La maxi opera

mercoledì 10 Luglio, 2024

Bonifiche e fermi cantiere: i nuovi oneri del progetto del bypass ferroviario sono vicini a 100 milioni

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Dal Cipess altri 56,5 milioni al Trentino

I conti del bypass ferroviario sono lievitati da meno di 1 miliardo di euro al momento del primo progetto di fattibilità, a oltre 1,2 miliardi preventivati da Rfi quando era stato pubblicato il bando di gara, a più di 1,3 miliardi oggi, nei calcoli del progetto esecutivo presentato dal Consorzio Tridentum, il raggruppamento di imprese vincitore dell’appalto composto da Webuild, Ghella, Collini Lavori e Seli Overseas. Si tratta, in particolare, del progetto esecutivo delle opere di parte B, cioè dello scavo della collina e della realizzazione della ferrovia vera e propria, dopo che il progetto esecutivo di parte A, le opere preliminari, e il piano di utilizzo delle terre da scavo erano stati presentati e sono al vaglio del Ministero dell’Ambiente. L’aumento dei costi rispetto alle ultime cifre citate da Rete Ferroviaria Italiana viaggia tra i 60 e i 100 milioni. Tra i motivi dell’incremento, i fermi cantiere che hanno allungato i tempi dopo il definanziamento dell’opera dal Piano nazionale di ripresa, il Pnrr finanziato con fondi europei. Ma anche i nuovi costi per le piccole varianti che il progetto ha dovuto prevedere soprattutto all’imbocco nord. Dove rimane aperta la questione delle bonifiche dei terreni inquinati. Dai sondaggi ripetuti da Rfi e Appa, l’Agenzia provinciale per l’ambiente, nell’area dell’ex Scalo Filzi è emersa la presenza di inquinanti da attività precedenti, in punti limitati, la cui bonifica non dovrebbe essere molto costosa. Mano a mano che si va a nord, verso il cavalcavia dei Caduti di Nassiriya e oltre, però, la presenza di inquinanti provenienti dal sito ex Sloi ed ex Carbochimica cresce. Durante la bonifica delle rogge e del Lavisotto, ancora in corso, sono emersi inquinamenti da catrame e idrocarburi provenienti dalla Carbochimica e portati a valle dalla roggia che viaggia sotto via Brennero. Quanto ci sia da bonificare per realizzare la galleria artificiale e la trincea dove passeranno i nuovi binari è indicato nel progetto esecutivo ed è una cifra superiore a quella che era stata preventivata all’inizio dell’iter dell’opera. Non a caso il cantiere che sta partendo è quello all’imbocco sud, in località Acquaviva di Mattarello, dove non mancano i problemi sull’utilizzo del suolo e dei vigneti, ma almeno sul versante inquinamento non si rilevano gravi rischi. Le componenti delle frese che scaveranno la collina sono in arrivo, prima le due macchine provenienti dalla Cina. Già decine di lavoratori e lavoratrici cominciano ad affluire aul posto. Per quanto riguarda invece i lavori a nord, l’incertezza sui tempi è maggiore. L’opera, come verificato a fine maggio da Cipess, il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, è stata inserita nell’aggiornamento 2024 del Contratto di programma tra Rfi e il Ministero delle Infrastrutture e dovrebbe vedere coperti gli interi 1,3 miliardi. Intanto ieri il Cipess ha dato il via libera ad altri fondi per il Trentino. «Il Cipess ha deliberato l’adozione del Piano operativo complementare della Provincia autonoma di Trento, assegnando 56,5 milioni di euro al finanziamento di interventi complementari al piano operativo regionale – ha dichiarato il sottosegretario Alessandro Morelli – Queste risorse finanzieranno progetti utili al territorio e alle comunità locali, rappresentando un importante volano per l’economia locale e per la messa a terra di progetti utili alla collettività».