L'opera
domenica 24 Marzo, 2024
di Redazione
Bianca Gaifas era stata la prima in consiglio comunale a rimproverare – e usiamo un eufemismo – vertici e tecnici delle Ferrovie per la presentazione molto sommaria del bypass di Rovereto. Ed è stata anche la prima a chiedere formalmente l’accesso agli atti al Comune per poter valutare l’opera gigante che, prima o poi, interesserà i comuni lagarini. E la sorpresa è arrivata proprio in questi giorni: il Comune non darà nessun documento a Gaifas perché nemmeno l’istituzione cittadina ne è in possesso.
«Ora, qui io resto basita – è il commento della consigliera di Europa Verde – perché ritengo gravissimo che nemmeno il Comune abbia la documentazione necessaria ad esprimere un parere di simile portata. Stiamo parlando di enti pubblici, non di aziende che devono mantenere il segreto industriale: ci chiedono di discutere e dare un parere su una cosa che nemmeno possiamo vedere. La cosa poi ancora più originale è che vengo indirizzata al verbale della seduta del consiglio comunale dove sono state mostrate alcune slide poco significative. Ma il verbale è solo audio, quindi quanto trasmesso in video non possiamo vederlo».
Si pongono, dunque, secondo Gaifas, due tipi di problema: il primo è quello della scelta consapevole, che si può fare nel momento in cui ci sono gli elementi per arrivare a una valutazione. Ad oggi quegli elementi non ci sono. E poi c’è il tema della partecipazione popolare: «Anche in questo caso non si è capito quale sarà il percorso, quando si comincia e su quali progetti pubblici e visibili si potrà fare un tale percorso. Teniamo conto che ora, sotto elezioni, il consiglio comunale e l’amministrazione di fatto non potranno più decidere nulla. Dal 12 aprile sarà normale amministrazione o eventualmnete decisioni straordinarie. Quindi il consiglio comunale, che ha atteso due anni per poi vedersi presentare un progetto incomprensibile, non avrà più voce in capitolo. E per quanto riguarda i territori, la popolazione, stiamo andando verso l’estate: se il percorso partecipativo sarà fissato in agosto non credo abbia grande senso».
Perplessa, Gaifas, anche sul fatto che gli enti non si parlino tra loro e non si confrontino: «Magari anche i tecnici del Comune, che conoscono bene il territorio, potrebbero dare suggerimenti ed evitare abbagli. Andare 70 metri sotto terra, ad esempio, potrebbe essere problematico visto che c’è la falda dell’Adige. Ne avranno tenuto conto? Ad oggi è impossibile saperlo».
«Credo – concludere Gaifas – che ci sia un diritto ad essere informati, ma qui ogni occasione pare voglia andare in senso opposto. Non so se sia voluta a o meno, sta di fatto che dopo lunga attesa, le sedute convocate e poi cancellate, le ripetute richieste andate a vuoto, ad oggi non abbiamo ancora in mano nulla che ci permetta di valutare ed esprimere la nostra opinione su un’opera di così grande impatto.