Abitare

domenica 2 Febbraio, 2025

Case in Alto Garda, prezzi alle stelle e c’è chi si sposta: «A Mori anche 60mila euro in meno»

di

Per la prima volta Riva perde 105 abitanti, Arco 139. Le testimonianze di famiglie e lavoratori che si sono trasferiti. Bortoli: «Ci è sembrato che il territorio non ci volesse». Bertamini: «Qui ho un quadrilocale con giardino»

Parola d’ordine, «Via dall’Alto Garda» per trovare una soluzione abitativa che sia economicamente sostenibile. Ossia che permetta un affitto o la rata di un mutuo, congruo con le spese quotidiane o, più banalmente, trovare la disponibilità di un immobile, fatto sempre più raro vista la tendenza dei proprietari di prediligere gli affitti brevi. A documentare questa «diaspora» sono prima di tutto i dati sull’andamento della popolazione che ha certificato (si legga il T del 18 gennaio) come i Comuni di Arco e Riva si stiano spopolando e per la prima volta da decenni hanno subito una decrescita. Un calo della popolazione dovuto a quello che per anni è stato invece l’elemento trainante dell’aumento di residenti, il saldo migratorio.  Per la prima volta Riva perde 105 abitanti mentre Arco 139. Da un seguente riscontro è poi emerso come una parte di chi si sposta trova una prima risposta nei Comuni periferici di Tenno, Ledro, Dro, Drena e anche, pur in piccolissima parte Nago Torbole. Su un totale di 191 persone che hanno lasciato Arco e Riva, circa 100 hanno trovato risposta nelle periferie altogardesane, mentre un altro centinaio è andato fuori: principalmente a Mori.

Sono molteplici le testimonianze di chi ha scelto il Comune lagarino per vivere nonostante il lavoro o i legami restino in alto Garda. Ci sono giovani famiglie, lavoratori autonomi, dipendenti, separati e divorziati. Insomma. Un vero e proprio gruppo eterogeneo di persone che si trovano costrette ad andarsene.
Silvia Tomasini, giovane mamma di Arco è dovuta migrare in quel di Tenno per trovare una casa adatta alle necessita di una giovane famiglia con due bambini. «Noi – racconta Tomasini – siamo andati a vivere a Ville del Monte dove effettivamente abbiamo trovato un appartamento a un prezzo più economico rispetto alla Busa. Mi sto chiedendo come sia possibile avere quei prezzi nei comuni di Arco e Riva, vista l’elevata richiesta. Nei comuni limitrofi – prosegue è più facile trovare casa, e quindi una famiglia deve fare dei cambiamenti drastici. Abbiamo provato a cercare in Busa, ma i prezzi sono improponibili». E il cambiamento incide inevitabilmente sulle abitudini quotidiane. «La gestione dei figli diventa un po’ più difficile – prosegue – nel senso che se prima avevi l’aiuto dei nonni, spostandosi questo aspetto viene un po’ meno. A questo si aggiunge il cambio scuola per i figli, ma se non fai così restare tra Arco e Riva per una famiglia significherebbe fare i salti mortali per riuscire a vivere».

Ne sa qualcosa Sakscia Bertamini, arcense Doc, madre di due figli grandi e da 5 anni residente a Mori per riuscire ad avere un alloggi per la propria famiglia. E lo sa anche Eric Bortoli lavoratore autonomo anch’egli costretto a trovare casa a Mori. «Sono a Mori da 5 anni – racconta Bertamini – Quando sono tornata dall’università ho trovato un affitto a S. Martino, poi mi sono dovuta cercare nel 2019 una nuova casa. Cercavo per via della mia famiglia con due figli adolescenti un trilocale. Non riuscivamo a trovare nulla a prezzi abbordabili. O affitti superiori ai mille euro o trilocali in cui la seconda camera, quella dei ragazzi era poco più di un ripostiglio, con lo spazio per un letto a castello e senza armadio. Siamo così usciti dall’Alto Garda – prosegue Bertamini – e a Mori abbiamo a un prezzo congruo un quadrilocale con giardino e 120 metri quadri di casa». Bertamini lancia però un monito. «L’interesse su Mori è cresciuto e anche qui i prezzi si stanno alzando – spiega – conosco un uomo divorziato che viveva in Alto Garda in un appartamento con un contratto residenziale a rinnovo annuale. Non gli è stato rinnovato l’affitto perché hanno deciso di puntare sul mondo turistico. Adesso lui ha cercato da vivere a Mori, ma non ha trovato a un prezzo abbordabile. Quindi si è trasferito ad Ala».
«La mia famiglia – racconta Bortoli – è arrivata ad Arco aprendo Villa delle Rose. Nel 2014 vado via dal Trentino e mi stabilisco nel bresciano. Arriva la crisi e ritorno ad Arco e poi a Dro. A questo punto decidiamo di formare una famiglia, di comprare casa. In agenzia abbiamo avuto la prima doccia fredda. Ci hanno detto – spiega Bortoli – che se non abbiamo più di 200 mila euro non valeva la pena nemmeno sedersi a parlare. E una cifra simile, nonostante lavoravamo in due ci avrebbe messo in difficoltà. Mi affido ad internet e scopro ben presto che per trovare abitazioni con un prezzo competitivo basta uscire dall’Alto Garda. Così siamo arrivati a Mori. Qui in quegli anni – continua Bortoli – appartamenti di 15 o 20 metri quadri più gradni di quelli di Riva e Arco li si trovava a 50 mila euro in meno comodi. Un disavanzo tale da giustificare anche le spese della benzina per andare avanti e in dietro dalla Busa. Ci è sembrato che il territorio non ci volesse». Ne è testimone anche Ada Chiarani che riporta l’esperienza di suo figlio: «È capitato che mio figlio si separasse dalla sua compagna e si è trovato a 46 anni a ricominciare con la ricerca di un nuovo appartamento da acquistare. Abbiamo iniziato la ricerca – spiega – un un’incubo. Arco, Riva periferia, niente. I costi sono troppo alti essendo lui da solo. Ha deciso di andare a Mori pur lavorando in Alto Garda».