La vertenza

lunedì 3 Luglio, 2023

Carcere, la polizia penitenziaria apre lo stato di agitazione. «Poco personale, turni massacranti»

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La nota unitaria - firmata da Sappe, Sinappe, Osapp, Uspp, Uil, Cisl, Cgil - denuncia le difficoltà gestionali

La nota è firmata dalle segreterie di Sappe, Sinappe, Osapp, Uspp, Uil, Cisl, Cgil. Una nota congiunta inviata all’amministrazione penitenziaria del Triveneto diretta da Maria Milano d’Aragona. Obiettivo: elencare punto su punto le difficoltà della polizia penitenziaria a fronte dell’aumento dei detenuti e la carenza di personale. Una situazione nota e sempre più critica che ha spinto i sindacati a una protesta ferma: si apre formalmente lo stato di agitazione sino al raggiungimento di un accordo negli organici.

«Le scriventi segreterie locali – si legge nella nota – vengono continuamente investite da reiterate segnalazioni in merito alle difficoltà connesse alla gestione dell’istituto Trentino, ove si riscontrano gravissime difficoltà gestionali a causa della pesante carenza di risorse umane amministrate che, stante i contenuti dell’ultimo D.M. dell’anno 2017, relativo alle piante organiche previste per ogni singolo istituto che da sempre abbiamo considerato errate per difetto e non congrue alle reali necessità, mettono quotidianamente a repentaglio la sicurezza dell’istituto e degli operatori costretti a prendersi responsabilità eccessive nonché svolgere turni di lavoro massacranti».

Per rendere l’idea, i sindacati elencano le ripercussioni delle carenze organiche:

• L’organizzazione del servizio è ormai da tempo programmato quasi esclusivamente su tre quadranti giornalieri anziché i quattro previsti. I turni di servizio sono di almeno otto ore e in alcuni casi anche oltre, con costante ricorso al lavoro straordinario che, a questo punto, è diventato ordinario;
• Accorpamento quotidiano di diversi posti di servizio contemporaneamente sorvegliati da un solo Agente, scendendo ben al di sotto di qualsivoglia livello minimo di sicurezza e con grave pregiudizio circa l’assicurazione della sicurezza interna;
• Difficoltà nell’assicurare la concessione del congedo ordinario, dei riposi compensativi e del riposo settimanale che, sovente, viene soppresso e da fruire a data da destinarsi a causa di gravi esigenze di servizio;
• Continuo utilizzo delle cosiddette cariche fisse (ufficio comando, servizi, segreteria tecnica, magazzino, spaccio Agenti) in favore del locale nucleo traduzioni al fine di garantire le varie movimentazioni giornaliere (udienze, trasferimenti, invii in luoghi di cura esterni) con conseguente accumulo di lavoro arretrato per i predetti uffici, con quotidiano utilizzo di 5/6 unità a garanzia dei servizi traduzioni. Ma nonostante ciò, si è comunque costretti ad affrontare le traduzioni sempre “sotto scorta” con grave nocimento alla sicurezza della scorta e del detenuto stesso. È ormai prassi effettuare traduzioni con due Agenti ed un detenuto arrivando, in una circostanza, a movimentare ben 15 reclusi contemporaneamente a fronte di “soli” 5 Agenti di scorta.
• Alta percentuale di detenuti affetti da acclamate problematiche di natura psichica e di difficile adattamento al regime penitenziario che danno vita ad un numero crescente di eventi critici. Il Trentino Alto Adige dispone di soli 10 posti alla REMS, insufficienti a garantire un servizio adeguato ai numerosi detenuti affetti da simili patologie cliniche che provengono in maniera massiccia da tutto il Triveneto, soprattutto se contrapposti al mancato rispetto dell’accordo Stato-
P.A.T. circa il numero complessivo di 240 detenuti che la struttura di Spini di Gardolo doveva impegnarsi a ospitare;
• La situazione numerica dei detenuti, in costante graduale aumento e si attesta in questi giorni a ben 360 soggetti, che non consente una corretta gestione per le ovvie difficoltà del rispetto dei parametri imposti dalla Sentenza Torreggiani, per la mancanza di suppellettili, di spazi comuni, di opportunità formative e di impiego.
In molteplici circostanze abbiamo segnalato, anche con forza e con manifestazioni appositamente organizzate presso le Sedi delle Autorità Locali e Provveditoriali, purtroppo senza alcun positivo riscontro.

 

Di qui la decisione: intraprendere lo Stato di Agitazione e proseguire ad oltranza affinché venga destinato presso la Casa Circondariale di Trento un congruo numero di unità di poliziotti prossimi alle assegnazioni in corso a luglio.