Grandi opere
domenica 12 Novembre, 2023
di Francesco Terreri
La Procura europea ha aperto un’indagine sulla gara d’appalto della circonvallazione ferroviaria di Trento. L’inchiesta è stata assegnata alla sede di Venezia della Procura e in particolare alla procuratrice europea delegata Emma Rizzato, che ha affidato le audizioni di persone informate dei fatti al Nucleo di polizia economico-finanziaria di Trento della Guardia di Finanza. I primi colloqui sono già avvenuti. L’indagine è nella fase preliminare. Operativa dal 2021, la Procura europea – Eppo cioè European Public Prosecutor’s Office – è un ufficio indipendente dell’Unione europea composto da magistrati che hanno la competenza di individuare, perseguire e rinviare a giudizio gli autori di reati a danno del bilancio dell’Ue, come la frode, la corruzione o le gravi frodi transfrontaliere in materia di Iva. Nel 2022 la Procura aveva in corso 1.117 indagini in tutta Europa, per un danno complessivo presunto di 14,1 miliardi di euro e il congelamento di 359 milioni deciso dai giudici nell’ambito delle inchieste. In questo caso, l’indagine riguarda il bypass perché l’opera è finanziata da fondi europei. All’origine dell’inchiesta c’è l’esposto presentato il 5 aprile scorso dai Comitati contrari all’opera.
L’esposto era stato presentato anche alla Procura di Trento, che però a luglio ha aperto un’inchiesta su una pista differente, ipotizzando i reati di inquinamento ambientale e disastro ambientale, con accertamenti delegati ai carabinieri del Noe e ai tecnici di Appa, l’Agenzia provinciale per l’ambiente. Un’inchiesta che si sta concentrando sui rischi ambientali del progetto bypass e sull’estensione dell’inquinamento al di fuori del sito di interesse nazionale Trento nord, cioè delle aree inquinate ex Sloi ed ex Carbochimica.
L’inchiesta della Procura europea, invece, per competenza si concentra su presunte irregolarità nell’ambito della procedura di approvazione del Progetto di fattibilità tecnico-economica e dell’appalto del bypass, sulla presunta turbativa d’asta nella gara da quasi 1 miliardo e sui prezzi alla base di gara. Tutte questioni che coinvolgono il bilancio dell’Unione europea, perché il lotto 3a circonvallazione di Trento delle tratte di accesso al tunnel ferroviario del Brennero è finanziato per 930 milioni da fondi europei attraverso il Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza. La base di gara dell’appalto integrato – progettazione esecutiva e realizzazione della circonvallazione ferroviaria – del settembre 2022 era di 985,7 milioni, Iva esclusa. La gara è stata aggiudicata per 934,6 milioni al raggruppamento di imprese guidato da Webuild e composto da Ghella, Collini Lavori e Seli Overseas, col gruppo di progettazione Sws Engineering, Rocksoil, Net Engineering, Pro Iter.
Nell’esposto dei comitati si sosteneva, tra l’altro, che ci fossero incongruenze nelle cifre della gara d’appalto e, soprattutto, che emergessero posizioni di controllo e collegamento societario tra concorrenti vietate dal Codice civile. In particolare, Cassa Depositi e Prestiti, la società pubblica che gestisce il risparmio postale, partecipa con il 16,67% delle azioni a Webuild e, contemporaneamente, con il 12,82% a Saipem, che è stata in gara in un’altra cordata che aveva come capofila la Pizzarotti di Parma. La questione è se in queste due diverse aziende Cdp abbia un’influenza «notevole», che è la condizione vietata dal Codice.
«Non ho saputo dell’apertura dell’inchiesta della Procura europea – dice il sindaco di Trento Franco Ianeselli – A quanto pare riguarda l’appalto più che l’opera in sé, vedremo cosa verrà fuori».
l'incontro formativo
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