Opere
sabato 25 Febbraio, 2023
di Francesco Terreri
«Visti gli importanti finanziamenti ottenuti con l’emendamento delle deputate Sara Ferrari e Vanessa Cattoi, l’Appa eseguirà ulteriori accertamenti sull’inquinamento anche al di sotto dell’area ferroviaria». Lo ha annunciato il vicepresidente della giunta provinciale Mario Tonina durante la conferenza stampa di ieri a Nogaredo. L’Appa, l’Agenzia provinciale per l’ambiente, replicando all’allarme della Circoscrizione Centro storico Piedicastello, conferma che «sulla base degli esiti delle indagini di caratterizzazione dei terreni finora eseguiti nelle aree del Sin (Sito di interesse nazionale ndr) Trento nord, non si rileva alcuna evidenza di una possibile migrazione di piombo organico dall’area ex Sloi all’area ex Carbochimica, ad opera della falda. Questo non esclude che, in generale, l’area sottostante alla ferrovia possa essere stata in passato interessata da eventi di contaminazione accidentale o indotta, di cui non è presente evidenza allo stato attuale».
Di fronte alla reiterata richiesta del presidente della Circoscrizione Claudio Geat e dei movimenti critici sul progetto del bypass ferroviario, Tonina ora annuncia che verranno fatti ulteriori controlli con i 2 milioni di euro ottenuti in Finanziaria dalle deputate trentine. «Visti gli stanziamenti cospicui per indagini ulteriori, Appa ritiene opportuno che vengano eseguiti accertamenti anche al di sotto dell’asse ferroviario al fine di verificare la sussistenza o meno di una possibile contaminazione di tali terreni e addivenire ad una certezza definitiva dello stato dei luoghi».
L’esclusione del rischio inquinamento dal versante ex Carbochimica, in ogni caso, non risolve i problemi dell’impatto dei siti inquinati sul progetto circonvallazione ferroviaria, che a marzo, tra poche settimane, vedrà partire i lavori preliminari. Intanto il consigliere comunale di Onda Andrea Maschio contesta le stesse conclusioni dell’Appa. «Di cosa stiamo parlando?» dice Maschio. Quella dell’Appa è «una presa di posizione che viaggia non tanto sulle evidenze scientifiche quanto su deduzioni».
Per escludere l’inquinamento da piombo tetraetile nella ex Carbochimica, «non ci si basa sulle analisi sotto la ferrovia ma su analisi vecchie, che peraltro, per loro stessa ammissione, hanno presentato tracce di piombo». La tesi secondo cui la contaminazione trasversalmente all’asse ferroviario è poco realistica «si commenta da sola». Per quanto riguarda l’affermazione dell’Appa per cui «qualora venissero rilevate contaminazioni del sito dovranno essere attivate le procedure previste dalla legge», Maschio commenta: se ancora non vi è una metodologia operativa definita per le zone più adiacenti alle abitazioni, in che modo si farà? Come verrà garantito di lavorare in spazi confinati per le lavorazioni dei diaframmi, dei tappi di fondo e degli scavi se già oggi la cosa risulta molto al limite? «A risolvere questi interrogativi – conclude il consigliere – serve quel progetto pilota votato in consiglio comunale e volutamente disatteso».
La nuova linea ferroviaria ad alta capacità, tuttavia, toccherà anche l’area ex Sloi, dove la presenza di inquinanti pericolosi come il piombo tetraetile è nota. «Per l’ex Sloi c’è il progetto predisposto con una serie di elementi che comprende la bonifica» ricorda l’assessore comunale alla mobilità Ezio Facchin. Che per il resto ribadisce che «l’agitazione non ha motivo di essere, il presidente della Circoscrizione Geat ha tenuto tutti sulla corda, ma aveva sbagliato a leggere i sondaggi, aveva scambiato l’ubicazione tra le due aree. Comunque andiamo a fare un nuovo sondaggio sotto l’area ferroviaria, grazie ai finanziamenti dell’emendamento Ferrari-Cattoi».
Lo scavo della nuova linea ferroviaria sotto la collina, da Mattarello a Trento nord, che è stato affidato da Rete Ferroviaria Italiana alla cordata di imprese guidata da Webuild con le trentine Collini Lavori e Sws Engineering, produrrà secondo i calcoli preliminari 2 milioni e mezzo di metri cubi di materiale inerte.
Nei giorni scorsi, su sollecitazione del gruppo consiliare di Fratelli d’Italia in Comune, l’amministrazione ha chiarito che circa 700mila metri cubi di quel materiale, più di un quarto del totale, finirà nella ex discarica di Sardagna per chiuderla definitivamente. Come ha precisato l’assessore Facchin in Consiglio comunale, si tratta di 175mila metri cubi più altri 500mila metri cubi tra contenimento geotecnico, cioè la stabilizzazione della frana che si è creata nella ex discarica, e pacchetto di chiusura della discarica. I timori riguardano proprio il rischio che a Sardagna arrivi materiale contaminato.
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