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sabato 16 Dicembre, 2023

Bimbo gravissimo per il formaggio con latte crudo: due condanne

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All’ex presidente del caseificio Coredo e il casaro una multa di 2500 euro l’uno per le lesioni

Bimbo ridotto in gravissime condizioni, in stato vegetativo, dopo aver mangiato il formaggio con latte crudo «Due Laghi» acquistato al caseificio sociale di Coredo, risultato, dalle analisi, contaminato dal batterio dell’escherichia coli. Succedeva nell’estate 2017 e allora il piccolo aveva 4 anni. Ieri il giudice di pace di Cles ha riconosciuto colpevoli del reato di lesioni personali colpose gravissime, condannandoli al massimo della pena, e cioè a una multa di quasi 5mila euro totali, l’allora legale rappresentate del caseificio sociale di Coredo, Lorenzo Biasi, e il casaro Gianluca Fornasari, in qualità, ai tempi, di responsabile del piano di controllo.
Erano stati iscritti sul registro degli indagati dopo l’esposto della famiglia del bambino a cui è stata diagnosticata la Seu, la sindrome emolitico-uremica, causata dall’escherichia coli.
Ritenuti colpevoli
Al termine del processo passato attraverso consulenze e audizioni di testimoni, tra questi anche Giovanni Battista Maestri, papà del piccolo oggi di 10 anni, il giudice ha condannato i due a una multa di poco meno di 2500 euro ciascuno (esattamente 2478 euro). E ha anche disposto che debbano pagare le spese processuali. Quanto al risarcimento danni sollecitato dalle parti civili (sull’ordine delle centinaia di migliaia di euro) i familiari dovranno intentare causa civile. Il giudice si è infatti dichiarato incompetente.
Famiglia: «Felice, fine della via crucis»
«I genitori del bimbo sono felici della sentenza, hanno finalmente avuto giustizia dopo una via crucis durata 6 anni» fanno sapere i loro avvocati Paolo Chiariello e Monica Cappello. «Io, la collega e il pool di consulenti tecnici con cui abbiamo avuto il privilegio di lavorare siamo contenti di aver contribuito a dare giustizia al bambino e alla sua famiglia — il commento di Chiariello — Nella speranza che possa contribuire ad evitare, con corrette pratiche di sorveglianza e prevenzione, il ripetersi di simili tragedie». Che è sempre stato l’intento di mamma e papà che fin da subito avevano chiesto «fosse accertata la verità, perché non debba più accadere». Ecco perché si era opposto con i suoi legali alla richiesta di archiviazione del fascicolo da parte della Procura portando le conclusioni dei suoi esperti di Seu. In aula è stata battaglia tra i consulenti tecnici di parte sul nesso di causalità tra la malattia contratta dal bimbo e l’ingestione del formaggio prodotto con latte crudo. Ad esporre le «molteplici convergenze» sul nesso i due esperti nominati dalla famiglia, per i quali «c’è una possibilità su un milione che la causa dell’intossicazione e dello sviluppo della Seu sia dovuta a causa diversa da quel formaggio». Per il consulente della Procura invece le possibilità erano sei su un milione, comunque un’eventualità assai remota che il grave stato in cui si trova il ragazzino sia attribuibile ad altro. Ragazzino che, per il medico legale Giovanni Morra, ha un’invalidità totale, un danno del cento per cento.
Altra accusa: frode alimentare
Biasi e Fornasari erano stati accusati anche di frode alimentare, per aver «immesso nel circuito commerciale prodotti caseari con cariche microbiotiche superiori ai limiti di legge». La Cassazione ha prosciolto Fornasari per intervenuta prescrizione, per Biasi invece la condanna al pagamento di un’ammenda da 30mila euro è diventata definitiva.B.C.