Reazioni

domenica 24 Settembre, 2023

Bypass, Ianeselli: la stazione serve «Avanti con la bonifica»

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Rete dei Cittadini: fermate tutto. Mercoledì Consiglio straordinario

Le reazioni all’esclusiva de Il T pubblicata ieri sono molte. La notizia che si stia studiando un tracciato alternativo per evitare di bloccare la circonvallazione a causa degli idrocarburi a sud del cavalcavia di Nassirya ha messo in allarme molte realtà. Anche perché, nelle ipotesi, i nuovi tracciati andrebbero a modificare pesantemente il progetto. Tra le ipotesi di tracciato c’è quello che prevede una risalita veloce della linea — da meno 14 metri all’uscita nord della galleria — per portarsi in superficie senza impattare con gli inquinanti già all’altezza di Nassirya. Così la stazione provvisoria sullo Scalo Filzi non si potrebbe fare, perché i treni non si fermano in salita, e a quel punto non si potrebbe fare alcun interramento della linea cittadina, il sogno del sindaco Franco Ianeselli.
Il sindaco: la stazione serve
Non a caso il sindaco pone l’accento sulla stazione provvisoria nel commentare la notizia data ieri da questo giornale: «Per il Comune di Trento è essenziale che il progetto preveda la stazione provvisoria all’ex Filzi, premessa indispensabile al progetto integrato e all’interramento dei binari della linea storica. Inoltre riteniamo che la circonvallazione ferroviaria sia un’occasione irrinunciabile per affrontare il tema della messa in sicurezza delle aree di Trento Nord». Ianeselli si dice però rassicurato dalle dichiarazioni di Rfi: «La quale assicura che “l’opera continua secondo quanto approvato e condiviso”».
FdI: confermati i dubbi
Dichiarazioni che però non convincono la deputata trentina Alessia Ambrosi, che parla di «timide smentite di rito»: «L’accuratezza e l’autorevolezza del lungo e dettagliato servizio giornalistico pubblicato ieri — afferma l’esponente di Fratelli d’Italia — impongono con urgenza chiarimenti del tutto esaustivi che vadano al di là di quelle che paiono sinora timide smentite di rito. Dovremmo tutti considerare, anche chi pare averlo dimenticato — sottolinea — che priorità assoluta di ogni azione politica degna di questo nome dovrebbe sempre essere la salute dei cittadini. Restiamo intanto in attesa di valutare quel che emergerà non abbassando la guardia e vigilando perché su questa delicatissima vicenda ci sia la massima trasparenza».
Dello stesso partito di Ambrosi è la consigliera provinciale Katia Rossato: «Da due anni a questa parte, interrogazione dopo interrogazione sia in Consiglio provinciale che in Consiglio comunale a Trento, Fratelli d’Italia ha sempre espresso senza mezze misure le proprie perplessità in merito a questo tracciato del Passante ferroviario nel tratto cittadino. Preoccupazioni — osserva — che hanno cominciato a concretizzarsi durante i lavori per la bonifica delle rogge sul rio Lavisotto a seguito della puzza che ne è scaturita a più riprese». E così prosegue: «Ora la scoperta della presenza di “troppi” inquinanti allo Scalo Filzi, quando sappiamo benissimo cosa era stato trovato anche dall’altra parte della ferrovia solo qualche anno fa, in prossimità di strutture per l’infanzia e della scuola primaria Schmid. Si sapeva benissimo che scavare all’altezza delle aree inquinate sarebbe stato un azzardo, non ci sono scusanti. Ma si è voluto procedere comunque, nonostante la situazione avesse palesato da subito le proprie criticità». La consigliera Rossato punta il dito contro Franco Ianeselli: «Sono altresì sconcertata dalle dichiarazioni delle ultime ore del sindaco di Trento che sembra non aver compreso bene la gravità della situazione e che ancora si ostina a chiedere la stazione provvisoria all’ex Scalo Filzi. Forse farebbe meglio a cospargersi il capo di cenere e quantomeno a tacere, invece di proseguire sulla stessa linea ottusa che ci ha portati a questa situazione». E la conclusione: «Ora urge una soluzione in tempi rapidi, soluzione che preveda l’abbandono del passaggio dalle aree di Trento nord e dall’ex Scalo Filzi, perché altre strade per salvaguardare la salute dei cittadini non ce ne sono»
Sinistra e Rete: fermare tutto
Sul versante politico opposto, è invece la segretaria di Sinistra italiana Renata Attolini a intervenire: «Improvvisamente scoppia la bomba, allo Scalo Filzi ci sono troppi inquinanti, proprio come dicevano i No Tav. Ebbene — aggiunge — a dirlo erano stati anche istituzioni e partiti, come la Circoscrizione Centro storico Piedicastello e Sinistra Italiana». E sulle ipotesi di nuovi tracciati, in particolare di un’uscita anticipata della linea ferroviaria in superficie per evitare l’inquinamento, la segretaria è netta: «Anche uscendo prima, ci si muoverebbe comunque dentro la zona inquinata e, nel progetto approvato per diventare esecutivo, una prescrizione del comune di Trento impone di spostare l’uscita del tunnel di 165 metri più a nord». Se però si dovesse procedere con modifiche di tracciato, per Attolini «tutto deve essere rimesso in discussione, con un nuovo progetto di fattibilità tecnico economica che dovrà passare al vaglio della consultazione dei cittadini e delle conferenze dei servizi». E l’ultima osservazione: «Non si finirà mai in tempo per il 2026».
Per i comitati contrari al bypass le ipotesi allo studio per evitare le aree inquinate servirebbero per «salvare il salvabile» e di fronte a queste notizie la posizione della Rete dei Cittadini è chiara: «Le autorità locali e Rfi devono fermare la realizzazione del progetto attuale. È ormai evidente a tutti che il rispetto della legge e la tutela della salute dei cittadini non consentono soluzioni improvvisate». E ancora: «Le notizie di ieri dimostrano ancora una volta che senza il controllo dei comitati si sarebbe esposta la popolazione a un rischio inaccettabile per realizzare un progetto sbagliato». Per questo la Rete dei Cittadini «continuerà a monitorare l’operato degli enti locali, di Rfi e delle imprese con tutte le proprie energie». «Lo scempio — afferma il comitato — deve finire».
Consiglio straordinario
Di circonvallazione si parlerà anche il prossimo mercoledì in Consiglio provinciale, che si riunirà a poche settimane dal voto su richiesta delle minoranze.