Il progetto
giovedì 20 Aprile, 2023
di Simone Casciano
Entrano nel vivo le operazioni di realizzazione del bypass-ferroviario di Trento e l’obiettivo è quello di non fermarsi per i 1200 giorni previsti per ultimare i lavori. 7 giorni su 7, 24 ore su 24, questo l’impianto dei lavori a ciclo unico che saranno suddivisi su 4 turni. A spiegare il piano, con cui si procederà da qui in avanti, sono state le aziende aggiudicatarie della gara d’appalto del valore di un miliardo e 200 milioni di euro nel corso di una conferenza stampa al palazzo della Regione in piazza Dante. I rappresentanti del Consorzio Tridentum, che riunisce le imprese responsabili del lavoro e il team di progettazione che seguirà il disegno steso da Rfi e Italferr, hanno spiegato come intendono muoversi ora che hanno preso possesso delle aree a nord e a sud di Trento che saranno interessate dai lavori. Prima di procedere a realizzare la galleria vera e propria, si dovrà operare sui due imbocchi, operazioni che avranno un effetto sulla vita delle persone.
Si comincia a sud
«Partiremo con le aree di Mattarello – spiega Corrado Bianchi geometra capo-cantiere del consorzio Tridentum – Con il primo maggio faremo una bonifica dell’area, poi cominceremo le attività di deviazione provvisoria di via Nazionale. Qui il nostro obiettivo è di iniziare da metà giugno e completare tutto entro il febbraio 2024». Diverso l’approccio per la zona nord di Trento. «Entro il 10 maggio iniziano le demolizioni, lo spostamento provvisorio della strada invece dovrebbe avvenire tra la fine di settembre e la metà di ottobre». Anche in questo caso l’obiettivo è quello di ripristinare la normalità dell’assetto viario entro marzo 2024.
Traffico e rumori
Inevitabile però che queste operazioni causeranno problemi. «Dobbiamo dirci in tutta franchezza che azzerare i disagi è impossibile» spiegano i progettisti. Nodo cruciale sarà proprio quello di Trento nord. «Temiamo di contribuire ad aumentare il traffico attuale – ammette Bianchi – Non tanto per i nostri camion, che rappresentano il 2% del volume totale di transito, ma perché andremo a creare una chicane che avrà un impatto». Su questo contesto andrà a pesare la mancata realizzazione della rotonda di Campo Trentino. L’altro tema è quello dei rumori soprattutto la notte. «Abbiamo preso l’impegno di non lavorare nelle ore notturne quando saremo più vicini alle aree abitate e cercheremo di rispettarlo – dice Bianchi – Dico anche però che prima finiamo i lavori, prima togliamo il disturbo». Per evitare vibrazioni ulteriori è stato specificato che per rompere il calcestruzzo sono state preferite delle pinze ai martelli pneumatici. Inoltre saranno installati dei robot con i quali monitorare la situazione e intervenire in caso di disagi.
Presente all’incontro, il sindaco di Trento Franco Ianeselli ha chiesto comunicazione tempestive. «I trentini sanno far fronte ai disagi – ha detto il primo cittadino – A patto però che siano messi a conoscenza per tempo di quello che succede». Rassicurazioni in questo senso sono arrivate da Rfi, Paola Firmi ha specificato che saranno organizzati ulteriori momenti di condivisione e sarà realizzato un info point permanente alla stazione di Trento dove comunicare alle persone i vari passaggi. Solo una volta completati questi lavori l’opera di scavo della galleria potrà iniziare, con un sistema all’avanguardia
Quattro frese per due gallerie
Le quattro frese tubolari tbm rappresentano da sole il 20% dell’importo dei lavori affidati. Basterebbe questo dato a raccontare la loro importanza. Del resto sono i macchinari chiamati a scavare la galleria a doppia canna, lunga 10,6 chilometri, con diametro esterno di 9,30 metri e con bypass di collegamento ogni 500 metri, e a rimuovere in totale 2 milioni di metri cubi di materiale. Solo per operare queste quattro macchine, che lavoreranno in coppia salendo da sud e scendendo da nord, servono 440 operai. Il pregio di questa lavorazione, diversa da quella impiegata alla Loppio-Busa, è che rende le operazioni più simili a quelle industriali che a quelle di un cantiere edilizio, con un vantaggio notevole per i lavoratori coinvolti.
I mille
La forza impiegata nel cantiere dipenderà dal momento, ma al suo picco la previsione è che, tra operai e tecnici, saranno in più di mille. Per la loro sistemazione il consorzio ha individuato due aree. A nord nella zona dell’interporto, dove si troverà il campo principale e la mesa. A sud invece a Besenello dove sorgeranno sia uffici sia un campo. Di operai specializzati in questo tipo di lavoro in Trentino non se ne trovano. Probabile che arriveranno quasi tutti dal centro-sud Italia. «Portano qui un valore – ha detto il sindaco Ianeselli – L’auspicio è che possano diventare parte della comunità, non vogliamo che siano estranei alla città».
La protesta
Mentre dentro il palazzo della Regione si teneva la conferenza stampa, al suo esterno andava in scena la contestazione. Un termine usato non a caso visto che i manifestanti hanno organizzato una vera e propria farsa comica in cui, con maschere e costumi, hanno impersonato gli stessi protagonisti dell’evento ufficiale. «Abbiamo voluto scherzare e prenderli in giro, tanto non c’è speranza che si confrontino con noi – ha detto Fulvio Flammini, portavoce di Sbm – Ma non c’è resa, la battaglia proseguirà».
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