L'inchiesta

domenica 10 Settembre, 2023

Carrello della spesa sempre più pesante: aumenti del 9%. Ma da ottobre scatta il piano anti-rincari

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Accordo al ministero: paniere di beni a prezzi contenuti. Aderisce Sait-Coop: «Prodotti a marchio già meno cari», Dao-Conad in campo. Poli taglia l’inflazione di 2 punti

Nonostante il rallentamento dell’inflazione generale, che a luglio in Trentino è scesa al 4,3%, i prezzi del carrello della spesa dei beni di prima necessità continuano a correre. I beni alimentari segnano, sempre a luglio, un incremento annuo del 9,5%, con punte del 29% per il burro, del 28,6% per il riso, del 21,8% per le uova. Secondo Coldiretti Trentino Alto Adige, il caro prezzi taglia del 4,6% le quantità di prodotti alimentari acquistate quest’anno, ma le famiglie sono comunque costrette a spendere almeno il 7% in più per i beni acquistati. Volano gli acquisti di cibo low cost, con i discount alimentari che fanno segnare un balzo delle vendite in valore del 9,7% tra gennaio e luglio e le famiglie che vanno a caccia dei prezzi più bassi facendo lo slalom tra i punti vendita e con maggiore attenzione agli sprechi. Perfino nella tradizionale classifica dei supermercati più convenienti stilata da Altroconsumo, che a Trento vede ancora il primato dell’Iperpoli di Trento nord, in via di spostamento entro novembre alla vicina Cittadella Poli, la spesa col massimo risparmio è più cara del 9% rispetto all’anno scorso.
Grande distribuzione e industria
In questo scenario, l’altro giorno al ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), sollecitato dal ministro Adolfo Urso, è stato raggiunto l’accordo nazionale per un patto anti-inflazione nell’ultimo trimestre dell’anno. Federdistribuzione, a cui aderiscono tra gli altri Aspiag-Despar e Pam, l’Associazione nazionale cooperative dei consumatori Ancc-Coop, l’Associazione nazionale cooperative fra dettaglianti Ancd-Conad e le organizzazioni dell’industria alimentare, in un primo momento restìe, hanno raggiunto l’intesa sul protocollo che prevede dal primo ottobre un paniere di beni alimentari e di prima necessità a prezzi contenuti. La partecipazione all’accordo è volontaria. In Trentino tra i primi ad aderire c’è Sait, il consorzio della cooperazione di consumo, che nei prossimi giorni si coordinerà con la Coop nazionale, partecipante all’accordo, per concretizzare la misura. In campo c’è anche Dao, la cooperativa di dettaglianti dei negozi a marchio Conad. Ma le grandi catene trentine hanno già provato ad attenuare l’impatto dell’inflazione sui loro clienti.
Supermercati anti-inflazione
Sait e le Famiglie cooperative, 342 milioni di euro di ricavi consolidati da ingrosso e dettaglio nel 2022, hanno visto nel primo semestre le vendite crescere in volume del 2%, in valore naturalmente di più. Ma su tutti i prodotti a marchio Coop l’aumento dei prezzi applicato è stato pari alla metà dell’inflazione reale. E infatti c’è stata la corsa ad acquistarli. Dao-Conad, 351 milioni di ricavi consolidati 2022, ha visto nei primi sette mesi dell’anno una crescita delle vendite di oltre il 10% a valore, dello 0,7% in volume. I prezzi di cessione dei prodotti ai 139 negozianti associati, dicono alla coop di dettaglianti, sono contenuti per consentire prezzi di vendita bassi ai consumatori. Il gruppo Poli è il maggiore in regione, con un fatturato consolidato 2022 di 617 milioni e vendite nei primi cinque mesi di quest’anno pari a 257 milioni, in crescita dell’11,8% a valore e dell’1,8% in volume, data un’inflazione che per il gruppo si attesta al 10%. Nei supermercati Poli, in particolare, il tasso di inflazione all’acquisto è dell’8,5%, alla vendita è del 6,9%. La differenza, un taglio dell’1,6%, è assorbita dalla catena per sostenere i consumi dei clienti.
Sait-Coop taglia i prezzi
