La grande opera

venerdì 23 Febbraio, 2024

Bypass di Trento, le analisi sui terreni di scavo rivelano idrocarburi a nord e arsenico a sud

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Istruttoria in corso al Ministero dell’Ambiente. Scalo Filzi: idrocarburi pesanti sopra i limiti. Mattarello: sforano arsenico, rame, piombo. Per trasportare tutto il materiale di scavo serviranno 48mila viaggi in camion

I risultati preliminari delle analisi sugli inquinanti all’ex Scalo Filzi, l’area dove sarà realizzata la galleria artificiale della circonvallazione ferroviaria di Trento, confermano la presenza di idrocarburi pesanti in una fascia superficiale del terreno, risalenti forse ad un deposito di carburante colpito dalle bombe durante la Seconda guerra mondiale. Peraltro, superi di livelli di rischio di inquinamento in quest’area erano stati rilevati anche nelle analisi precedenti, del febbraio 2022, con idrocarburi pesanti, piombo (non tetraetile come alla ex Sloi), benzopirene che superavano la concentrazione soglia per siti ad uso verde o residenziale ma erano sotto la soglia di rischio per siti ad uso commerciale o industriale. A nord dell’ex scalo, invece, verso l’area sequestrata dalla Procura di Trento a ridosso del cavalcavia dei Caduti di Nassiriya, gli inquinanti presenti sono di diversa natura, idrocarburi più simili a quelli prodotti e poi dispersi nell’area ex Carbochimica, nel sito di Trento nord da bonificare. Ma qualche problema di inquinamento spunta fuori anche nell’area del cantiere sud del bypass, a Mattarello. Secondo il rapporto del Consorzio Tridentum – il raggruppamento di imprese guidato da Webuild con la trentina Collini a cui è stato assegnato l’appalto del bypass – allegato al Piano di utilizzo dei materiali da scavo attualmente in istruttoria al Ministero dell’Ambiente, nelle aree di deposito intermedio delle terre e rocce da scavo in località Acquaviva sono state superate le soglie di contaminazione, sempre riferite a verde e residenziale, nel caso di rame, piombo e arsenico. All’imbocco sud della galleria del bypass dovrebbero partire i lavori di scavo, per i quali è previsto un traffico di 8.831 viaggi di camion nell’arco di un anno. All’imbocco nord invece bisogna aspettare i risultati della caratterizzazione. Poi, sono previsti, sempre in un anno, qualcosa come 40mila viaggi. In tutto quindi lo smaltimento delle terre da scavo e il trasporto di cemento, gabbie, acciaio e calcestruzzo per il bypass vedrà sulle strade oltre 48mila viaggi in dodici mesi, in media più di 130 al giorno.
Il cantiere nord
I dati sono tratti dai documenti depositati al Ministero dell’Ambiente nell’ambito della valutazione di impatto ambientale del bypass, ora in istruttoria presso la Commissione tecnica Pnrr-Pniec (anche se l’opera non è più finanziata dal Pnrr, vedi sotto). La caratterizzazione ambientale dell’area dell’ex Scalo Filzi, ricorda l’Agenzia provinciale per l’ambiente Appa a Rfi e al Ministero, comprende 50 sondaggi, di cui 35 all’interno dello scavo della trincea, 12 all’interno della galleria artificiale e 3 nell’area di scavo dell’intervento di deviazione del rio Lavisotto. La necessità di questa analisi ambientale integrativa, spiega a sua volta Damiano Beschin di Rfi al Ministero, fa sì che saranno avviati solo i lavori di scavo nell’area dell’imbocco sud. I risultati delle analisi, ha precisato ieri mattina Gabriele Rampanelli dell’Appa alla riunione del Comitato tecnico-scientifico dell’Osservatorio bypass (vedi sotto), saranno disponibili entro una settimana-dieci giorni, verranno presentati prima in Procura, dove è aperta l’indagine per disastro ambientale, e poi al Comitato, che ieri aveva questo punto all’ordine del giorno ma l’ha rinviato alla prossima riunione del 4 marzo. Nei documenti presentati sulle terre da scavo, comunque, si ricordano le analisi allo Scalo Filzi del febbraio 2022, dove gli idrocarburi pesanti avevano raggiunto una concentrazione di 240 milligrammi al chilo, rispetto ad un limite residenziale di 50 e ad un limite industriale di 750, il piombo arrivava a 300 rispetto a 100 residenziale e 1.000 industriale, il benzo(a)pirene era a 0,45 milligrammi al chilo rispetto al limite di 0,1 residenziale e 10 industriale.
Il cantiere sud
A Mattarello invece il cantiere dovrebbe procedere. Ma la relazione tecnica del Consorzio Tridentum sulle analisi delle aree di deposito intermedio delle terre da scavo in località Acquaviva rivela situazioni di potenziale inquinamento, regolarmente notificate alle autorità competenti entro le 24 ore successive al riscontro. In particolare, sforano le soglie di rischio per il residenziale – ma non per l’industriale e neanche per l’agricolo – l’arsenico, a 22,5 milligrammi al chilo contro il limite di 20 per il verde e di 50 per l’industriale, il rame, a 131 rispetto a 120 e 600, il piombo, a 105 milligrammi al chilo contro 100 per il residenziale e 1.000 per il commerciale.
Tutti i camion del bypass
Nel cantiere nord, quando potrà partire, sono previsti due flussi di traffico per smaltire le terre da scavo e portare i materiali da costruzione. Quello che riguarda la galleria artificiale prevede 3.015 viaggi in un anno per terre e rocce e 6.801 per cemento, gabbie, acciaio, calcestruzzi. Il flusso per la trincea stima invece 8.533 viaggi per i materiali scavati e 21.515 per i materiali da costruzione. Totale: 39.864 viaggi nell’arco di poco più di un anno. Nel cantiere sud i viaggi previsti sono 6.150 per le terre e 2.681 per gabbie, acciaio, calcestruzzo. Totale 8.831. Totale generale: 48.695 viaggi per le strade di Trento.