Il caso
mercoledì 30 Agosto, 2023
di Davide Orsato
Provincia contro Provincia. C’è anche questa chiave di lettura nella singolare controversia che oppone una scuola, il frequentatissimo istituto di formazione «Sandro Pertini» di viale Verona. Da un lato la scuola, che si è vista recapitare a luglio un’ingiunzione di pagamento. Dall’altra Dolomiti Ambiente, che le chiede i soldi. Insomma, un istituto gestito direttamente da piazza Dante e l’azienda per l’igiene ambientale, partecipata di Dolomiti Energia a sua volta partecipata dalla Provincia. Per l’appunto, gratta gratta, uno scontro interno alla Pat.
La scuola si è vista recapitare l’ordine di pagamento il 4 luglio, poco dopo la chiusura estiva dell’istituto: un conto — è la stima — di circa diecimila euro, dovuto a diverse bollette non pagate.
Una cifra che, ora, la scuola fatica a pagare, ed è qui che è entrata in campo la Provincia. All’ultima giunta, che si è tenuto lo scorso venerdì 25 aprile, il presidente Maurizio Fugatti ha portato la delibera per l’affidamento del caso all’ufficio legale di piazza Dante. Il motivo: la Provincia «sta» con il l’istituto e intende resistere all’ingiunzione di pagamento.
«I motivi che stanno alla base del suddetto ricorso (quello avanzato, per l’appunto, da Dolomiti Ambiente contro il Pertini, ndr) non appaiono fondati e pertanto si propone di resistere al gravame», si legge nella relazione.
Non è noto il motivo per cui l’istituto di formazione professionale non ha pagato le bollette (non è specificato ma sarebbero più di una), ma da ambienti vicini alla scuola si apprende che il mancato pagamento risalirebbe al 2018. Al periodo, cioè, immediatamente successivo al crollo di una parete, avvenuta il 5 dicembre 2017. Un evento che aveva colpito particolarmente, obbligando la sospensione delle lezioni nell’istituto di viale Verona per qualche giorno. Erano seguiti complessi lavori con gli studenti obbligati, per diversi anni, fino al 2022 a fare lezione nei container. Ovviamente i lavori hanno avuto come conseguenza lo smaltimento dei rifiuti che, normalmente è in capo alla ditta. Non c’è alcuna conferma su una possibile correlazione tra le due questioni, ma la coincidenza temporale c’è.
L’attuale dirigente scolastica, Maria Rita Magistro preferisce non entrare nell’argomento: «Sono informata della delibera di giunta, ma naturalmente non la posso commentare — spiega una volta contattata — so solo che riguardano pagamenti di parecchio tempo fa e che la questione è molto delicata».
Ora la palla passa all’avvocatura della Provincia, ai legali Giacomo Bernardi, Lucia Bobbio e Francesca Parotto. Non è detto che tra scuola e Dolomiti Ambiente debba esserci per forza un vincitore o un vinto: la scelta di opporsi all’ingiunzione e quindi di andare in causa potrebbe portare a un compromesso, con la scuola obbligata sì a pagare, ma meno della cifra paventata.
L'inchiesta
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