Trento
martedì 13 Agosto, 2024
di Donatello Baldo
Il terremoto che ha investito la Camera di Commercio nei giorni scorsi ha generato una polemica che non si è ancora placata. Nonostante gli sforzi della giunta provinciale e di parte del mondo economico per spegnere l’incendio. Ora è la politica che analizza quanto accaduto, e che attacca. «L’esclusione di Confindustria e Confesercenti dalla giunta della Camera di Commercio di Trento — afferma il consigliere provinciale del Pd Andrea de Bertolini — è indubbiamente una notizia negativa che preoccupa. Ma ancor più preoccupa e desta comprensibili perplessità quanto appreso dalle voci dei diretti protagonisti apparse sui media locali rispetto alle motivazioni che avrebbero generato quanto accaduto». Afferma senza giri di parole che «la lettura percepita è quella di uno strappo ritorsivo». E spiega: «Una prova di forza, seppur con l’uso legittimo della votazione, che parrebbe innescata da logiche personalistiche per estromettere dalla giunta chi non sarebbe stato (in passato e/o forse in futuro?) in linea con la presidenza uscente». E ricorda il «peso» di chi è stato estromesso, e la natura del consesso da cui una parte dell’economia trentina è stata estromessa: «Non importa se alla porta della giunta è stato messo chi esprime oltre 1/3 del PIL provinciale. Non importa se l’Ente di cui si tratta è un ente pubblico. A finanziamento anche pubblico — sottolinea — perché la Provincia con specifica deliberazione del luglio di quest’anno, prima di quanto da ultimo accaduto ha erogato un finanziamento ordinario di circa 2.670.000 euro». De Bertolini ricorda anche che l’Ente è «a finanza sostanzialmente pubblica per i costi delle prestazioni che eroga». E aggiunge: «Un ente pubblico, al contempo, espressamente titolare, come ricordato nella parte dedicata alla mission del suo Piano Integrato di Attività e Organizzazione del febbraio del 2024, “di funzioni di interesse generale per il sistema delle imprese della Provincia di Trento” anche per sostenere la competitività territoriale. Quindi — osserva — un ente pubblico, con funzioni pubbliche, geneticamente rappresentativo della parte più ampia possibile del mondo economico. Appunto — torna a citate il consigliere — “commercio, industria, artigianato, agricoltura”. E ciò — sottolinea — anche rispetto alla sua giunta camerale, vero e proprio organo decisorio e gestorio. Un ente peraltro cruciale — continua — uno snodo strategico con un peso di influenza notevole sul territorio anche per le informazioni di cui dispone». Andrea de Bertolini parla poi di «un’operazione che, nel ledere il principio di proporzionalità della rappresentanza delle parti che compongono la giunta di questo ente pubblico a funzione pubblica, si è resa possibile anche a fronte di una legge regionale che non ha previsto, proprio nella composizione dell’organo giunta della Camera di Commercio, norme specifiche — osserva — che presidino da possibili derive in pregiudizio del pluralismo del tessuto produttivo del nostro territorio». E chiede, in conclusione, di trovare una soluzione: «Ora, al netto della vicenda, l’auspicio è che la nuova presidenza sappia esser immune da strumentalizzazioni e sia in grado di riaffermare e riappropriarsi di quel pluralismo di cui è espressione il mondo economico; di cui questo ente pubblico è rappresentanza. Solo in tal modo a mio avviso la Camera di Commercio di Trento potrà essere voce autorevole, credibile, un affidabile interlocutore con la politica per contribuire a declinare le migliori decisioni per la competitività dei nostri territori».