No Tav
domenica 9 Luglio, 2023
di Elisa Egidio
«La gente come noi non molla mai!» è il grido di battaglia del movimento No Tav in questa domenica mattina, dopo l’intervento all’alba di oggi per sgomberare il presidio-accampamento No Tav contro il cantiere avviato per la circonvallazione ferroviaria di Trento. Dopo che circa sessanta agenti hanno liberato l’area puntellata da tende, un gruppo di No Tav si è riunito in via Brennero all’altezza della Cassa Rurale, luogo nevralgico della viabilità urbana anche nel weekend, che risulta al momento chiuso al traffico. «Tutto bene lassù?» chiedono alcuni dei 65 attivisti presenti ai due compagni di protesta che sono entrati direttamente nell’area dove erano in corso i lavori. «Opere devastanti in cambio di contanti!», «Contro il Tav e la sua violenza, ora e sempre resistenza!», «Fugatti, Ianeselli, gli affari sempre quelli!», incalzano i manifestanti armati di striscioni e bandiere con la scritta «No Tav kein BBT». Zaini a terra o in spalla, c’è chi fuma una sigaretta o ne approfitta per sorseggiare un caffè, in un clima abbastanza disteso, nonostante la presenza di guardia di finanza, carabinieri e polizia di Stato a presidiare il posto. «Loro sanno che non hanno alcun consenso in favore di quest’opera, lo sanno che tutte le criticità che abbiamo sollevato in questi mesi, in questi anni di lotta, hanno colpito le persone, sanno che passare per i terreni inquinati della Sloi mette in pericolo la salute di tutti noi cittadini che abitiamo in questa città, è per questo che oggi sono venuti con le forze dell’ordine, con le ruspe, per sgomberare un presidio di lotta, un presidio che è su terreni in cui verranno costruiti i cantieri», rivendicano. «Oggi questo presidio dà fastidio, perché gli affari di loro signor non prevedono nessuna mediazione, gli affari di lor signori se non hanno il consenso popolare si fanno in questa maniera, con le fore dell’ordine schierate, con i manganelli e con le ruspe, questa è la loro maniera di intendere il futuro della città», rilanciano. «Abbiamo fatto esposti, dimostrazioni, nessuno ci ha ascoltati. 180 000 tonnellate di piombo tetraetile sono nascoste, nessuno protegge noi cittadini. Tutti questi soldi che dovrebbero essere messi in scuola, salute, diventano debito pubblico che si trasforma in profitto». Nel mirino Fugatti e Ianeselli, protagonisti di una bagarre mediatica, in cui il primo ha accusato il secondo di «essersi intestato l’opera». «Uno scaricabarile», ha poi replicato il sindaco. «Scaricano l’uno sull’altro la responsabilità di questa devastazione. Si imputano reciprocamente amici dei NO Tav, ma lo diciamo chiaramente: noi non abbiamo amici in quei posti, abbiamo solo la forza delle nostre ragioni», chiariscono i No Tav, che avvertono: «Noi restiamo qua, mentre i nostri compagni sono là, non abbiamo alcuna intenzione di arretrare».
l'incontro formativo
di Redazione
Il 20 novembre alla Fondazione Mach l'evento di approfondimento riservato ai datori di lavoro i cui dipendenti potrebbero essere esposti al rischio di incontrare, durante il proprio lavoro, un orso o un lupo