L'inchiesta
domenica 22 Dicembre, 2024
di Tommaso Di Giannantonio
Non era da solo il bambino padovano di 7 anni rimasto travolto, lunedì scorso, da una motoslitta in dotazione della polizia sull’Alpe Tognola, nel comprensorio sciistico di San Martino di Castrozza, nel Primiero. A bordo del mezzo c’era anche un ex collega del papà, agente di polizia in pensione. Il pubblico ministero di Trento di turno, come atto dovuto, ha iscritto l’uomo nel registro degli indagati per lesioni colpose. Non è escluso che, nel corso degli approfondimenti, possano esserci ulteriori persone coinvolte.
Il bambino è ancora ricoverato all’ospedale Santa Chiara di Trento. La prognosi rimane riservata, ma le sue condizioni non sono gravi. Alla luce dei nuovi dettagli, però, cambia radicalmente la dinamica dell’incidente.
Il piccolo si trovava in Trentino per qualche giorno di vacanza insieme al padre. I suoi ex colleghi erano in servizio sulle piste. La motoslitta era parcheggiata in un piazzale del comprensorio, al solito posto. La prima ricostruzione era questa: il papà fa salire il figlio sulla motoslitta per scattare una foto ricordo con il benestare degli ex colleghi, il bambino, accidentalmente, mette in movimento il mezzo (forse in folle) e finisce in un dirupo di cinque metri, oltre la pista e la staccionata.
Ma in realtà, stando a quanto trapela dagli inquirenti, non è andata proprio così. Il bambino è salito sulla motoslitta con un amico del padre, forse per fare un giro o solamente per una foto. Sta di fatto che il mezzo, in qualche modo, è stato messo in moto. L’uomo, quando ha perso il controllo della motoslitta, si è lanciato sulla neve, probabilmente cercando di portare con sé il bambino. Ma il piccolo è rimasto sul mezzo ed è stato poi travolto dal veicolo.
Il bambino veneto avrebbe riportato la frattura del bacino e lo schiacciamento dell’addome. Inizialmente le sue condizioni erano apparse serie, per quanto sia rimasto sempre cosciente. In breve è stato caricato sull’elicottero e trasferito all’ospedale di Trento, dove è stato ricoverato nel reparto di rianimazione. Nei giorni successivi, poi, è stato dimesso dalla rianimazione e ricoverato nel reparto di chirurgia pediatrica.
Le indagini sono state affidate ai carabinieri. Quanto alla motoslitta – di proprietà degli impianti ma in uso alla polizia per il soccorso piste – non è stata sottoposta a sequestro.