teatro e carnevale

lunedì 13 Febbraio, 2023

Carnevale dallo Stivalaccio al Teatro Sociale con «Arlecchino muto per spavento»

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Uno spettacolo dove gioco, invenzione, amore, paura e dramma si mescolano tra le smorfie inamovibili delle maschere

In occasione del Carnevale, la Stagione del Teatro Sociale programmata dal Centro Servizi Culturali S. Chiara propone un nuovo spettacolo all’insegna del divertimento. Un grande omaggio alla Commedia dell’Arte e all’abilità tutta italiana del fare di necessità virtù.

Da giovedì 16 a domenica 19 febbraio, Stivalaccio Teatro porterà in scena a Trento Arlecchino muto per spavento, uno dei canovacci più rappresentati nella Parigi dei primi del ‘700, qui riproposto per la prima volta in epoca moderna.

Lo spettacolo è ispirato al canovaccio Arlequin muet par crainte di Luigi Riccoboni ed è prodotto da Stivalaccio Teatro, Teatro Stabile di Bolzano, Teatro Stabile del Veneto e Teatro Stabile di Verona, con il soggetto originale e la regia di Marco Zoppello, giovane ed emergente attore, autore e regista, nonché fondatore della Stivalaccio Teatro, compagnia vicentina che si occupa di teatro popolare e commedia dell’arte.

La trama è quella “classica” della Commedia dell’Arte, con un amore contrastato e i lazzi e le improvvisazioni lasciate ai personaggi e alle maschere che portano in scena. Qui il giovane Lelio, lasciata Venezia e giunto a Milano, pretende sia fatta giustizia. Nella sua patria si è follemente innamorato di Flamminia, figlia di Pantalone De’ Bisognosi, ampiamente ricambiato. Ma il padre della giovane l’ha già promessa in sposa a Mario, figlio di Stramonia Lanternani, mercantessa di stoffe, anche se il timido Mario ama Silvia, giovane risoluta e determinata. Ecco il motivo della venuta di Lelio a Milano: ricondurre alla ragione Mario e la madre Stramonia o, alla peggio, sfidare il giovane a duello. La notizia sarebbe dovuta rimanere nascosta, ma Arlecchino, servitore di Lelio, appena giunto in città la diffonde ad ogni anima viva incontrata. Per ridurlo al silenzio il suo padrone gli gioca un tranello: finge che un demonio sia imprigionato nel proprio anello e, se Arlecchino parlerà, il demonio glielo rivelerà ed il servitore sarà decapitato. Arlecchino decide dunque di chiudersi in un religioso silenzio, diventando muto… per spavento!

Stivalaccio Teatro ha deciso di portare in scena nove attori su di un canovaccio inedito, poggiandosi sull’arte attorale e quindi sugli strumenti propri del commediante dell’arte: la recitazione, il canto, la danza, il combattimento scenico, i lazzi e l’improvvisazione.

Scegliere Arlecchino oggi significa, per la compagnia vicentina che ha fatto del teatro popolare la propria bandiera, ritrovare il pubblico dopo un periodo di forzato distacco, di terribile crisi umana e sociale. Un po’ ripercorrendo le orme di quel tanto amato spettacolo in maschera con il quale il maestro Strehler decise di inaugurare il proprio teatro, in quell’Italia da ricostruire del 1947.

Arlecchino muto per spavento è uno spettacolo dove gioco, invenzione, amore, paura e dramma si mescolano tra le smorfie inamovibili delle maschere. Dove gli intrecci si ingarbugliano sull’equivoco e lentamente si dipanano tra le dita dei personaggi. Ma se queste esili trame, se questo mondo surreale e fantastico, eco lontano di uno splendore teatrale italiano, eclettico equilibrismo sul filo della storia e della tradizione, se queste eteree figure permetteranno di abbandonarsi ad una gioia senza peso e senza tempo, forse in quel preciso istante si potrà ritrovare un briciolo di poesia.