Lo scontro

venerdì 4 Agosto, 2023

Bypass, da destra a sinistra: l’opera divide i partiti

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Tanto nella coalizione provinciale di centrodestra, quanto in quella di centrosinistra del comune di Trento si alzano voci contrarie all'opera

La contraddizione più evidente è nel centrodestra. Il sommovimento dei critici alla circonvallazione tra le fila di Fratelli d’Italia — Katia Rossato in Consiglio provinciale e Giuseppe Urbani in Consiglio comunale, su tutti — è stato legittimato autorevolmente dall’intervento di Alessia Ambrosi e Andrea de Bertoldi, che su carta intestata della Camera dei Deputati hanno messo nero su bianco i dubbi sulla grande opera, tornando addirittura alla proposta della destra Adige quando i cantieri sono già approntati. Il ruolo di mediazione lo assume Francesca Gerosa, indicata come vice di Fugatti se il centrodestra vincerà le elezioni: «La salute dei trentini va sempre messe al primo posto. Non si può, però, essere contrari alla realizzazione di importanti opere pubbliche che fanno crescere economicamente e socialmente i territori. Bisogna, semplicemente, che queste opere vengano messe a terra nel modo più sostenibile possibile».
La contraddizione è però evidente, e rischia di spaccare l’unità della coalizione su un progetto giudicato dal candidato presidente e governatore uscente Maurizio Fugatti come «strategico per il futuro del Trentino». Tant’è che in difesa della tesi di Fugatti, e degli impegni pressi dalla sua giunta con Rete ferroviaria italiana e Comune di Trento, intervengono con una durissima nota le deputate trentine del Carroccio Elena Testor e Vanessa Cattoi: «A qualcuno piace fare propaganda elettorale contro progetti condivisi e portati avanti con lo stesso governo del quale, lo ricordiamo, fanno parte: non si sa mai che si siano dimenticati che non sono più in opposizione. Forse hanno la memoria corta, ma a gennaio ci avevano già provato recitando la stessa filastrocca e già allora lo stesso Governo aveva ben spiegato loro che il tracciato del passante ferroviario di Trento non si tocca. Pensare solo di prendere anche minimamente in considerazione di poter modificare tale progetto significa non avere coscienza e conoscenza delle ripercussioni per il Trentino. Senza dimenticare il grosso rischio di vedersi sfilare dalle tasche i fondi del Pnrr previsti per non aver rispettato le tempistiche concordate».
Contro l’uscita di de Bertoldi e Ambrosi interviene anche il Pd: «La destra trentina va oltre ogni decoro. Fratelli d’Italia, forza di maggioranza a sostegno del presidente Fugatti, se ne esce con la sparata che bisogna cambiare il tracciato del bypass ferroviario di Trento — afferma il consigliere provinciale Alessio Manica — come se in questi anni fosse stata sulla luna. Anche la smemoratezza ha i suoi limiti. Infatti come si può non ricordare che siamo già in piena fase esecutiva di un appalto e di un progetto, non certo comparsi ieri come per magia. E così continua il gioco del doppio ruolo di maggioranza e opposizione, di lotta e di governo, che a Fratelli d’Italia pare riuscire benissimo. Peccato che questo atteggiamento sia l’antitesi di quello che si definisce responsabilità di governo e che, ancora una volta, prova la totale incapacità e inaffidabilità della destra di gestire la nostra Autonomia. Continuando così — si chiede Manica — dopo le elezioni quante volte cambieranno idea, tracciato e progetto? Ai posteri l’ardua sentenza».
Ma anche nel Pd ci sono le contraddizioni: Claudio Geat, presidente dem della Circoscrizione Centro storico-Piedicastello, è una delle punte del movimento che critica la grande opera: «Sono nel Pd, rimango nel Pd, e nessuno mi ha mai formalizzato una mancanza di rispetto della linea del partito», si difende subito. «Anzi — afferma — io credo di esprimere proprio la linea del partito che, sulla base di un documento dell’allora coordinatore cittadino Alessandro Dal Ri, ora segretario provinciale, diceva sì all’opera ma a quattro condizioni». Che Geat elenca: «Attenzione ai siti inquinati, e si vede cos’è successo; attenzione alle sorgenti, e nessuna garanzia è stata data; attenzione alla paleofrana, idem; e trasparenza, di cui è evidente come non ce ne sia nemmeno l’ombra».
E i Verdi? E Sinistra italiana che con i Europa Verde hanno espresso Andrea Fernandez aPpalazzo Thun e che si presenteranno uniti anche alle provinciali? «Noi siamo a favore dello spostamento delle merci dal ferro alla gomma e al bypass del centro cittadino — spiega Renata Attolini, segretaria di Sinistra italiana — ma contrari a questo progetto che non risolve i problemi, anzi li crea, basti vedere il rischio inquinamento attenzionato anche dalla Procura e il fatto che Trento nord sarà penalizzato dal passaggio del tracciato». Una posizione che dentro l’alleanza del centrosinistra potrebbe create tensioni? «Sul tema abbiamo chiesto più volte un confronto ma si preferisce glissare. Si dicono tutti d’accordo sulla strategicità del corridoio per questioni ecologiche, chiedendo che l’opera sia fatta con le dovute cautele. Ma noi contestiamo proprio quest’opera. E non ci fermeremo, continueremo a dire che questo progetto è sbagliato».