L'appello
giovedì 14 Dicembre, 2023
di Gianfranco Piccoli
«Il sistema parcheggi e viabilistico di Campiglio ha rischiato il default, siamo stati ad un passo dalla chiusura della strada a Carisolo. Dalla Provincia servono soluzioni strutturali, perché situazioni del genere si verificano in tutto il Trentino: pensiamo al Garda nei mesi caldi o al Mercatino di Trento».
Già in estate Michele Cereghini, sindaco di Pinzolo, aveva lanciato l’allarme sull’insostenibile carico turistico della perla delle Dolomiti di Brenta. Il ponte di Sant’Ambrogio ha portato con sé numeri record, con 20mila primi ingressi nella sola Campiglio sabato 9 dicembre e un aumento del 30% rispetto all’anno precedente, quando si erano già registrati dati mai visti in precedenza e che erano stati imputati prevalentemente all’euforia post-Covid. Cereghini da una parte chiede a piazza Dante risposte, dall’altra spinge su quel limite di sciatori – 15mila – che già era stato indicato dalle Funivie di Campiglio quale tetto oltre il quale l’indice di gradimento dei turisti precipita per l’impossibilità di offrire sicurezza e qualità. Una strada che era stata imboccata e che si è arenata, così è stato spiegato, su un problema normativo: le funivie sono equiparate ad un servizio pubblico e le attuali norme impediscono di contingentare gli accessi.
Cereghini, l’avvio della stagione dello sci è stato fulminante, ma la viabilità ne ha risentito.
«Il territorio è tarato per un certo limite, quando viene superato si va in affanno e la qualità dei servizi ne risente. A Sant’Ambrogio siamo arrivati al limite, non era mai successo in passato: ai Fortini e a Nambino, accessi principali agli impianti, c’è stato un problema serio di deflusso, con code importanti. Gli afflussi normali a S.Ambrogio erano di 15mila persone, siamo arrivati a 20mila. Numeri da picchi natalizi. Ma il punto è un altro».
Quale?
«Se a Natale e Capodanno si replica l’aumento del 20%, come faremo, visto che il paese sarà già saturo per la presenza di chi ha la seconda casa e gli hotel saranno tutti pieni? Ho qualche dubbio che si possa reggere ed evitare interventi drastici come la chiusura della strada a Carisolo».
Contromisure immediate?
«Abbiamo fatto un paio di riunioni con gli operatori che si occupano di viabilità, stiamo cercando di chiedere aiuto a tutti quelli che possono dare un contributo. Abbiamo chiesto anche un parere al Servizio viabilità della Provincia per capire come gestire la situazione: siamo in attesa della risposta».
Precedenti di chiusura della strada?
«Un paio di volte negli anni Novanta e una volta in occasione della 3Tre con Tomba: erano arrivate 35-40mila persone, mandando in tilt Campiglio».
Quali sono le risposte d’emergenza a questa situazione?
«Dobbiamo trovare la disponibilità di tutti gli enti proprietari delle zone parcheggi e, con il coinvolgimento di Funivie, apprestare il maggior numero di stalli. Un intervento veloce da mettere in campo nei giorni “caldi”. La piano di Nambino, se è freddo, la si può sfruttare battendo la neve con il gatto, soluzione già adottata in passato in situazioni di emergenza. Anche poco prima della Zangola ci sono due “pratoni” da usare come soluzioni tampone. Ovviamente serve personale per gestire questi parcheggi e per ottimizzare gli spazi: abbiamo chiesto disponibilità a vigili del fuoco volontari e carabinieri in congedo. A questo va aggiunto un protocollo di gestione dei flussi ben strutturato, con presenza della polizia locale già dalle 7».
Esaurito questo?
«A quel punto non possiamo che fermare le auto a Carisolo, dirottandole al parcheggio della Tulot e raggiungere da lì Campiglio con lo stesso skipass ma con rientro obbligato alle 15.30».
Per il futuro?
«Abbiamo fatto due incontri con il sistema Campiglio, ognuno deve fare la propria parte. Serve un parcheggio in zona Bertelli (cinque piani interrati), funzionali al paese e alla Pradalago. Qui sono previsti 434 stalli nuovi, a servizio delle seconde case e degli hotel. Il secondo parcheggio, da 590 stalli, è previsto in zona Fortini. In tutto, servirebbe un investimento da 40 milioni di euro».
Non si rischia di attirare ancora più turisti?
«I parcheggi servono comunque per evitare la sosta selvaggia, non proprio un bel biglietto da visita per Madonna di Campiglio».
Resta il problema del carico antropico.
«La soluzione ci sarebbe: porre il limite dei 15mila accessi agli impianti».
Le Funivie ci stavano lavorando, poi è stato posto un problema normativo relativo al divieto di accesso ad un mezzo di trasporto pubblico.
«Le norme sono fatte per essere cambiate, soprattutto se in ballo ci sono temi quali la sicurezza e la viabilità. Qui c’è un problema di opportunità, perché sai che non puoi vendere skipass giornalieri oltre un certo limite. Il ragionamento va fatto a livello provinciale, abbiamo posto un problema all’assessore di riferimento (Roberto Failoni ndr) che deve dare risposte a livello provinciale, perché il tema della saturazione riguarda tutto il Trentino: vedi il Garda piuttosto che il Mercatino di Natale di Trento».
C’è un problema di visione?
«Il territorio è di tutti, non di un solo operatore economico. Questo deve preoccuparsi di garantire un equilibrio. Io devo prendere vigili in più, più persone per fare le pulizie: ma non posso farlo per le Funivie. Gli investimenti degli anni Settanta ci hanno fatto fare passi da gigante, ma oggi la visione turistica (e mi riferisco a tutto il Trentino) deve puntare alla creazione di un’isola felice, non ad un sistema che ha dei servizi che implodono e ospiti che passano ore in colonna su un’auto».
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