la disputa
martedì 2 Gennaio, 2024
di Simone Casciano
In 500 già hanno messo la loro firma per salvare Capanna Cervino. Un barlume di speranza in un periodo nero per Elena Mich e sua sorella, le titolari del rifugio. Da quando il fratello, gestore degli impianti e delle piste del Passo Rolle che circondano la struttura, ha chiuso l’accesso a Capanna Cervino gli affari ne hanno risentito drasticamente. «Ovviamente non abbiamo potuto fare il cenone di Capodanno – dice Elena Mich – E in generale stiamo perdendo anche l’indotto delle cene, un anno fa facevamo 70 coperti di media». Alle cene in realtà le titolari avevano deciso di rinunciare proprio come segno di buona volontà verso il fratello, evitando così che i visitatori serali rovinassero le piste, un ramoscello teso che non è stato colto quando la mattina del 26 dicembre lui ha sbarrato il passaggio sulla pista che ai passeggiatori serve attraversare per pochi metri per giungere a Capanna Cervino. «La situazione ora è anche peggiore perché la nevicata di ieri ha reso più complicato accedere attraverso il sentiero alternativo, quello che sarebbe pensato per l’estate». Nonostante i divieti i turisti comunque provano a raggiungere Capanna Cervino, affascinati dalla sua posizione unica tra le Pale di San Martino. «Il 70/80% dei turisti del Passo Rolle sono camminatori, non è un dato marginale. Certo che cercano di venire da noi perché siamo una destinazione che piace e anche il punto di partenza per tante altre escursioni, come quella alle malghe della val Venegia». Il percorso dei turisti si è fatto però sempre più arduo e non solo per i divieti. «Si sentono continui messaggi dagli altoparlanti dell’impianto che dicono di tornare indietro e qualche turista si è anche preso una multa. Ma come si fa? – si chiede sconsolata Mich – Questa situazione sta avendo un impatto su tutto il turismo del Rolle, stiamo rovinando tutto». Intato è arrivata un’apertura dalla Provincia. L’assessore al turismo Roberto Failoni ha annunciato di voler convocare entrambe le parti per trovare una soluzione. «Stiamo parlando di un’area ad altissimo pregio – sottolinea Failoni – sia per lo sci sia per l’escursionismo. È evidente che bisogna trovare al più presto una soluzione di buon senso che soddisfi le parti ma soprattutto che garantisca ai visitatori di poter godere appieno della bellezza di un’area dolomitica come quella del Passo Rolle». Una notizia che è stata accolta positivamente dalle titolari di Capanna Cervino. «Speriamo l’incontro sia a breve. Il nostro timore però è che avverrà dopo le feste, quando ormai avremo perso il periodo che va da Natale e fino all’Epifania, una parte importante della stagione invernale». Un danno non da poco per loro. «Noi abbiamo una licenza estiva e invernale, abbiamo speso 2 milioni di euro per rilanciare la struttura che altro dobbiamo fare? Speriamo che questo incontro serva, ma quello che vorremmo è che la Provincia agisca per dichiarare il passaggio verso la nostra struttura un’area di pubblico interesse, superando il tema delle concessioni, oppure che indichi un altro passaggio, ma che se ne faccia carico. Abbiamo bisogno che la Provincia si impegni non a fare da paciere, ma a trovare una soluzione tecnica al problema. Noi non vogliamo mica che l’impianto o le piste chiudano, chiediamo solo un accesso alla nostra struttura. Noi facciamo i rifugisti, questo ci compete, non realizzare sentieri». Intanto a dare forza alle titolari del rifugio è arrivata la solidarietà di tante persone.
Presso la Capanna Cervino è stata lanciata una raccolta firme, già cinquecento le persone che l’hanno sottoscritta. «C’è chi arriva qui e non chiede neanche un caffè, dice che è venuta solo per firmare, perché è importante. Questo ci ha commosso davvero». Un vento di solidarietà che sembra essersi spinto anche oltre i confini del Passo Rolle. Firme sono in corsa di raccolta anche a Cavalese e in tutta la Val di Fiemme in generale, a dimostrazione di come in tanti abbiano preso a cuore il futuro di Capanna Cervino e di quell’angolo di paradiso incastonato tra le montagne.