Il tema
mercoledì 17 Aprile, 2024
di Francesco Terreri
La riqualificazione energetica degli edifici può partire in Trentino dai centri storici, dove si trova la maggior parte degli immobili con prestazioni energetiche peggiori. Sono circa 50mila, sugli oltre 70mila totali, gli edifici che potrebbero essere ristrutturati – o demoliti e ricostruiti – in base alla nuova normativa a cui sta lavorando l’assessore provinciale all’urbanistica e all’energia Mattia Gottardi. Non tutti sono nelle classi energetiche più basse, ma molti sì. Il tutto però potrebbe costare parecchio, anche limitandosi ai 21mila edifici da riqualificare entro il 2035 secondo l’ultima direttiva sulle case green varata dall’Unione Europea (Il T di ieri): almeno 5 miliardi di euro, se gli interventi sui 9.000 edifici agevolati dal Superbonus in poco più di due anni sono costati quasi 3 miliardi. In quel caso la spesa viene recuperata con la detrazione fiscale, ma ora i bonus edilizi sono in fase di ridimensionamento. Perciò la Provincia, dice Gottardi, valuta la possibilità di introdurre contributi nella nuova normativa urbanistica: una sorta di ecobonus provinciale.
«Il Piano energetico ambientale provinciale, Peap, 2021-2030 – dice Gottardi – ha correttamente individuato le linee di azione per il raggiungimento di obiettivi che, al di là delle ultime decisioni europee, avevamo come priorità territoriale. In questo contesto, è strategico e urgente intervenire, a livello di strumento normativo, sulla riclassificazione urbanistica degli edifici nei centri storici che rappresentano la maggior parte degli edifici da riqualificare sul piano dei consumi energetici». è la proposta di riforma sui centri storici, annunciata dall’assessore alla fine dell’anno scorso, che ha già dato luogo ad un vivace dibattito. «Si tratta di rendere più agevole e rapido l’intervento, mettendo a livello valoriale urbanistico il concetto di efficienza energetica e produzione in priorità rispetto alla conservazione aprioristica. Questo non significa “demolire tutto” ma rendere possibile intervenire anche in modo drastico su strutture esistenti al fine di renderle eco sostenibili».
Inoltre, prosegue l’assessore, «collaborando con categorie, ordini professionali, sistema bancario e Comuni, occorre promuovere informazione territoriale rispetto ai bonus esistenti – permangono infatti sia il sisma bonus all’85% che l’ecobonus – che consentono, con compensazione fiscale da ammortizzare in pochi anni, oltre 100.000 euro per unità abitativa. Al momento non stiamo pensando di modificare il Peap. Gli obiettivi li abbiamo fissati prescindendo dall’Unione Europea». Gottardi rimarca che «per il momento non ci sono forme incentivanti sotto forma di contributi, ma non escludo un intervento a corredo della nuova normativa urbanistica. Terremo monitorate le azioni nazionali poiché c’è interesse reciproco di sistema nel traguardare i parametri europei».
Proprio su questo intervengono i sindacati Cgil, Cisl e Uil, rappresentati da Manuela Faggioni, Michele Bezzi e Walter Alotti. «La direttiva europea sulla riduzione delle emissioni degli edifici va nella giusta direzione e la scelta del governo Meloni di non sostenerla è miope e controproducente perché già oggi le famiglie italiane hanno subito rincari notevoli per scaldare e raffrescare le loro abitazioni. Il problema vero è mettere i cittadini e le imprese nelle condizioni di ammodernare in chiave green i propri immobili. Una responsabilità che spetta allo Stato, ma anche alla nostra Provincia Autonoma che sul tema negli ultimi cinque anni è rimasta praticamente immobile, salvo varare obiettivi ambiziosi e condivisibili sul Piano energetico ambientale provinciale che, se non sostenuti da una mirata politica di incentivi, rischiano di restare un libro dei sogni».
«In Trentino – proseguono i sindacalisti – le ultime misure di sostegno per abbattere le emissioni delle abitazioni si fermano al 2020. A Bolzano, invece, annualmente vengono stanziate risorse per sostenere le famiglie che investono nella trasformazione e ristrutturazione sostenibile del proprio immobile, con una copertura che può arrivare all’80% della spesa. Unico vincolo, rinunciare alle detrazioni statali. Chiediamo alla giunta Fugatti di muoversi nella stessa direzione con un piano di interventi strutturali che dia certezze ai cittadini». Per questa ragione, nelle scorse settimane Cgil Cisl e Uil hanno chiesto un incontro all’assessore Simone Marchiori, sollecitando l’apertura di un tavolo di confronto che coinvolga anche Ance, cioè le imprese edili. «Nella nostra provincia l’80% del patrimonio privato sono case di proprietà. Senza misure di sostegno adeguate non tutti potranno permettersi gli interventi di efficientamento energetico richiesti». Capitolo a parte resta l’edilizia sociale. «Itea ha in gran parte fallito l’obiettivo del 110% e oggi gli inquilini sono alle prese con bollette esorbitanti. è indispensabile programmare interventi sulle case popolari e adeguati stanziamenti per farli».
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di Redazione
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