La maxi opera
domenica 3 Marzo, 2024
di Francesco Terreri e Benedetta Centin
Il progetto esecutivo della maxi opera della circonvallazione ferroviaria sarà depositato entro il mese. Parola del Consorzio Tridentum, le aziende che realizzeranno l’opera, e di Rfi, la stazione appaltante, i cui referenti e tecnici venerdì erano seduti attorno a uno stesso tavolo nella riunione di coordinamento, voluta dal procuratore Sandro Raimondi. Un incontro, questo, che si è tenuto negli uffici dei carabinieri del Noe (Nucleo operativo ecologico) con il tenente colonnello Enrico Risottino, comandante del Gruppo interregionale per la tutela ambientale e la transizione ecologica, e il luogotenente Renato Ianniello, comandante regione del Noe. Presenti anche i pm titolari dell’inchiesta, Davide Ognibene e Alessandro Clemente, con il loro consulente tecnico, e il neo dirigente generale di Appa, Romano Masè. Una riunione per fare il punto sulla realizzazione del bypass, anche ai fini del procedimento penale incardinato da mesi, e alla luce delle serie di carotaggi e di analisi effettuate finora, ora terminati. Accertamenti eseguiti in contraddittorio, che hanno permesso di «mappare» inquinanti e aree interessate. Inquinanti che non sono stati invece riscontrati nella parte rocciosa di Trento nord dove potrebbero già operare le trivelle. Nodo cruciale rimane quello della bonifica.
Tracciato e aree inquinate
Come il Consorzio Tridentum, e quindi Rfi (che venerdì si è presentata all’incontro con il suo avvocato), intenda procedere e in quali zone (e con quali costi), lo si saprà solo a qualche settimana, entro il mese, quando verrà depositato il progetto esecutivo. Che passerà anche al vaglio della Procura, della polizia giudiziaria Appa e Noe e del consulente nominato, per verificare che siano previste tutte le forme di cautela, nell’interesse della salute della collettività e dei lavoratori, aspetto questo prioritario per la Procura.
Ora, difficile che la bonifica possa interessare il solo, esclusivo, tracciato della maxi opera: ci si aspetta che possa essere estesa alle aree adiacenti, dove le analisi hanno evidenziato un inquinamento. Più complessa (per tempi e costi) invece la bonifica che includa anche l’area Sin (ex Sloi ed ex Carbochimica) che potrebbe comunque prevedere contributi ministeriali.
I sondaggi, gli inquinanti
Il progetto esecutivo, elaborato dal Consorzio, dovrà essere validato da Rfi e approvato dalla commissione di valutazione, nell’ambito della procedura di valutazione di impatto ambientale in istruttoria presso il Ministero dell’Ambiente. La parte rilevante che mancava era il piano di bonifica dei terreni attraversati dalle opere ferroviarie a Trento nord, dalla zona di via Brennero dove sono stati demoliti gli edifici alle aree ex Sloi e Carbochimica, passando per l’ex Scalo Filzi e per l’area intorno al cavalcavia dei Caduti di Nassirya. La conclusione dei sondaggi di Tridentum, Rfi-Italferr e Appa, l’Agenzia provinciale per l’ambiente, ha fornito il quadro informativo necessario. Che dice che l’area degli edifici demoliti è l’unica pulita, dove si potrebbe avviare il cantiere. L’ex Scalo Filzi è invece inquinato soprattutto da idrocarburi pesanti, probabilmente risalenti alle attività storiche: i sondaggi hanno evidenziato concentrazioni superiori ai limiti di legge, quelli per le aree industriali e commerciali, in 17 punti, tutti entro i 5 metri di profondità. Poco più a nord c’è l’area sequestrata lo scorso luglio dalla Procura, dove invece ci sono inquinanti del tipo di quelli presenti in ex Carbochimica, anche perché, come emerso durante la bonifica delle rogge, ci sono sostanze trasportate via acqua dal sito di interesse nazionale. Infine, ma non per importanza, ci sono da trattare i 10.259 metri quadri ex Sloi e Carbochimica che sono da espropriare per l’attraversamento ferroviario delle aree, anche questi ora sotto sequestro. Tenendo conto che alle concentrazioni di inquinanti di Trento nord il costo di bonifica è di 500-600 euro a metro cubo di terreno mentre allo Scalo Filzi sarà inferiore, parliamo di bonifiche per un costo totale che potrebbe avvicinarsi ai 50 milioni di euro.