La misura
martedì 17 Dicembre, 2024
di Patrizia Rapposelli
Per 6 alloggi a canone moderato, cioè ad affitto scontato del 30 % rispetto a quello del mercato, entro la scadenza del 30 ottobre scorso sono state 165 le famiglie che hanno fatto domanda. L’amministrazione comunale ieri ha reso nota la graduatoria relativa alla locazione di questi alloggi. Nello specifico, hanno fatto domanda 122 cittadini comunitari, trentini compresi, e 43 cittadini extracomunitari.
La domanda quindi è forte, ma di fatto le case mancano: colpa dei costi di locazione alle stelle e anche del fenomeno affitti turistici brevi. Per una famiglia trovare casa a Trento è un’impresa. In base al report di Immobiliare.it, il portale digitale per pubblicazione e ricerca di annunci immobiliari, nel mese di novembre in c’è stato un aumento degli affitti del 6,16 % rispetto a novembre 2023. Per gli immobili residenziali in affitto sono stati richiesti in media 11,55 euro al mese al metro quadro, che per una casa di 70 metri quadri significa 800 euro al mese di affitto, mentre nello stesso periodo nel 2023 venivano richiesti 10,88 euro mensili al metro quadro.
In commissione politiche sociali del Comune, l’assessore Alberto Pedrotti ha fatto il punto sulle politiche abitative. «L’alta richiesta di un appartamento ad affitto moderato è sintomatico di un’emergenza abitativa – commenta l’assessore Pedrotti – Sulla graduatoria ci tengo a precisare che hanno fatto domanda persone della fascia medio-bassa ma anche nuclei familiari che vogliono ottenere un alloggio pubblico, ossia una casa Itea». A incidere non è solo il forte incremento dei canoni d’affitto. «La locazione turistica, conosciuta anche come affitto breve, è una dinamica abitativa in costante ascesa da ormai più di un decennio – osserva Pedrotti – La comparsa di piattaforme digitali per il matchmaking fra domanda e offerta, la più conosciuta Airbnb, ha aperto un nuovo mercato permettendo al proprietario di mettere a reddito un immobile senza dover sottostare agli ordinari vincoli contrattuali e civilististici e, in particolare, evitando ogni rischio derivante da morosità dell’inquilino o dal mancato rilascio dell’immobile». Nelle zone turistiche le locazioni brevi hanno provocato un doppio effetto: da un lato è diminuita la disponibilità di case per le famiglie e dall’altro sono aumentati i prezzi delle abitazioni. «L’affitto breve, nato come strumento di integrazione al reddito per il piccolo proprietario, si è trasformato in un business estremamente redditizio, generando scompenso fra domanda e offerta di alloggi a scapito dei residenti». Per l’assessore la soluzione sta nella regolamentazione. «La Provincia potrebbe porsi come capofila di un’iniziativa volta alla regolamentazione delle locazioni turistiche, sollecitando il legislatore nazionale a intervenire dove il laissez faire ha già causato forti difficoltà ai nostri territori», conclude Pedrotti.