la storia

giovedì 24 Aprile, 2025

Caldonazzo, Giordano ha fretta di nascere: parto in casa il giorno di Pasqua. «Tutto bene grazie a vigili e sanitari»

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Con un anticipo di tre settimane, il piccolo è venuto al mondo in rapidità

Giordano aveva davvero una gran fretta di nascere. Così tanta che ha anticipato di tre settimane la data prevista per il parto, cogliendo di sorpresa mamma Elisabetta e papà Matteo. Così, il giorno di Pasquetta, la coppia di Caldonazzo è stata assistita da vigili del fuoco, sanitari e da un’ostetrica in un delicato parto in casa. «Giordano è il nostro secondo figlio — racconta Matteo Curzel, il padre del piccolo — e ogni nascita ha la sua storia e ti fa imparare qualcosa. Diciamo che questa volta abbiamo imparato molto».

Lunedì, Elisabetta aveva iniziato a sentirsi poco bene dopo l’ora di pranzo. «Non capivamo se fosse solo un mal di pancia passeggero — prosegue Matteo —. Mancavano ancora tre settimane alla data presunta per il parto, anche se il bambino era già un po’ basso. Così abbiamo deciso di andare in ospedale per un controllo e ho detto a mio padre di venire a prendere nostro figlio più grande, Valerio».

Il tempo però non è bastato. L’unica via possibile è stata quella del parto in casa. «Prima che potessimo partire si sono rotte le acque — racconta Curzel —. Ho chiamato il 112 e dopo alcune domande hanno capito che non c’era più tempo. Sono rimasto al telefono con gli operatori e mi hanno spiegato cosa fare: preparare degli asciugamani, far stare comoda mia moglie, cercare panni caldi. Nel frattempo, stavo vicino a lei quando c’era una contrazione».

I primi ad arrivare sul posto sono stati i vigili del fuoco, seguiti dai sanitari e dall’ostetrica, arrivata a Caldonazzo in elicottero. «Abbiamo avuto anche il supporto di mia sorella Teresa che abita nei paraggi — prosegue —. Mi è sembrato strano avere così poco tempo a disposizione: nel giro di un’ora è finito tutto. Quando abbiamo visto per la prima volta la testolina del bimbo è arrivata anche l’ostetrica: poco dopo Giordano è nato e lo abbiamo nei panni scaldati sulla stufa, un po’ come succedeva una volta. Dopo le prime cure ha fatto il primo pianto e si è addormentato, così l’ostetrica ha potuto visitare mia moglie».

Tutto, insomma, è andato liscio: mamma e bimbo stavano bene e sono stati infine portati in ospedale. «Un plauso enorme va a tutta la struttura che ha permesso questo intervento — conclude il neo papà —. Ai vigili del fuoco, ai sanitari, all’ostetrica. Hanno tutti dato del proprio e siamo fortunati a vivere in un territorio con un sistema di emergenza di un livello così alto. Quando vivi un’esperienza così si tengono i nervi saldi, e tutto aiuta. Ti devi fidare dei soccorritori: è la cosa migliore da fare»