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sabato 3 Febbraio, 2024

Bollette pazze, Itea sfratta gli inquilini

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Zanella (Pd) denuncia il caso: «Decine le ingiunzioni, legate a «morosità incolpevoli» dovute agli aumenti energetici»

Decine e decine di lettere al Comune di Trento e alle Comunità di valle per chiedere lo sfratto di inquilini definiti morosi. È quello che sta facendo Itea e che è stato denunciato dal consigliere provinciale del Partito Democratico, Paolo Zanella. «In questi giorni Itea – dice Zanella – sta inviando diverse lettere alle amministrazioni per avvisare che si sono verificate morosità del valore di oltre tre volte l’affitto, presupposto perché gli enti locali procedano alla revoca del provvedimento di assegnazione dell’alloggio». Si tratta però di «morosità incolpevoli» secondo Zanella, perché nella stragrande maggioranza dei casi non sono legate al rifiuto da parte degli inquilini di pagare l’esiguo canone d’affitto, bensì «dovute all’impossibilità di far fronte alle “bollette pazze” da parte di chi ha un reddito modesto, che appunto dà accesso all’edilizia popolare».

La denuncia
Bollette pazze che possono arrivare a superare anche i 10mila euro annui, una spesa insostenibile per le famiglie che per la loro condizione economica hanno diritto a una casa popolare. «Pare che il Comune di Trento, in attesa di risposte da parte di Itea , sulle ragioni di questi aumenti spropositati delle bollette, giustamente abbia sospeso i procedimenti di revoca, a tutela degli inquilini – dice Zanella – Però risulta che ad almeno un inquilino sia già arrivata anche la lettera della Comunità di valle dove si avvisa che sono concessi 15 giorni per inoltrare osservazioni scritte, dopodiché, se non emergessero nuovi elementi, si procederà alla revoca». Due le storture di questa situazione. Quella più generale è che Itea al momento conta più di mille appartamenti sfitti e, con una lista d’attesa di idonei per cui non c’è un alloggio che supera anch’essa il migliaio, considera una priorità sfrattare nuclei famigliari fragili. L’altro paradosso, secondo Zanella, è che queste bollette spropositate sono «legate a contratti calore evidentemente fortemente svantaggiosi stipulati nei condomini misti (di Itea e di altri proprietari privati) con delibera dall’assemblea condominiale, dove Itea aveva votato a favore». Una questione su cui il consigliere denuncia che «non si riescono ad avere risposte che chiariscano quanto successo». Il consigliere però denuncia che «gli inquilini di Itea siano stati sistematicamente esclusi dalle assemblee condominiali, dove avrebbero potuto prendere parte al voto sulle decisioni inerenti il riscaldamento. Gli inquilini non sono nemmeno stati interpellati prima delle assemblee condominiali con le proposte contrattuali e non pare non abbiano mai visto il contratto calore votato in assemblea condominiale». Paradosso nel paradosso in due casi, nel corso di assemblee condominiali in condomini misti a Rovereto, Itea si sarebbe «astenuta nella votazione del bilancio consuntivo 2021-2022, chiedendo ulteriori chiarimenti alla società di gestione del riscaldamento rispetto a fatture, riconteggi e approfondimenti tecnici», mentre in un altro caso avrebbe «votato a favore di ulteriori approfondimenti sui consumi, bloccando l’approvazione del bilancio consuntivo 2021-22 assieme agli altri proprietari». «Siamo al paradosso per cui il proprietario sfratta un inquilino per morosità dovuta all’incapacità di far fronte a spese esorbitanti sulla cui entità lui per primo non ha chiarezza ed esprime perplessità» conclude Zanella.

L’interrogazione
Il consigliere dalla denuncia passa alle richieste di informazione, direttamente alla giunta e in particolare all’assessore Marchiori. In un’interrogazione a risposta scritta depositata in Consiglio provinciale, Zanella chiede a Marchiori: se è al corrente del fatto, quanti sono i casi, cosa intende fare la Provincia per salvare queste famiglie dallo sfratto, perché non è stato istituito un fondo per le morosità incolpevoli, se non sarebbe giusto commisurare all’Icef anche le spese energetiche, qual è il motivo di questi aumenti esorbitanti delle bollette e se l’assessore è a conoscenza del fatto che gli inquilini non vengono convocati alle assemblee condominiali».