«All’accordo nazionale aderisce Coop e quindi aderiremo anche noi – afferma il direttore generale di Sait Luca Picciarelli – Nei prossimi giorni definiremo un’iniziativa comune». Nella prima bozza del protocollo salva-spesa si dice che le associazioni della distribuzione dei beni di largo consumo si impegnano a promuovere presso le proprie imprese l’idea di offrire una selezione di articoli, un paniere, a prezzi contenuti. I negozi che sceglieranno di aderire saranno indicati dalle associazioni al ministero entro il 23 settembre e verranno segnalati al pubblico con un bollino digitale tricolore creato dal Mimit. Nel carrello, ribattezzato dal ministro Urso «carrello tricolore», ci saranno sia beni alimentari sia non alimentari, come beni legati all’igiene personale o all’igiene della casa. In pratica, il paniere su cui applicare prezzi calmierati viene definito da ciascuna impresa distributiva. «Il paniere di beni di prima necessità a prezzi calmierati parte dal primo ottobre e dura fino a fine anno – spiega Picciarelli – i tempi per definirlo sono stretti». Quella del paniere però non sarà la prima iniziativa anti-inflazione della cooperazione di consumo. «Abbiamo trasferito sui prodotti un’inflazione bassa – sottolinea Picciarelli – L’ambasciatore della convenienza è il prodotto a marchio Coop, dove abbiamo applicato la metà del tasso di inflazione. Infatti c’è stata una crescita di interesse da parte dei consumatori, è stata una scialuppa di salvataggio sui prezzi».
Cittadella Poli da 50 milioni
Il gruppo Poli ha chiuso il 2022 con un fatturato consolidato di 617 milioni, in crescita del 7,5% rispetto all’anno precedente, e un utile di 16,4 milioni, di cui 7,3 in capo al gruppo. In particolare, Supermercati Poli, 38 punti vendita che comprendono i negozi Amort e Regina, hanno registrato vendite per 316 milioni, Billig, che gestisce i 19 negozi in Alto Adige, è a 154 milioni, gli 8 supermercati Orvea fatturano 112 milioni e l’ingrosso Seven 277 milioni. I ricavi di vendita dei primi cinque mesi, si legge nella relazione al bilancio, sfiorano i 257 milioni con un aumento dell’11,8%, che però per il 10% è dovuto all’inflazione. Il gruppo, tra l’altro, investirà nei prossimi anni sulle energie alternative, in particolare il fotovoltaico, installando impianti sugli immobili di proprietà, anche per diminuire la bolletta energetica. La Cittadella Poli in via Brennero è nella fase conclusiva di realizzazione, ma proprio per il rincaro dei materiali sono stati investiti ulteriori 9,4 milioni, portando il totale vicino ai 50 milioni. La nuova e più ampia sede dell’Iperpoli, ora in via Gemma De Gresti, e di altri negozi e attività dovrebbe essere completata per novembre, pronta per gli acquisti del periodo natalizio.
I sindacati: indicizzare l’Icef
Intanto i sindacati giudicano saggio il dietrofront della giunta provinciale sull’inserimento dell’assegno nazionale per i figli nel conteggio dell’Icef, ma rilanciano sull’adeguamento dell’indicatore all’inflazione. «è sicuramente positivo e segno di saggezza che la giunta provinciale abbia fatto dietrofront sul computo nell’Icef dell’Assegno unico universale – affermano i segretari generali di Cgil Cisl Uil Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti – Ora la stessa saggezza e maggiore coraggio chiediamo alla giunta e a tutte le forze politiche nel garantire il reale potere d’acquisto dei sostegni provinciali alle famiglie. In assenza infatti dell’indicizzazione dell’Icef e dei benefici del welfare territoriale all’inflazione, le famiglie trentine diventeranno più povere. E non è accettabile trincerarsi, come ha fatto l’assessore Achille Spinelli, dietro la giustificazione dell’onerosità di questa misura, come se la finanza pubblica provinciale non potesse sopportarla. Ricordiamo che per le imprese che reclamavano un aumento del prezziario dei lavori pubblici per affrontare il caro materiali, la giunta è intervenuta più volte, aumentando anche di percentuali a due cifre il costo delle opere pubbliche. Si adeguano i prezzi all’inflazione per le imprese, ma non lo si fa per i benefici per le famiglie. Non si possono avere sempre due pesi e due misure. Non è certo essere responsabili tagliare il valore reale dei sostegni alle famiglie con figli o con anziani non autosufficienti nel bel mezzo di una specie di glaciazione demografica. è solo sciocco. Resta la nostra disponibilità – rimarcano i sindacati – a procedere alla revisione del sistema Icef e dei sostegni alle famiglie, non ci tiriamo indietro. Anzi chiediamo che questo processo di revisione sia partecipato e concertato. A fare da sola, come ha dimostrato questa vicenda, la giunta rischia di prendere sonore cantonate».