Il caso
martedì 9 Gennaio, 2024
di Daniele Benfanti
«Convocheremo le parti in causa già domani, mercoledì». L’assessore provinciale al turismo Roberto Failoni risponde così, sollecitato sulla disputa che sta danneggiando, a livello d’immagine, Passo Rolle e Primiero: diritti di passaggio verso il rifugio Capanna Cervino (ristrutturata da due sorelle con una spesa di due milioni di euro) da parte del gestore degli impianti di risalita vicini (che è il loro fratello). Fra le due parti non corre più buon sangue, e l’uomo il giorno di Santo Stefano ha posizionato reti e barriere sulla strada di accesso al rifugio delle sorelle Mich, avvalendosi della legge: per arrivarci, pedoni e scialpinsiti dovevano attraversare un tratto di pista. Avvisi con l’altoparlante e barriere dissuasive non erano passati inosservati e sui social il tam tam mediatico ha anche innescato, oltre agli inevitabili appelli al buon senso e allo sdegno di molti amanti della montagna, una raccolta di migliaia di firme grazie a una petizione da parte delle titolari di Capanna Cervino. Ma il rifugio bloccato e inaccessibile da oggi chiude. La titolare, Elena Mich, ribadisce: «La situazione è insostenibile. Speriamo nella Provincia»
Capanna Cervino.
Le settimane bianche sono alle porte, la neve naturale è arrivata e il paesaggio è incantevole, ma Capanna Cervino resta chiusa. Fino a quando non si sa: «Forse tra qualche settimana, o direttamente a giugno e sarò costretta a lasciare a casa i dipendenti» comunica la titolare sconfortata. Da vedere, quindi, se il ruolo di intermediario della Provincia sortirà gli effetti sperati: ancora 24 ore di tempo per saperlo. Nella settimana dell’Epifania, glie scursionisti hanno dovuto scegliere se rischiare una multa passando attraverso la pista o cercare percorsi alternativi pericolosi, soprattutto sul fronte valanghe. Le sorelle Mich chiedono che venga modificata la concessione per consentire il passaggio verso Capanna Cervino. Sul fronte politico si muove anche il consigliere provinciale di Onda, Filippo Degasperi. Ieri ha presentato un’interrogazione in consiglio intitolata «Zona di pubblico interesse o montagna privatizzata?». «L’impiantista si avvale dell’area come cosa propria» osserva il consigliere di Onda. Che chiede alla Provincia quale procedura si intenda seguire per trovare un percorso dedicato e definitivo per la Capanna, e se non si può riconoscere la zona come area di pubblico interesse. Degasperi chiede anche di sapere come Comune e Provincia hanno gestito l’iter per la modifica della concessione composta da 22 particelle demaniali e rivolta al gestore dell’impianto.
Santa Messa di Natale
di Redazione
L'omelia dell’arcivescovo di Trento Lauro Tisi in cattedrale a Trento: «La parola può diventare feconda, costruire percorsi di pace, solo se si interfaccia e si fonde con la parola degli altri»