Vini e spumanti

lunedì 2 Settembre, 2024

Bollicine, Cavit raddoppia la cantina: maxi investimento da 23,5 milioni

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Il Ministero potrebbe erogare 5 milioni. Il direttore Zanoni: «Per l’Altemasi servono nuova linea di produzione e più spazi». Fatturato 2023-24 in calo rispetto ai 267 milioni del 2023

Il progetto della nuova cantina di Ravina (Trento) per lo spumante Altemasi Cavit è in istruttoria presso il Ministero delle imprese e del Made in Italy, già Mise, Ministero dello sviluppo economico, che potrebbe erogare più di 5 milioni di euro per sostenere il maxi investimento da 23,5 milioni. Con questo intervento, il Consorzio di 11 cantine sociali trentine, collegate ad oltre 5.250 viticoltori, realizzerà una nuova linea di produzione dei suoi spumanti, il metodo classico Altemasi Trentodoc e il Müller Thurgau metodo Charmat, praticamente raddoppiando la struttura e la capacità produttiva. Le bollicine, oltre 1 milione di bottiglie l’anno, tirano il fatturato del Consorzio, che l’anno scorso era a poco più di 267 milioni e quest’anno – il bilancio è stato chiuso al 31 maggio – dovrebbe essere un po’ inferiore. Mancherà infatti una parte della produzione di Casa Girelli, la casa vinicola acquisita nel 2019 e di cui ora è in vendita lo stabilimento (vedi a fianco). Ma ci sono anche problemi di mercato e cali delle vendite dei vini. Reggono, anche se a tassi di crescita inferiori, solo gli spumanti.
«Abbiamo affinato il progetto dell’ampliamento, che ora è in istruttoria al Mise» spiega il direttore generale di Cavit Enrico Zanoni. «Il Ministero ha dichiarato ammissibili a finanziamento lavori per 14 milioni, con il contributo del 40% si arriva a 5,6 milioni». E precisa: «Il progetto iniziale, presentato due anni fa, parlava di 35 milioni ma includeva anche altri investimenti. Ora utilizzeremo il magazzino acquisito tra i nostri stabilimenti (in via del Ponte a Ravina ndr) per ampliare la cantina degli spumanti, raddoppiare le linee, oggi una, e allargare gli spazi che oggi sono stretti anche per la crescita della spumantistica».
«Utilizzeremo l’ampliamento per lo stoccaggio dei prodotti, anche se non diventeremo autosufficienti. E poi servono spazi più congrui per i materiali secchi. Convoglieremo nel nuovo magazzino anche un buffer di prodotto finito. In questo modo assorbiamo le necessità di crescita del settore degli spumanti».
Le bollicine quindi tirano? «Vanno bene anche se i trend di crescita sono un po’ contenuti e lo saranno nei prossimi anni – afferma Zanoni – Del fatturato parleremo in assemblea dei soci, in autunno. Ma retrocederemo, perché stiamo facendo le pulizie in casa. Ricordando, come dicono gli inglesi, che il fatturato è vanità, il risultato è salute, la cassa è realtà». Sul risultato d’esercizio probabilmente la soddisfazione sarà maggiore che sul fatturato.
Dei 30 milioni di ricavi annui di Casa Girelli, «nell’ultimo anno potremo considerare solo sei-sette mesi». Ma sui risultati pesa anche l’andamento dei mercati. «L’anno scorso il mercato del vino era in flessione – ricorda Zanoni – Quest’anno si conferma la contrazione, anche negli Stati Uniti».
Gli Usa per Cavit sono il primo mercato di esportazione e il primo mercato tout court. Pesa l’inflazione? «Non tanto, piuttosto le nuove abitudini dei giovani consumatori, che consumano meno degli anziani e vanno dietro alle nuove mode, ai nuovi cocktail al posto del vino». Gli spumanti però si stavano affermando proprio come aperitivi. «Infatti soffrono meno e continuano a tenere. I vini rossi soffrono molto, i bianchi un po’ meno dei rossi».