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martedì 4 Marzo, 2025
Carri, maschere, coriandoli e stelle filanti: la magia del carnevale di Storo
di Stefano Marini
Le immagini della sfilata di questa Cinquantaseiesima edizione scoppiettante del Gran Carnevale
Cinquantaseiesima edizione scoppiettante per il Gran Carnevale di Storo. Sei in totale i “carri” (ma forse sarebbe meglio dire “installazioni”, perché le strutture non sono più mobili da anni) che hanno toccato una serie di temi molto cari agli storesi e ai loro vicini, dalla notte di San Lorenzo, al sesno del Carnevale per le nuove generazioni, passando per la rivalità con i paesi vicini calata nel magico mondo di Harry Potter, per “scene della natività” un tantino sacrileghe e per un musical anni ’60 dal finale a sorpresa ma c’è anche stato spazio per una rappresentazione quantomai spietata della cronaca locale, a partire dal caso della farina gialla di Storo, finita sul banco degli imputati per sospetta tossicità.
La giornata di martedì grasso ha visto come sempre le strade del paesone giudicariese animate da una folla di bambini ma anche di tantissimi adulti venuti da tutta la Valle del Chiese ed oltre per vedere lo spettacolo meso in scena dai gruppi mascherati locali e va detto che le attese non sono andate deluse.
Sei, come detto, i carri in concorso. Tra i gruppi “storici” sicuramente quello degli “ex combattenti”, che hanno presentato il carro “Peresepio”, dove “Pere” sta per la versione dialettale di “Pecore”. La scenetta presentata ha giocato amabilmente coi temi del sacro e del profano, portando la nascita del messia dalle parti di Storo, col pastore un po’ sordo Amadio che conduce le sue pecorelle alla ricerca di tale “Mattia” e finisce per scoprirne i dubbi natali, incontrando pure degli improbabili Re Magi. Impressionante, va detto, la qualità dell’installazione, dotata di getti d’acqua, piani multipli e sculture dalla fattura notevole.
Il carro degli “Sbandati” puntava invece sull’eterno scontro tra Storo e i paesi vicini, mettendo in scena “Storgwards, il mondo magico”, competizione ispirata ai libri di Harry Potter, anche in questo caso spostando l’ambientazione nella bassa Val del Chiese, tra custodi del castello che si chiamano “Agrid90” e improbabili maghi dai nomi che richiamano gli abitati locali. Ottimi, anche in questo caso la qualità del “carro”, specie nella parte dedicata ai “quadri viventi” animati dall’emulo storese del maghetto inventato da J.K. Rowling.
Il gruppo “Mary Poppins” ha invece deciso di toccare uno dei tasti più cari alla “mistica” storese: la notte di San Lorenzo, che da queste parti diventa una festa sfrenata dal mattino a notte inoltrata, organizzata sulle alture che sovrastano Storo da nord. In sé la trama della rappresentazione in questo caso è semplice: un turista in visita a Storo finisce per prendere parte alla festa di San Lorenzo, finendo stordito dai numerosi drink, dal cibo abbondante e dalla frenesia degli abitanti locali, sebbene dotati di strani nomignoli. La vicenda si chiuderà col turista, stremato ma felice… almeno fino a quando non dovrà rendere conto alla moglie del suo ritardo monstre. Anche in questo caso la cura per i dettagli è stata notevole, ma a dare al carro una marcia in più sono state senza dubbio la coreografia e le musiche, la cui composizione ha dato prova di notevole professionalità.
Anche i campioni uscenti del gruppo “Molo mel Dial” (“Scateniamo il diavolo” dal vernacolo locale) si sono focalizzati sulla musica, anzi su un vero e proprio musical anni ’60 (con tanto di richiami a Marilyn Monroe e a Elvis Presley), ironizzando sull’eterna lotta tra uomini e donne e sull’amore tra compaesani, che parte bene, sfiora il matrimonio e poi finisce in un inno al celibato, tra sindaci in mutande e preti che svengono. Ottime, anche in questo caso musiche, coreografie, allestimenti e commento dal vivo.
La cinquantaseiesima edizione del Gran Carnevale ha anche presentato una novità che (si spera) sarà destinata a portare buoni frutti negli anni a venire. Il gruppo “New Generations”, che ruota attorno all’ambiente dell’oratorio locale, ha creato il carro “Tali padri, tali figli”. È la storia di un gruppo di gruppo di genitori che vogliono fare il carro di carnevale ma i nonni non vogliono saperne di tenergli i bambini. Soluzione: convincere il prete del paese ad organizzare una colonia invernale in montagna. Il piano però non funzionerà proprio come previsto visto che i bambini riusciranno a convincere il prete a fargli fare il carnevale coi genitori… perché come i loro padri anche loro a quanto pare hanno il carnevale nel sangue.
Il colpo gobbo infine, come spesso accade, lo hanno piazzato i “foresti”, ovvero il gruppo “Scaldabache” di Condino che hanno realizzato il carro “Matilde in Storland”, una rivisitazione di “Alice nel paese delle meraviglie” che si è presa gioco in maniera a tratti molto sarcastica, di persone ed eventi locali, dai dubbi sull’onestà delle giurie delle feste della polenta, all’ironia su questioni quali l’acquisto di campi da parte del Comune di Storo per farci un nuovo campo da calcio e soprattutto sulla vicenda della farina di Storo contaminata, che, suggeriscono gli autori del carro, potrebbe non far dormire sonni tranquilli a certi nonni.