L'intervista

sabato 10 Agosto, 2024

Camera di commercio, Spinelli: «Superare le divisioni per il bene del Trentino»

di

L'assessore: «Non mi stupisce la dialettica tra le componenti ma non prevalga la chiusura»

Calma e gesso. L’assessore allo Sviluppo economico non sottovaluta le divisioni tra gli attori dell’economia trentina, che ha visto l’esclusione dalla nuova governance della Camera di Commercio di Confindustria e di Confesercenti — «la situazione non è bella» — ma allo stesso tempo invita a non drammatizzare: «Si sistema tutto, se c’è la volontà». Dice poi che la Provincia può fare ben poco: «Possiamo però incoraggiare il dialogo».
E come? Sembra che la contrapposizione tra categorie si sia manifestata al suo massimo. Dall’ente camerale rimangono fuori due realtà che rappresentano un bel pezzo di Pil trentino.
«Allora, è evidente che il momento è delicato, per i singoli e per le categorie. Posso però dire che la chiusura della frattura è vicina. C’è la volontà di ricucire».
Davvero?
«Dobbiamo ricordare che la storia del Trentino è storia di mediazione, di ascolto, di dialogo e concertazione. C’è consapevolezza da parte di tutti che si deve trovare una sintesi. E mi stupirebbe il contrario, conosco i protagonisti della vicenda e sono tutte persone intelligenti e preparate che sanno guardare a un bene superiore».
Senta, ma lei ha capito perché si è arrivati a questo? Un colpo di mano inatteso, che ha sorpreso tutti.
«I rapporti personali io non li conosco, come non conosco le dinamiche interne alle categorie. Si tratta di pesi e contrappesi del mondo economico. Niente di speciale, di inedito, solo che in questo caso si è consumata una rottura. Che, ripeto, credo sia possibile sanare. Anzi, so per certo che c’è la volontà di sanare».
Assessore, sembra fin troppo fiducioso.
«Abbiamo a che fare con persone che vogliono lavorare per il bene dell’economia trentina, consapevoli che la Camera di Commercio è la casa dell’economia trentina, di tutta l’economia trentina. Parte da questo il mio ottimismo, e dal fatto che il nuovo presidente Andrea De Zordo ha mostrato una grande volontà di ascolto, ha lanciato messaggi importanti di distensione».
Litiga la politica, litiga l’economia. Segno dei tempi?
«Io parlerei di confronto, che a volte diventa anche scontro. Vale per la politica come per l’economia, l’importante è che le opinioni e le tesi diverse sappiano trovare sintesi. Non mi stupisco delle divergenze, del dibattito, della contrapposizione, se il dialogo rimane aperto e se non prevale la chiusura».
Confindustria è arrivata a chiedere di rivedere il finanziamento provinciale alla Camera di Commercio, ora che non rappresenta più tutta l’economia trentina.
«L’accordo di programma si basa su un ritorno di prestazioni. Il tema è stato posto in modo strumentale. Ricordo che l’accordo è rinegoziato ad ogni scadenza, può essere reimpostato, ma con l’obiettivo di maggiore efficacia».
Insomma, non è una leva politica, di controllo, di pressione.
«È strumento di politica economica, ma si basa sulla condivisione e sugli obiettivi, alti per l’economia, da raggiungere. Quindi strumento di guida, ma non di controllo o pressione».
Diceva prima che la Provincia può incoraggiare il dialogo. Ha avuto modo di sentire i protagonisti di questo scontro?
«Non è che mi sono dato alle telefonate in modo sistematico. Ho parlato con il presidente De Zordo, anzitutto per complimentarmi con lui dell’avvenuta elezione. Gli ho chiesto cosa pensa della situazione, che non possiamo negare sia quantomeno singolare. Poi l’ho incoraggiato, perché iniziare in questo clima non credo sia facile».
Ha dispensato qualche consiglio?
«Calma e gesso, il coraggio della pazienza. Così sarà possibile ricomporre la situazione».
Basta questo? Perché sarà difficile ricomporre la situazione se una parte di economia trentina non è presente nella giunta camerale.
«Troveranno loro le formule e le forme per garantire pluralità e partecipazione. Se la volontà di superare questo momento è sincera, come tutti hanno assicurato, si troverà una soluzione».
Dica la verità assessore, si aspettava questa resa dei conti?
«Dico la verità, sono rimasto spiazzato. Tutti siamo rimasti spiazzati. Non è una bella fase, non è bello che le rappresentanze di una parte dell’economia trentina non siano riconosciute nell’ente camerale. Ma ripeto, ho fiducia che tutto possa essere superato».
Ancora ottimismo, anche se non dice di più su questa sua certezza.
«In ballo c’è l’economia trentina, e il suo sviluppo credo sia nell’interesse di tutti. La Provincia da parte sua mette in campo le sue politiche, che non possono prescindere da una Camera di Commercio che quest’economia la rappresenti tutta. La mia certezza deriva dalla convinzione che tutti gli attori, indipendentemente dalle contrapposizioni personali e di categoria, sono di questo più che consapevoli».