Grandi opere
domenica 19 Novembre, 2023
di Simone Casciano
Non bastano nemmeno le 24mila luci a led dell’albero di natale in piazza Duomo a Trento a diradare le ombre attorno al cantiere della circonvallazione di Trento. L’ipotesi che i fondi del Pnrr per l’opera vengano sacrificati si fa sempre più strada portando conseguenze e preoccupazioni.
Ianeselli: «I patti vanno rispettati»
I fatti dei giorni scorsi sono i seguenti: è in corso una trattativa tra Fitto e Salvini. Il primo ha il compito di tagliare parte dei progetti finanziati con il Pnrr, il secondo è impegnato a proteggere quelli del suo ministero. Ma per salvare il terzo valico, il collegamento Genova-Milano, pare che Salvini sia favorevole a concedere lo stralcio dei fondi previsti dal Pnrr per l’opera di Trento. Un «do ut des» che soddisfa le richieste dei due ministeri, ma viene meno a quella promessa fatta dallo stesso Salvini un mese fa. Quando proprio a Trento, munito di archetto e slide power point, presentava «L’Italia dei sì» e prometteva di blindare i fondi e portarne per altre opere.
Il sindaco di Trento Franco Ianeselli premette che non c’è ancora nulla di certo. «E questo è parte del problema, non sappiamo se è così. Quello che sappiamo è che è stata fatta una verifica dello stato di avanzamento dei lavori». Una procedura standard però che è stata fatta per tutti i cantieri avviati con il Pnrr. «La risposta data dai committenti, dal Comune e dall Provincia e soprattutto da Appa è che anche con la bonifica si riesce a stare nei tempi».
Ergo la decisione di ritirare i fondi del Pnrr non ha giustificazione in eventuali ritardi del cantiere. «La questione è politica – specifica Ianeselli – Se si va verso il finanziamento ordinario è per una precisa scelta di Salvini che ritiene più importante la Liguria del Trentino. Ma quando è venuto qui ha dato ben altre garanzie io resto a quello che ha detto». Va specificato che anche senza i fondi del Pnrr l’opera sarebbe comunque coperta tramite finanziamento ordinario. In questo caso però verrebbe meno l’obbligo di completare al più presto l’opera e i tempi potrebbero allargarsi. «Il Pnrr è meglio perché impone scadenze precise. Dire che senza non ci sono i soldi per costruire la galleria invece è una leggenda da sfatare. L’opera è iniziata, sono state acquistate le frese. Ed è un’opera che serve, perché apre ad altre opportunità, come l’interramento della ferrovia, e sposta da gomma a rotaia le merci con un beneficio ecologico». Ragione per cui l’opera va fatta, meglio se restando nei tempi. «Come amministrazioni ci impegniamo per far mantenere i tempi. Ma il rischio c’è. Trento non si merita un cantiere infinito». L’appello a Salvini è quello di mantenere le promesse, a Fugatti di chiarire con il suo ministro di riferimento. «Sarebbe brutto se da un giochino di pesi politici emergesse che il Trentino conta poco. Magari è ora che qualcuno la smetta di litigare sulla giunta e si metta a fare gli interessi del Trentino. Che chiami il Mit e metta in sicurezza l’opera, facendo mantenere le sue promesse al ministro Salvini».
Fugatti: «Nessun riscontro»
Del tema ha parlato anche il presidente Fugatti, nel corso della conferenza stampa in cui ha presentato la nuova giunta della Provincia. Il governatore ha cercato di gettare acqua sul fuoco acceso dalla trattativa politica in corso tra Fitto e Salvini. «Da quanto ho potuto verificare non c’è ancora nulla di certo – ha detto Fugatti – È chiaro che in un ottica di monitoraggio venga verificato lo stato di avanzamento dei lavori delle opere finanziate con il Pnrr. La nostra risposta è che possiamo restare nei tempi. Il finanziamento ordinario comunque dà garanzia di copertura e non siamo preoccupati dal rischio allungamento dei tempi».
Sinistra italiana: «Rischio buco nero»
Sul tema è intervenuta anche Sinistra italiana denunciando che allo stato attuale «quello che abbiamo sempre definito un progetto scellerato rischia di diventare un buco nero, un cantiere aperto a tempo indeterminato che avrà sconvolto e messo a rischio la salute dell’ambiente e dei cittadini senza arrivare a conclusione».
Casa Autonomia: «Fondi soffiati»
Quasi ironica la nota diffusa da Casa Autonomia secondo cui «qualora confermata questa notizia si configurerebbe come una tragica beffa. Particolarmente rivolta a chi Fugatti, Salvini e affiliati leghisti vari se li è bellamente votati meno di un mese fa».
Concludendo che «far gravare tutti i costi del bypass su Rfi potrebbe infatti determinare una complicatissima stagione a venire dove l’opera viabilistica potrebbe non partire o peggio ancora non concludersi mai. Immaginate un cantiere aperto, all’infinito con tutte le problematiche annesse e connesse alle attività di bonifica e di gestione degli inquinanti».
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