Il dossier
martedì 28 Marzo, 2023
Bypass ferroviario, per Rfi non c’è «nessuna criticità» alla Sloi e all’ex Carbochimica
di Davide Orsato
I dati del monitoraggio ambientale in consiglio comunale: «Con i lavori svolti in una struttura chiusa, rischi minimi nei due siti industriali»

«Nessuna criticità per cittadini e lavoratori e le precauzioni adottate sono sufficienti per evitare il rischio inquinamento, anche da piombo e idrocarburi». Sono arrivati durante il consiglio comunale di questa sera, martedì 28 febbraio, i risultati della campagna pilota di monitoraggio ambientale. I risultati sono stati elaborati dall’università di Tor Vergata sulla base delle analisi condotte da Rete Ferroviaria italiana e Italferr, e a cui ha partecipato anche anche l’Appa. A presentarli diversi tecnici, per l’appunto, di Rfi: «Nessuna criticità emersa dal monitoraggio ambientale nel “cantiere pilota” nei due Siti di Interesse Nazionale, Sin ex Sloi ed ex Carbochimica», è la sintesi. Il focus era per l’apunto sulle due ex aree industriali, interessate dagli scavi e al centro delle preoccupazioni di molti cittadini. Secondo l’analisi di Rfi e Italferr, «I dati raccolti sul campo danno evidenza, in particolare, che i valori del piombo tetraetile sono sotto la soglia di misurabilità in tutte le fasi delle rilevazioni (ante operam, durante e dopo il monitoraggio) e di gran lunga inferiori alle simulazioni effettuate in fase di progettazione». Le aziende, inoltre, spiegano che le attività di analisi, iniziate a settembre e concluse a dicembre, «hanno permesso di monitorare oltre 50 parametri con particolar riferimento al piombo e piombo tetraetile per l’area Sloi ed Armanelli e agli Idrocarburi per la carbochimica e il Lavisotto. Le indagini hanno mappato le caratteristiche dei suoli, dei vapori, dell’aria, delle acque di falda e dei sedimenti. Gli esiti, che verranno pubblicati online sul sito dell’Osservatorio ambientale e per la sicurezza sul lavoro, confermano che le precauzioni adottate nel progetto per limitare la dispersione di polveri e vapori permettono di escludere rischi per la popolazione residente».
Lo studio modellistico, informa sempre Rfi, è stato elaborato dal Laboratorio di ingegneria ambientale del dipartimento di ingegneria civile e ingegneria informatica dell’università romana, è stato condotto con la finalità di valutare l’esposizione incrementale per i lavoratori e residenti legata alle attività di scavo di suolo contaminato o potenzialmente contaminato, così come l’effettiva necessità di realizzare le attività di scavo all’interno di un’apposita struttura chiusa per evitare la dispersione degli inquinanti. Allo stesso tempo, obiettivo della ricerca è stato quello di definire i parametri da monitorare in corso d’opera per il controllo dello stato di esposizione dei lavoratori, e per la verifica dell’efficacia del sistema di filtraggio e confinamento previsto in progetto.
«A partire dalla situazione attuale delle aree, riscontrate nelle indagini di caratterizzazione validate a suo tempo dagli enti ambientali preposti – hanno detto i tecnici in consiglio – sono state eseguite diverse simulazioni per quantificare le concentrazioni attese in aria che potrebbero prodursi a seguito delle attività di scavo. Le simulazioni sono state fatte considerando l’assenza e la presenza della struttura chiusa (in ambiente confinato), e non considerando cautelativamente i fenomeni di attenuazione delle contaminazioni nel tempo e le misure di mitigazione previste per l’abbattimento delle polveri in cantiere (bagnatura, lavaggio ruote, spazzolatura, barriere). Infine, le modellazioni sono state confrontate con le misure del cantiere pilota per verificare l’attendibilità del modello».
Rischi bassi, dunque, ma i lavori dovranno essere svolti al chiuso (prevista la realizzazione di una tensostruttura): «Eseguire i lavori in una struttura chiusa – la conclusione – permette di abbattere le emissioni, assicurando la tutela della popolazione e dei lavoratori. Sulla base degli esiti delle simulazioni è stato infine definito il dataset analitico per strutturare il piano di monitoraggio ambientale che consentirà di verificare la qualità dell’aria durante la realizzazione dell’opera».
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