Binari e catrame

mercoledì 27 Settembre, 2023

Bypass, la bonifica allo scalo Filzi costerebbe 40 milioni

di

Scorie nella roggia primaria, i tempi si allungano. A sud del cavalcavia, nell’area di cantiere, terreni inquinati fino a 11 metri

Per bonificare dalle scorie catramose la roggia primaria che dall’area ex Carbochimica viaggia sotto via Brennero parallela al Lavisotto, per poi innestarsi nel rio, ci vuole 1 milione e mezzo di euro. Che va aggiunto agli oltre 7 milioni finora previsti e, insieme ad altre spese come la necessità di operare sotto terra con sistemi robotizzati, porterà i costi del primo lotto della bonifica delle rogge a superare i 12,6 milioni a base di gara. In tutto, la spesa per la bonifica dei corsi d’acqua delle aree inquinate di Trento nord e di tutto il Lavisotto fin sotto la zona urbana era stimata in oltre 35 milioni, ma si andrà oltre. Non solo: la conclusione dei lavori, considerando lo stop del periodo Covid, era prevista a giugno di quest’anno. Invece le operazioni di bonifica, in capo a Bsa del gruppo Iren e alle cooperative trentine Ecoopera e Consorzio Lavoro Ambiente, dureranno ancora molto, fino al 2025. La bonifica delle rogge prevede di asportare gli strati di materiale inquinato. Il costo della bonifica degli idrocarburi dell’ex Carbochimica, alle concentrazioni dei terreni inquinati di Trento nord, è di 350-400 euro a tonnellata, che vuol dire 500-600 euro a metro cubo, e sale a 800-900 euro se i prezzi dell’energia lievitano, come l’anno scorso. Ma lo stesso tipo di inquinanti sta emergendo nell’area a sud del cavalcavia dei Caduti di Nassiriya, cioè nella zona del cantiere del bypass ferroviario, sia nell’area sequestrata dalla Procura, sia in altri punti fino all’ex Scalo Filzi, a profondità che arrivano almeno a 11 metri. La bonifica di queste aree potrebbe costare fra 30 e 40 milioni. I tempi non sarebbero brevi. E il conto, ribadisce il vicepresidente della giunta provinciale Mario Tonina, dovrebbe essere a carico di Rfi. «I 2 milioni ottenuti con l’emendamento delle nostre parlamentari – ricorda Tonina – servono anche per le analisi fuori dal sito di Trento nord. Toccherà alla nuova giunta provinciale trovare i modi giuridici per procedere, ma ripeto che il contesto del bypass è l’occasione per risolvere l’inquinamento di quell’area. I costi sono di alcune decine di milioni di euro. Dovrebbero essere a carico di Rfi». Per capire cosa servirebbe a sud del ponte di Nassiriya, partiamo da come sta andando la bonifica delle rogge e del Lavisotto. «C’è stato il rinvenimento di scorie catramose provenienti dalla roggia primaria, che procede parallela al Lavisotto e poi, all’altezza della rotatoria dei Caduti di Nassiriya, devia e diventa affluente del rio – spiega Mauro Groff, dirigente del Servizio opere ambientali dell’Agenzia provinciale per le opere pubbliche – In questa situazione, è inutile avanzare con la bonifica del Lavisotto, bisogna prima intervenire sulla roggia primaria». Il lavoro non è semplice perché la roggia corre sotto via Brennero. «L’ambiente della roggia è chiuso e inaccessibile alle persone. Stiamo cercando sistemi robotizzati per fare il lavoro. Il costo di questa bonifica dovrebbe essere di circa 1,5 milioni». Il materiale della roggia primaria è diverso dagli inquinanti trovati sotto il Lavisotto, più pericolosi. In ogni caso la bonifica delle rogge costerà di più. «Andremo sicuramente oltre i poco più di 7 milioni a base di gara, probabilmente supereremo la spesa prevista per il primo lotto. Inoltre i tempi si allungano: questo lavoro non sarà concluso prima del 2025». Il materiale inquinato che Italferr e Appa, l’Agenzia provinciale per l’ambiente, stanno trovando a sud del cavalcavia e che preoccupa le aziende che stanno realizzando il bypass, ha caratteristiche simili agli idrocarburi della Carbochimica. «I colleghi di Appa – dice Groff – lo trovano a profondità tali, 12 metri, che il vettore sembra più la falda che il Lavisotto». Ma quanto costa bonificare terreni in queste condizioni? «Il prezzo è oscillante come in un mercato quotato, perché dipende anche dal costo dell’energia degli impianti termici per lo smaltimento – precisa Groff – Alla Carbochimica parliamo di 350-400 euro a tonnellata, cioè 500-600 euro al metro cubo, che però quando l’energia è rincarata è arrivato anche a 800-900 euro». Per bonificare il Lavisotto è previsto uno strato impermeabilizzante che tenga lontana la falda. «L’interferenza con il tracciato ferroviario è minimale» ricorda Groff. Tuttavia i costi dell’eventuale bonifica sulle aree a sud del cavalcavia e all’ex Scalo Filzi, dove dovrebbero essere realizzate la galleria artificiale della nuova ferrovia e la stazione provvisoria, non sarebbero tanto diversi da quelli delle aree inquinate: dipende dalla concentrazione degli inquinanti ma soprattutto dall’estensione dell’inquinamento.
Intanto Groff annuncia che il Ministero dell’Ambiente ha dato il via libera al nuovo sistema di iniezione utilizzato nei lavori di bonifica. «Prima l’iniezione a 3 metri di profondità di malta bentonitica, per separare dalla falda, dava luogo a odori forti che avevano preoccupato, anche se la componente volatile, il naftalene, era lontano dalle soglie di rischio». Il nuovo sistema evita la dispersione, sia pur contenuta, di queste sostanze. «Vuol dire più sicurezza per le utenze, ora che ci avviciniamo alle zone più sensibili, case, asilo, scuole». Un altro allarme era emerso perché le attività di bonifica avvengono di norma in una bolla sotto il capannone, ma sono state viste operazioni condotte fuori del capannone. «La bolla è necessaria per i lavori di scavo e di allontanamento del materiale – sottolinea Groff – non per altri tipi di operazioni».