Il presidio
martedì 4 Aprile, 2023
di Elisa Egidio
Traffico in tilt in via Brennero per il presidio No Tav che si è svolto ieri a partire dalle 18 contro la trivella già posizionata all’altezza dell’edificio della Cassa Rurale, che il progetto di circonvallazione prevede di abbattere, nel punto esatto in cui entreranno le due frese per scavare le due gallerie dentro la montagna. Il disagio della mobilità di ieri è stato dunque solo un banco di prova di quello che potrebbe avvenire a lavori avviati. Lo snodo di via Brennero, nell’orario di punta, avrebbe potuto diventare la scena di un disaster movie da far invidia a Roland Emmerich: le auto che rallentano, gli autobus bloccati, con il nervosismo che via via si fa palpabile. Poteva succedere, ma alla fine non è successo, con una manifestazione che si è fatta sentire sulla viabilità ma che non l’ha del tutto bloccata.
Alcuni automobilisti agitavano le mani sul volante, altri rifiutavano i volantini dai manifestanti e li apostrofano mentre attraversano ripetutamente avanti e indietro le strisce pedonali. Una ragazza per poco non si fa investire. Ma non sono mancate, anche se minoritarie rispetto al disagio e alla rassegnazione della maggior parte degli automobilisti, le manifestazioni di solidarietà, come pugni alzati in segno di condivisione della lotta contro la circonvallazione.
Sul posto le forze dell’ordine, tra cui il Reparto Mobile della Polizia, con una camionetta di vedetta e gli agenti in tenuta antisommossa, la Digos e un funzionario di Trentino Trasporti incaricato verificare eventuali problemi logistici e procedere, se necessario, con la deviazione del traffico. Un’ipotesi che ieri non si è verificata, nonostante la folla nutrita di manifestanti, almeno cento, di tutte le età, tra cui anche alcuni bambini. Armati di tamburi e pentole, secondo la pratica di origine sudamericana nota come “casserolada”, hanno dunque scandito il motto «Non si può morire di piombo tetraetile», con tanti altri slogan scritti sui manifesti e urlati in strada: «Per il vostro profitto come sempre siete pronti ad uccidere», «Sloi significa morte», «Salviamo Trento dalla circonvallazione Tav/Tac», «Militarizzare è diventato come mangiare…Alla faccia della libertà d’espressione!». E ancora, per ingraziarsi gli automobilisti imbottigliati nel traffico: «Scusateci per il disagio, opponiamoci a un disastro», con il volantino distribuito alle auto ferme in colonna che definisce la circonvallazione come «un’opera inutile, costosissima ma soprattutto distruttiva»: «Sia per l’ambiente che per la vivibilità dell’intera città — si legge nel testo — e che non è mai stata sottoposta al giudizio degli abitanti, ma imposta dall’alto con il parere quasi unanime delle istituzioni pubbliche».
E ancora: «La circonvallazione è un’enorme galleria ferroviaria dentro la Marzola, collegata alla linea attuale all’altezza di San Martino e di Mattarello». Sotto accusa dunque gli scavi «senza cautele nelle aree inquinate di Trento Nord, tra la Sloi e la Carbochimica». «Al posto delle trivelle per gli inquinanti», si legge nel volantino, riferendosi ai sondaggi richiesti nelle aree inquinate, «vengono invece installate trivelle per far procedere gli scavi che potrebbero movimentare quei veleni». I No-Tav tirano in ballo anche l’amministrazione comunale: «Il Comune ha appena votato che se ci fossero degli inquinanti dovrebbero fermare i lavori, ma continuano. Il problema è che non è qui che sono gli inquinanti, ma nella Sloi e Carbochimica, dove hanno intenzione di scavare fino a 13 metri e di movimentare un centinaio di migliaia di metri cubi. Se il cantiere parte, vuol dire che non si fermeranno davanti ai rischi della nostra salute».
Al presidio, ieri, anche l’avvocato Marco Cianci che, sulla modalità di rilevazione, aggiunge: «Prima di tutto bisogna caratterizzare i terreni e fare un piano dei rischi, indagare cosa c’è sotto i binari. Una volta verificato questo, bisognerebbe approntare tutte le cautele». Il presidio di ieri si ripeterà anche oggi, nello stesso punto, in un luogo nevralgico per la viabilità cittadina. Sempre alle 18.