la tragedia
giovedì 1 Agosto, 2024
di Benedetta Centin
Quella in Italia, per una famiglia olandese, genitori e due figlie adolescenti con tanto di amichetto al seguito, doveva essere una vacanza da sogno. In questi giorni avevano raggiunto la val di Fassa in auto per un trekking sui sentieri intorno al Catinaccio di Antermoia, di rifugio in rifugio. Ma i loro programmi sono stati stravolti da un terribile incidente di cui è stata vittima ieri attorno alle 9 la moglie e mamma, caduta per alcune decine di metri su un ripido pendio roccioso mentre con i familiari affrontava il sentiero attrezzato numero 542. Quello che dalle spettacolari Torri del Vajolet, dal rifugio re Alberto, a quota 2621 metri, porta 400 metri più sotto, al Rifugio Vajolet. Un itinerario frequentato, il sentiero 542, ma come da indicazioni riservato a escursionisti esperti.
Secondo una prima ricostruzione la donna, Ida Janet Stoit il suo nome, olandese di Eindhoven, 46 anni compiuti da poco, sarebbe scivolata. E forse anche perché sbilanciata dal pesante zaino che aveva sulle spalle, è precipitata di sotto, sulla parete di roccia, per venti, trenta metri circa. E i gravi traumi riportati nella caduta non le hanno permesso di sopravvivere. Nonostante i prolungati tentativi, da parte dei soccorritori arrivati anche con l’elisoccorso, di far tornare a battere il suo cuore.
La caduta «in diretta»
Ad assistere alla terribile caduta tra i salti di roccia il marito, un connazionale della stessa età: stava camminando al fianco della compagna quando l’ha vista sbilanciarsi e scivolare oltre il percorso misto di roccette e ghiaia dove i passaggi più impegnativi sono supportati da una corda di ferro. E avrebbe inciso anche il pesante zaino. L’uomo ha sperato fino all’ultimo che la moglie si salvasse, che i soccorritori potessero fare il miracolo (le due figlie con un amico sarebbero stati invece più avanti, già oltre quel tratto di sentiero numero 542).
Testimoni dell’incidente anche i militari del Soccorso alpino della Guardia di Finanza della stazione di Passo Rolle che si trovavano proprio sotto quel sentiero, impegnati in un addestramento in parete. I primi ad intervenire per prestare soccorso alla sfortunata escursionista, apparsa fin da subito in condizioni gravissime. Disperate. Tanto che il cuore è andato in arresto. Sempre gli stessi finanzieri hanno coadiuvato, nell’intervento di rianimazione, l’equipe medica che l’elicottero di Trentino Emergenza aveva portato tempestivamente sul posto, assieme al tecnico di elisoccorso. Ad intervenire per l’emergenza anche gli operatori della Stazione Centro Fassa del Soccorso alpino e speleologico. Purtroppo però le manovre salvavita, che sono proseguite a lungo, non hanno avuto l’esito sperato e, ottenuto il benestare del pm di turno Giorgio Bocciarelli, la salma è stata portata alla camera mortuaria di Vigo di Fassa. Una tragedia difficile da accettare per i familiari, ai qual sono stati affiancati i professionisti dell’associazione «Psicologi per i popoli Trentino».
Pinzolo, sos operai boschivi
Altro intervento è scattato ieri dopo le 17 a Pinzolo. Due operai boschivi, un 36enne del posto e un 25enne di Bocenago, sono stati soccorsi nella zona di Malga Cioca: erano ruzzolati in un dirupo in seguito al crollo di un tronco che li ha parzialmente investiti lungo la linea del pescante, a 1464 metri. La Centrale Unica di Trentino Emergenza ha chiesto l’intervento dell’elicottero e di quattro operatori del Soccorso Alpino della locale stazione che si sono portati in piazzola a Carisolo per garantire supporto. Due sono stati verricellati sul posto dall’elicottero con equipe sanitaria e tecnico, altri due hanno raggiunto via terra i feriti. Il 36enne è stato trasportato all’ospedale di Tione, più grave il 25enne elitrasportato all’ospedale Santa Chiara di Trento.
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