Il caso

venerdì 17 Novembre, 2023

Cameriera sedicenne violentata in sala: aiuto cuoco condannato a due anni

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È successo nell’estate del 2021 in Val di Fiemme. La vittima ha abbandonato l’albergo e ha denunciato. L’uomo dovrà anche risarcirla per duemila euro

Era alla prima esperienza lavorativa. Come per tante sue coetanee della valle, in albergo, durante la stagione estiva. Un impiego finito nel peggiore dei modi, con una molestia sessuale avvenuta in pubblico, mentre era al lavoro. Un palpeggiamento non richiesto, né tantomeno gradito, mentre era impegnata in sala nell’albergo — frequentatissimo — della val di Fiemme dove serviva i clienti.

Vittima di quanto accaduto, una cameriera che, all’epoca dei fatti, aveva solo sedici anni. Ieri, la vicenda ha trovato una conclusione, almeno in primo grado, in tribunale a Trento. A sorpresa, dopo poche udienze, è arrivata la sentenza: due anni di carcere per l’imputato, un quarantenne residente in Sicilia ma che da otto anni a questa parte trascorre l’estate e l’inverno in val di Fiemme per fare l’aiuto cuoco e «tuttofare», sempre alle dipendenze dello stesso albergo. I fatti risalgono all’agosto del 2021. Era un giorno di lavoro come tutti gli altri, in altissima stagione. La ragazza stava lavorando in cucina, in un clima che alcuni testimoni hanno descritto come «scherzoso». In quel frangente sarebbe per l’appunto stata toccata nelle parti intime. Il tutto è finito lì, senza che apparentemente ci fosse un seguito. Ma il giorno dopo lei ha fatto i bagagli e ha deciso di lasciare il posto di lavoro. Non senza confidare a un’amica, l’unica persona di cui si fidava pienamente, cosa fosse successo e quanto ciò la facesse sentire male.
Violenza sessuale
La vicenda sembrava conclusa lì. I proprietari dell’hotel, una famiglia della val di Fiemme, non ne hanno più sentito parlare per molto tempo. E, come hanno confermato ieri in tribunale non hanno nemmeno avuto contezza che fosse successo «qualcosa di grave». Ma c’è stato un seguito. L’allora sedicenne è andata dai carabinieri a sporgere denuncia. La questione è arrivata in procura, c’è stato un rinvio a giudizio. All’imputato, è stato contestato l’articolo 609 bis del codice penale, la violenza sessuale, con l’aggravante dell’età, anche se sono state riconosciute delle circostanze attenuanti, principalmente perché l’atto sessuale non è stato consumato. Oltre ai due anni di carcere, i giudici (in aula presenti Claudia Miori e Greta Mancini) hanno condannato il quarentenne a un risarcimento di quattromila euro.

«Stava scherzando»
Ieri in aula sono stati sentiti alcuni testimoni convocata dalla difesa dell’imputato, affidata agli avvocati Luca Ferrazzoli ed Eros Ugoccioni, del foro di Vicenza. Sono stati soprattutto i gestori dell’albergo, i proprietari ma anche un dipendente a respingere l’idea che nell’hotel fosse avvenuto qualcosa di grave. Tra le domande poste dalla difesa, lo stato di insonorizzazione dei locali dove lavoravano (ma anche dove trascorrevano la notte) i dipendenti. Tutti non insonorizzati, la risposta, impossibile che succedesse qualcosa di grave senza che tutti gli altri non se ne accorgessero. L’ultima testimonianza è stata affidata al giovane barman presente al momento della sospetta violenza. «Non ho visto niente di strano — il suo racconto — se non che lui (l’imputato, ndr) stava scherzando, la stava prendendo in giro. Solo il giorno dopo, per via indiretta, ho saputo che c’era stato qualcosa che non andava, ma nessuno mi ha raccontato i dettagli». Va detto, inoltre, che l’albergo non ha preso, dopo i fatti, nessun provvedimento. L’imputato, considerato dai datori di lavoro «un bravo ragazzo», e gran lavoratore, è stato riconfermato, ed ha continuato a lavorare fino a pochi mesi fa.
Altri tre testimoni sarebbero dovuti intervenire ma il collegio ha scelto di procedere al verdetto. Che è arrivato, con i due anni di carcere. L’imputato, sposato, di origini straniere, era assente al momento della pronuncia: si trovava all’estero con la famiglia. Ora la difesa annuncia il ricorso in appello.