la storia
giovedì 15 Febbraio, 2024
di Maria Cristina Bettega
Le elezioni provinciali l’hanno proiettata sul palcoscenico della politica provinciale, ma prima di essere consigliera, Antonella Brunet è albergatrice, rappresentante di una dinastia che proprio quest’anno taglia il traguardo del secolo di attività.
La storia di Antonella è legata a quella della sua azienda, Brunet The Dolomites Resort, hotel a 4 stelle che dista pochi metri dal centro storico di Fiera. A gettare le basi di quello che diventerà nel tempo un grande albergo, sono stati i suoi bisnonni che nel 1923 aprirono una piccola osteria che fungeva da punto di ritrovo non solo per i paesani ma anche per la gente di passaggio, qui, venivano serviti brodo e trippe, piatti che resero famoso il locale. L’attività poi passò in mano alla nonna che da sola, il marito era emigrato in America, la mandò avanti. Colui che decise di fare i primi importanti investimenti nella struttura per ingrandirla fu però Remo, il papà di Antonella: «Lui aveva grande passione per il settore dell’ospitalità, da giovane aveva fatto delle esperienze all’estero per imparare le lingue e la vera attività alberghiera l’ha avvitata lui», racconta Antonella. «Io e mia sorella Alessandra, siamo cresciute respirando albergo, la vita dei figli di albergatori è diversa da quella degli altri ragazzi. Da piccole soffrivamo molto il fatto di non avere una casa privata, vedevamo i nostri amici più tranquilli, la nostra vita invece era all’interno di un albergo, i compiti spesso li facevamo sui tavolini della hall» ricorda Antonella. «Però questo ci ha reso senz’altro più indipendenti e responsabili, io e Alessandra abbiamo iniziato a rimboccarci le maniche ed a lavorare molto presto. Questo era un modo anche per sentirci più coinvolte all’interno dell’attività e più realizzate, già a 7-8 anni andavamo in cucina ad asciugare posate e preparare gelati».
Naturale quindi per Antonella e la sorella proseguire con la lunga tradizione di famiglia nel settore dell’ospitalità ricettiva. «Ho frequentato le scuole superiori fuori valle studiando ragioneria, mi piaceva molto studiare», confessa Antonella che si dichiara essere da sempre una grande lettrice, uno dei suoi più grandi rimpianti è non aver potuto proseguire gli studi all’università. In albergo infatti c’era bisogno di lei, a soli 19 anni talvolta, causa impegni dei genitori, si trovava da sola a gestire la struttura. Antonella la passione per l’hôtellerie l’ha sempre avuta e l’ha trasmessa anche ai figli e al marito a cui va il merito di aver introdotto la tecnologia informatica nell’albergo, all’inizio infatti tutto si registrava a mano. «L’idea di guardare avanti, stare a passo con i tempi e soddisfare i clienti l’ho ereditata da mio papà, noi siamo stati tra i primi se non il primo albergo in Trentino a dotarsi di centro benessere». dichiara Antonella, «ho avuto due figli e posso considerare l’albergo come il terzo».
A vent’anni è una delle fondatrici dei giovani albergatori del Trentino e presidente dei giovani albergatori di Primiero, è stata vicepresidente dell’Apt per 5 anni, poi per molto tempo si è dedicata alla famiglia e all’albergo. La voglia e l’entusiasmo nel fare le cose sono una dote peculiare di Antonella che sostenuta ed incoraggiata dal marito ha deciso di partecipare alle elezioni comunali. «Da quel momento per me è iniziata una nuova vita – racconta Antonella, – ho fatto tanta fatica soprattutto all’inizio, mi sono ritrovata a lottare per le pari opportunità quando pensavo che in realtà il problema delle differenze di genere fosse stato con il tempo un po’ superato».
Da qualche mese è iniziata per lei la nuova avventura come consigliere provinciale: «Non mi aspettavo assolutamente di vincere alle elezioni provinciali ci ho messo un po’ a realizzare che era veramente accaduto», racconta. Antonella è l’esempio della donna del XXI secolo, impegnata su più fronti dal lavoro, alla famiglia, alla società e come afferma lei stessa: «Quando c’è passione e amore per ciò che si fa tutto si affronta e si supera. Noi donne dobbiamo dimostrare molto di più degli uomini, ma questo non ci deve scoraggiare, siamo in grado di lavorare il doppio rispetto a loro, dimostriamolo e andiamo avanti con coraggio».