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sabato 4 Gennaio, 2025

Caro caffè, Bolzano e Trento le più care: 1,38 e 1,35 euro. A Catanzaro costa solo un euro

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Lo studio di Assoutenti e Crc. Cacao e Caffè, prezzi alle stelle a causa della crisi climatica. in Trentino burro più caro del 61%

A Trento il prezzo medio della tazzina di caffè è di 1,35 euro, il secondo più caro d’Italia dopo Bolzano, dove l’espresso al bar costa 1,38 euro, e davanti a Pescara, dove il costo della tazzina è di 1,34 euro. La città più economica è Catanzaro con 1 euro, a Roma il prezzo medio e 1,12 euro. A livello nazionale, a fine 2024, il prezzo medio dell’espresso ha raggiunto una media di 1,21 euro, in crescita del 18,1% sul 2021. Da noi a fine 2022 eravamo a 1,10 euro a tazzina, quindi in due anni l’incremento trentino è del 22%. Con 6 miliardi di tazzine di espresso vendute ogni anno in Italia, l’esborso totale per i consumatori ha raggiunto l’anno scorso quota 7,26 miliardi di euro.
È quanto emerge dall’indagine congiunta realizzata da Assoutenti e Centro di formazione e ricerca sui consumi (Crc), che ha passato in rassegna i listini al dettaglio di burro, caffè tostato, cioccolato ed espresso al bar nelle principali città italiane. Anche sul burro Trento è cara, mentre va un po’ meglio col cioccolato. «La crisi internazionale delle materie prime – sostengono Assoutenti e Crc – fa schizzare alle stelle i prezzi al dettaglio di alcuni prodotti alimentari di largo consumo, con ripercussioni dirette per le tasche delle famiglie italiane». Per quanto riguarda il caffè, i danni alle coltivazioni causate da periodi di siccità prolungata seguita da forti piogge anomale nei paesi produttori come Brasile, Vietnam, Colombia, Costa Rica, Honduras ha determinato il crollo delle produzioni facendo schizzare alle stelle i prezzi dell’Arabica e del Robusta sui mercati internazionali, che hanno raggiunto i massimi dagli anni ’70. Ciò ha comportato forti rialzi dei listini al dettaglio per il caffè tostato venduto ai consumatori presso negozi e supermercati. In particolare il prezzo al kg del caffè, nelle principali città italiane, ha registrato un aumento medio del 42,8% negli ultimi tre anni, attestandosi a fine 2024 a una media di 12,66 euro al chilo, contro gli 8,86 euro del 2021. Trieste è la città dove il caffè tostato costa di più: 14,34 euro al chilo.
«Altro prodotto di largo consumo che nell’ultimo anno ha registrato rincari abnormi è il burro – sostengono Assoutenti e Crc – Ad influire sul prezzo di tale alimento è la riduzione della produzione di latte, determinata sia da condizioni climatiche sfavorevoli nei paesi produttori, sia da una minore disponibilità di pascoli, a fronte di una domanda crescente». Il prezzo medio al dettaglio del burro si è attestato a fine 2024 in Italia a 13,35 euro al chilo, con un aumento del +48,8% sul 2021. Analizzando i listini nelle principali città italiane, è Torino la città dove il burro costa di più (15,85 euro al chilo), Firenze la più economica (10,07 euro). Trento si attesta a 11,39 euro al chilo, ma con punte di 14,93 euro e con un incremento del 61% rispetto al 2021.
«Brutte sorprese anche per gli amanti del cioccolato. La crisi internazionale del cacao, con i paesi produttori come Ghana e Costa d’Avorio che hanno subito ingenti danni alle coltivazioni a causa della crisi climatica in atto e di malattie che hanno flagellato le piante, ha portato i listini della materia prima cacao a salire alle stelle nel corso del 2024. Un trend che si riflette in modo diretto sui listini del cioccolato venduto in Italia: il prezzo di una tavoletta da 100 grammi è passato infatti nel nostro Paese da una media di 1,26 euro del 2021 a 1,60 euro del 2024, con un rincaro del 26,9%. La città dove il cioccolato costa di più è Palermo, in media 2,08 euro una tavoletta da 100 grammi, seguita da Milano (1,73 euro). La più conveniente è Aosta (1,41 euro), seguita da Trento (1,42 euro)» affermano Assoutenti e Centro di formazione e ricerca sui consumi. «La crisi internazionale delle materie prime, tra cambiamenti climatici, problemi logistici, aumento dei costi di produzione, sta impattando in modo diretto sulle tasche dei consumatori italiani, colpendo beni di largo consumo i cui prezzi al dettaglio salgono senza sosta – commenta il presidente di Assoutenti, Gabriele Melluso – Rincari dei listini che rischiano di modificare profondamente le abitudini delle famiglie, e di spingere i cittadini a rinunciare alla qualità allo scopo di contenere la spesa. Di questo passo l’ipotesi della tazzina a 2 euro nei bar italiani non è più un miraggio, ma una possibilità che giorno dopo giorno si fa sempre più reale».