La storia
sabato 20 Gennaio, 2024
Bimba trentina di dieci anni da mesi in un orfanotrofio in Messico: il consiglio provinciale si appella a Fugatti: «Si faccia sentire»
di Gabriele Stanga
La mamma da mesi chiede aiuto. Filippo Degasperi, Paola Demagri e Andrea de Bertolini hanno proposto un’interrogazione provinciale, al fine di sollecitare il Presidente Maurizio Fugatti a chiedere un intervento della Farnesina

Le hanno tolto la custodia della figlia con un’accusa senza prove e l’hanno collocata in una struttura per minori orfani e maltrattati. Ora lei è senza passaporto ed entrambe rischiano di non tornare in Italia. Elena Marini e la figlia Anna Luz, di soli dieci anni, sono bloccate in Messico dallo scorso settembre, per una vicenda giudiziaria dai contorni complessi. La bambina e la madre sono entrambe cittadine italiane ed è ben precisarlo a fini giuridici, la minore possiede soltanto la cittadinanza italiana. Infatti, Anna Luz è nata a Cles nel 2013 ed è residente a Borgo D’Anaunia, in Provincia di Trento. Ha abitato in Val di Non per i primi due anni di vita, poi si è trasferita con la madre in Messico, tornando in Italia periodicamente per fare visita alla famiglia materna. E in Italia, proprio a settembre, sarebbe ritornata in pianta stabile, per frequentare le scuole elementari. Ciò non è potuto accadere perché il padre biologico (non ancora confermato tale) ha mosso nei confronti di Elena l’accusa di violenze familiari nei confronti della figlia. Accusa che ha retto soltanto poche ore, in quanto non sorretta da prove.
Il certificato medico del 15 agosto, giorno in cui tutto ha avuto inizio, mostra la bambina in buono stato di salute, tranquilla e in buone condizioni generali (citando letteralmente il verbale). L’unico segno di lesione riportato è un arrossamento sul dorso della mano destra. Difficile che questo faccia pensare a dei maltrattamenti. Tanto è bastato, tuttavia, perché Elena Marini fosse allontanata dalla bambina, che ad oggi non ha ancora potuto rivedere. Dal 16 agosto, giorno del suo compleanno, Anna Luz, si trova in un centro del servizio sociale chiamato Dif, nella città di Oaxaca, in Messico. Si tratta di una struttura per bambini orfani e maltratti, in cui la bambina è di fatto reclusa, trovandosi in una condizione deleteria per la sua salute fisica e mentale. Il padre, che per dieci anni non ha voluto riconoscere la figlia, sta ostacolando con i propri ricorsi il ricongiungimento con la madre. Nel frattempo, ha richiesto l’accertamento del dna che non ha ancora confermato la sua paternità. Elena Marini si era separata dall’uomo a causa dei suoi comportamenti violenti e per gli stessi motivi si era recata in Italia durante la gravidanza. Va precisato che in questo momento, sia ai sensi della legge italiana che di quella internazionale, la madre è l’unico genitore riconosciuto di Anna Luz. Persino gli organi di stampa messicani, in particolare il giornale SemMexico, parlano di violenza indiretta da parte del padre nei confronti delle due cittadine italiane. Per violenza indiretta si intendono quegli atti con cui un genitore usa i figli come strumento per nuocere all’altra parte. Con l’aggravante di nuocere anche alla minore, in questo caso.
Contro Elena Marini «Sono state intentate azioni legali basate su fatti falsi e inesistenti per ottenere la custodia e la perdita della patria potestà sui figli in comune», scrive la giornalista Soledad Jarquin Edgar. La drammaticità degli eventi ha spinto la nonna di Anna Luz, Renata Silvestri, a raggiungere nipote e figlia: «La situazione è complessa e delicata e si sta evolvendo sotto vari aspetti. Con la nonna della bambina partiremo per il Messico la settimana prossima», ha dichiarato l’avvocato Francesca Graiff, legale della donna. Se le autorità consolari italiane in Sudamerica si sono mosse per dare supporto alla famiglia, al contrario, le alte cariche politiche sia provinciali che nazionali non hanno ancora preso alcun tipo di provvedimento. Per questo motivo, tre consiglieri provinciali di minoranza, Filippo Degasperi, Paola Demagri e Andrea de Bertolini hanno proposto un’interrogazione provinciale, al fine di sollecitare il Presidente Maurizio Fugatti a chiedere un intervento della Farnesina.