il necessario sostegno, anche con appuntamenti promossi nei territori più distanti dai grandi centri» ha sottolineato l’assessora Zanotelli, affiancata dal dirigente generale dell’Umst Agricoltura Andrea Merz. Sempre Zanotelli ha indicato l’obiettivo di una rinnovata unità e collaborazione «che deve mettere da parte liti e personalismi, guardando al bene degli allevatori e alla tenuta del comparto». Le strategie per disegnare in maniera collettiva il futuro della zootecnia trentina saranno disegnate da 4 gruppi di lavoro tecnici e operativi che entro aprile 2025 definiranno i singoli obiettivi: ambiente e territorio; gestione aziendale; trasformazione; strumenti finanziari e gestione del rischio.
Si rilancia anche il tema della sicurezza alimentare. «L’amministrazione provinciale ha anche aumentato i contributi per le analisi sui prodotti e proseguirà, implementandola, la campagna informativa nei caseifici e nelle malghe per informare i consumatori circa il consumo di formaggi a latte crudo» ha puntualizzato a tal proposito Zanotelli.
Intanto, è in fase di definizione un nuovo fondo a supporto del settore zootecnico, nell’ambito di un accordo tra il sistema del credito cooperativo e Cooperfidi.per un valore complessivo pari a 10 milioni di euro e pari al 36% del totale dei finanziamenti, che potranno quindi sviluppare un budget di oltre 27,5 milioni di euro. L’importo massimo del finanziamento è stato individuato in 1 milione di euro.