La polemica
mercoledì 22 Marzo, 2023
di Simone Casciano
La Bookique non si tocca. È una pioggia di solidarietà quella caduta nella giornata di martedì sul locale e centro culturale del quartiere san Martino di Trento. Molti i messaggi affidati ai social da persone e realtà del capoluogo per raccontare il prezioso contributo che la Bookique ha dato al territorio. A scatenare il tutto è stato proprio un post, scritto dalla titolare Serena Tomasi, in cui si chiedeva supporto. «Ho bisogno di chiedervi un po’ di amore per la Bookique – ha scritto nella serata di lunedì Serena Tomasi – Potete raccontarci se il vostro primo concerto è stato alla Bookique oppure se vi abbiamo aiutato ad organizzare un evento, se vi siete riuniti nella nostra sala e sono nati dei progetti, quante realtà diverse avete conosciuto e ci collaborate ancora, se i nostri live sono stati d’ispirazione in qualche modo».
Un appello a cui in molti hanno risposto presente, a testimonianza del valore culturale e sociale che Bookique ha saputo costruire in questi 12 anni.
Ma da cosa si sta difendendo il locale? Il problema sarebbero i rapporti, complicati, che durano ormai da un paio di anni con i gestori del vicino Hi Hotel. La gestione di un albergo e quella di un bar hanno esigenze diverse, ricettive per la prima, ricreative per la seconda. In particolare, gli eventi organizzati il venerdì e il sabato sera arrecherebbero disturbo agli ospiti della struttura, anche se va detto che la il locale interrompe puntualmente la musica a mezzanotte in accordo con le regole del comune. I difficili rapporti avrebbero portato ad alcuni confronti accessi nel tempo, l’ultimo un paio di settimane fa davanti a molte persone nel piazzale antistante il locale.
Ora la faccenda si sarebbe complicata, sempre nel post Serena Tomasi scrive che c’è chi sta «mettendo in discussione la validità del nostro progetto culturale e il nostro contributo all’animazione e rigenerazione del Parco della Predara e del Quartiere di San Martino, accusandoci di non tutelare il bene pubblico, di favorire lo spaccio con i nostri eventi e di non portare vitalità ma caos nel quartiere». Dalle parole si sarebbe passati ai fatti: «Sono stata chiamata dal Comune a rendere conto dell’attività che viene svolta in Bookique – scrive la titolare – mentre sicuramente un legale dall’altra parte verifica la documentazione del bando di gara in cerca del cavillo a cui aggrapparsi».
Così mentre un legale indossa i panni dell’azzecca-garbugli, Trento si è mobilitata per difendere la Bookique. Del resto, il locale di via Torre d’Augusto è stata forse la scossa che ha rivitalizzato il quartiere di san Martino, la scintilla che ne ha fatto divampare la fiamma culturale.
Ne è convinta l’assessora alla cultura del comune di Trento Elisabetta Bozzarelli: «Bookique è stato l’innesco della riqualificazione di san Martino: le librerie indipendenti, i bar, la bottega vintage, la boutique del design; tutto nasce da lì – ha detto l’assessora – Parliamo di un’attività che genera fermento culturale e che non chiede sovvenzioni pubbliche, anzi paga un canone d’affitto al comune per gli spazi. Su una cosa voglio essere chiara: sulla scelta di una vocazione per quell’area che vede nella cultura e nell’aggregazione sociale la sua missione noi non arretriamo di un millimetro». Anche la consigliera comunale con delega alla vivibilità urbana e socialità notturna Giulia Casonato esprime solidarietà al locale e respinge le accuse alla gestione: «Bookique in questi anni ha fatto un lavoro importante di promozione culturale, ma anche di aggregazione e presidio sociale. Il parco della Predara ha dei problemi e per questo è importante presidiare quei luoghi. Credo siano ingiuste e false le accuse di chi dice che il locale porti maggiore degrado o peggio ancora che attiri gli spacciatori. Al contrario è proprio la sua attività il primo baluardo contro questi fenomeni».
Conclude il sindaco Franco Ianeselli: «In una città plurale come Trento è importante una realtà come Bookique. Quello che vogliamo è che ci sia un parco sano, un albergo riqualificato e che lavora bene e un’attività culturale florida che generi aggregazione e socialità». Insomma, che Bookique possa continuare a svolgere lo stesso prezioso lavoro che ha portato avanti in questi anni, come testimoniato dai tanti messaggi di affetto.
Sui social c’è chi ha scritto che «la Bookique non è un semplice localino. È un insieme di eventi, persone, emozioni, attività che fanno bene al cuore e allo spirito», chi sottolinea che «la Bookique per tanti ragazzi come me ha voluto dire anche lavoro. Quindi grazie per quello che avete fatto per tanti universitari» e chi ricorda che nel locale «abbiamo fatto la nostra prima uscita ancora in duo acustico, ero emozionato come uno scolaretto, ma il calore del pubblico ha aiutato molto». Adriano Cataldo, organizzatore di vari eventi culturali come il Trento Poetry Slam e il festival Poè, conclude dicendo che: «Si tratta di un luogo importantissimo per la cultura trentina. Lì in tanti hanno mosso i primi passi come organizzatori di eventi culturali. Marco Rosi prima e Serena Tomasi poi hanno dato una grande spinta alla crescita del territorio e sono stati fonte d’ispirazione e di supporto per molte persone».