politica
giovedì 5 Ottobre, 2023
di Donatello Baldo
Contro il deputato e commissario trentino di Fratelli d’Italia, Alessandro Urzì, si scatena il pasdaran della Lega, Alessandro Savoi: «È un fascistello, che si comporta da fascistello». Parole pesanti, che seguono parole altrettanto pesanti pronunciate ieri dal meloniano. Urzì, infatti, se l’era presa con Spinelli, ancora per i dissidi sui grandi carnivori: «Ma dove era Spinelli negli ultimi cinque anni? A giudicare dalla lista di questioni irrisolte dal suo assessorato la domanda appare ragionevole. Dove era Spinelli nell’evitare che accadesse la tragedia di Andrea Papi?». E ancora, l’accusa di «nervosismo», legato al fatto «di sottoporsi per la prima volta al giudizio degli elettori, dopo essere stato per cinque anni assessore tecnico comandato dall’esterno. Insomma — afferma Urzì — un raccomandato e non eletto».
«Lasciamoli perdere. Sono gli alleati meno affidabili», risponde arrabbiato Savoi. Vorrebbe chiudere così, ma in realtà ribolle e non si trattiene: «È Urzì che fa casino, gli altri sarebbero anche brave persone, anche se devo dire la verità: a me quelli di Fratelli d’Italia non sono mai piaciuti, i fascistelli mi sono sempre stati sulle scatole (eufemismo, ndr)». Il leghista, ieri al comizio della Lega con Fedriga, era furibondo: «Con questi faremo i conti dopo, quando vincerà la lega. E se si arrabbia Savoi, vedono cosa succede. Scoppia la bomba». Altri strali contro Urzì: «È un incosciente, è arrogante. E pretende di insegnare le cose a noi. Lui — dice Savoi — lui che del Trentino non sa nulla. Che ha fatto 25 anni di battaglia contro l’Svp e ora va a Roma a dire che l’accordo con la Volkspartei lo ha fatto lui. È un fascistello — ripete — e non c’è nulla da fare». Ma se ci si scontra ora inj campagna elettorale, cosa succederà se vice il centrodestra e si dovrà fare una giunta assieme? «Vince la Lega, e poi faremo i conti», così conclude Savoi.
Fugatti non commenta, anche se Savoi — davanti a lui e a Fedriga, ieri al comizio dei due governatori — su Urzì ha fatto pure la battuta: «È fascista e pure terrone, come può starmi simpatico?». Fugatti ha sorriso, abituato all’ironia e alla sincerità del consigliere, mentre Fedriga ha cercato di riportare i contrasti alla normale dialettica politica, che si infiamma in tempo di campagna elettorale: «Io ho governato cinque anni con Fratelli d’Italia e sto governando anche ora, per altri cinque anni. La coalizione di centrodestra è unita, a Roma come ovunque, ed è ovvio a poche settimane dalle elezioni ci sia qualche polemica. C’è però una sintesi indiscussa, quella di Maurizio Fugatti presidente».
Meno ruvida di Savoi, ma altrettanto dura, la reazione della capogruppo leghista in Consiglio provinciale Mara Dalzocchio: «Auspico che si abbassino i toni. Ma non posso non farmi qualche domanda. Urzì — si chiede infatti Dalzocchio — ha capito da che parte deve stare? Gli avversari sono da un’altra parte. Perché forse non sa che con Fratelli d’Italia, in Trentino, siamo maggioranza, siamo in coalizione da tempo. Forse non sa come funzionano le cose qui da noi». E aggiunge: «Forse non ha nemmeno capito che in questa fase, in vista del grande impegno che dovremo assumerci per i prossimi cinque anni ancora al governo del Trentino, dobbiamo fare squadra, non certo dividerci».
Dei contrasti interni al centrodestra ne approfitta Sergio Divina, candidato presidente e avversario di Fugatti alle elezioni: «Le liti condominiali, se messe a confronto con i tafferugli del centrodestra, sembrano essere ben poca cosa. Il caso più recente ed emblematico è l’ultimo intervento del capolista della Lista Fugatti, Achille Spinelli, in merito alla questione orsi. Spinelli si è infatti mostrato apertamente critico nei confronti delle posizioni espresse da Walter Ferrazza, candidato per Fratelli d’Italia ma anzitutto presidente del Parco Naturale Adamello Brenta, affermando come la linea di quest’ultimo, e dunque di Fratelli d’Italia, sia “estranea al programma di coalizione”». E osserva: «Niente di nuovo sotto il cielo se pensiamo ai continui scontri intercorsi nel frattempo in merito ad un tema altrettanto caldo quale il bypass ferroviario, ma stavolta tra Fratelli d’Italia e Lega: le posizioni, in questo caso, si sono alternate in maniera altrettanto preoccupante, con il carroccio favorevole al progetto e Fratelli d’Italia contraria. Sconcertanti — continua Divina — appaiono poi le dichiarazioni estemporanee di alcuni membri dell’Udc, lette in questi giorni sui giornali. Da un lato c’è chi dichiara di candidarsi con la compagine di centrodestra animato dall’intenzione di “fare opposizione all’interno della maggioranza”, palesando una mancanza di onestà allarmante. Dall’altro chi si candida in una coalizione che comprende Fratelli d’Italia affermando però al contempo come gli anni trascorsi in quel partito siano stati “i peggiori della vita”». Ma l’analisi continua, tirando in ballo igli autonomisti, new entry della coalizione di centrodestra: «Il Patt rimarca la sua distanza incolmabile da Fratelli d’Italia, definendo la propria partecipazione ad una coalizione che comprende entrambi i partiti come un puro e semplice accordo “stipulato” con il solo presidente. Insomma — afferma il candidato presidente — una bella ammucchiata. Che cosa potrebbe accadere se per disgrazia questa coalizione dovesse arrivare al governo?»