Centrodestra
domenica 11 Dicembre, 2022
di Donatello Baldo
È l’assessore all’Istruzione della giunta Fugatti, è capogruppo in Consiglio regionale, ma Mirko Bisesti è stato anche segretario della Lega in Trentino e sa bene cosa significhi tenere assieme una coalizione e quanto costi: «È un lavoro che deve partire da un presupposto, il rispetto di ogni forza che fa parte dell’alleanza, che abbia il 5 o il 20%. Anche perché si è visto, le percentuali possono cambiare in pochi anni».
Qualche problema interno sembra che ci sia anche dalle vostre parti. Non è più solo il centrosinistra a litigare.
«Ma il paragone non regge. Tra noi c’è compattezza, molta più che nel centrosinistra, e questo è evidente. Detto questo, per appianare eventuali differenze tra le forze che compongono l’alleanza, mi auguro che i vertici dei partiti mettano in atto quel lungo lavoro di condivisione, fatto di giornate e anche di notti spese a confrontarsi».
Le elezioni sono tra meno di un anno, crede che questo lavoro di condivisione sia stato carente?
«Ma no, è un lavoro che si è sempre fatto, al di là di quello che esce pubblicamente, che sembra che ci siano chissà che scontri nella coalizione. A volte, questo l’ho notato spesso, manca forse la volontà di lavorare assieme tra esponenti diversi delle varie forze».
Dice quindi che le frizioni tra Lega e Fratelli d’Italia sono dovute soltanto a personalismi?
«No, non dico questo. Ma mi piacerebbe che tutti coloro che sono ai vertici delle forze che compongono il centrodestra si assumessero la responsabilità di mettere davanti a tutto il valore della coalizione. Siamo una squadra, vinciamo solo se siamo una squadra».
Assessore, ma tra alcuni della Lega e di Fratelli d’Italia nemmeno ci si parla.
«Il problema è proprio questo, che non si parlano. E questo deve finire, ognuno faccia uno sforzo, ci si incontri a metà strada, ma si risolva questa tensione».
Queste tensioni, se non si risolveranno, potranno mettere a rischio la tenuta della coalizione e la riconferma del centrodestra al governo del Trentino?
«Ma no. Il centrodestra che ha vinto le elezioni nel 2018 si ripresenta tale e quale nel 2023, semmai allargandosi. Poi è vero che sono cambiati all’interno della coalizione i rapporti di forza, ma è del tutto naturale e questo fa parte dell’evoluzione delle forze politiche. Magari evitiamo di farci del male da soli rilasciando dichiarazioni troppo velenose».
Si sta riferendo a quelle degli esponenti di Fratelli d’Italia di questi giorni?
«Che sono esagerate, perché quando mi interfaccio con i vertici, con Urzì o altri di Fratelli d’Italia, il rapporto è sereno e costruttivo».
La coalizione potrebbe anche allargarsi, diceva. Come sono le trattative con il Patt?
«Delle trattative si occupano i segretari di partito, non io. Ma al Patt guardiamo con rispetto, quello dovuto a un partito storico, portatore di grandi valori e della cultura autonomista. Ci sono molti punti in comune, questo è evidente».
Il Patt, come l’Svp, in passato avevano un certo pregiudizio verso di voi, che sembra caduto. Cadrà anche il pregiudizio del Patt nei confronti di Fratelli d’Italia?
«Il primo pregiudizio è caduto perché penso che anche loro abbiamo visto quanto ci siamo impegnati nel difendere la nostra autonomia. Per quanto riguarda Fratelli d’Italia, credo che qui in Trentino abbiano ben chiara anche loro l’importanza della nostra specialità. Rispetto al passato vedo che sono stati fatti molti passi avanti. Anche se i continui richiami a Roma non vanno in questa direzione».
Vi ricordano che il nome del candidato presidente si decide anche a Roma, non solo a Trento.
«Ecco, questo non è tanto autonomista come approccio. Per noi devono decidere i territori».
E per la Lega immagino che Fugatti non sia mai stato in discussione.
«Per tutta la coalizione, non solo per la Lega. Perché questa volta ci presentiamo davanti agli elettori portando le nostre idee, come abbiamo fatto nel 2018, ma portando orgogliosamente anche quello che in questi anni abbiamo fatto, quello che ha fatto la giunta Fugatti. Anche se una legislatura non basta per realizzare un programma».
Cosa intende?
«Che dopo cinque anni di centrodestra ne servono altri cinque. Non è facile impostare una progettualità senza una prospettiva lunga. Poi sia chiaro, io sono per l’alternanza, che ritengo salutare in democrazia. Ma noi ci siamo da solo 4 anni, mentre il centrosinistra ha governato il Trentino per 20 anni».