Emergenza alloggi

domenica 11 Febbraio, 2024

«Case Itea, attesi mille sfratti nel 2024»

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Faggioni (Sunia Cgil): «Dati comunicati dalla società. Nel 2023 sono stati 300, nel pre pandemia erano 100». Roberto Ceccato verso la direzione di Itea. Caro bollette: i più in difficoltà gli inquilini nelle palazzine gestite da privati

Da due anni a questa parte ormai, più volte è stata accostata la formula «bomba sociale» alla questione casa, sia sul versante della carenza di alloggi, ma anche sul versante del caro bollette. Ora ci sono i numeri di questa possibile bomba sociale. Li ha riferiti il presidente di Itea, Michele Condini, al tavolo provinciale sull’emergenza casa. «Per quest’anno sono attesi mille sfratti — dice Manuela Faggioni, (in foto) segretaria del sindacato degli inquilini della Cgil (Sunia) — Nel 2023 sono stati 300. C’è molta preoccupazione».

Sfratti: numeri in aumento
Stiamo parlando solo delle case popolari di Itea, la società di edilizia abitativa della Provincia. La vicenda è nota. L’aumento dei costi energetici e più in generale l’inflazione stanno mettendo in difficoltà molti inquilini. Famiglie che non riescono a pagare le spese condominiali e finiscono così per diventare morosi. Da gennaio stanno arrivando decine di lettere ai Comuni e alle Comunità di Valle. «A noi sono arrivate 28 lettere, di cui 16 solo alle torri di Madonna Bianca», ha spiegato su il T di venerdì l’assessore alle politiche sociali di Trento, Alberto Pedrotti.
E a quanto pare non è finita qui: il numero di sfratti è destinato a salire vertiginosamente. «I dati sono stati forniti dal presidente Condini in occasione della riunione del tavolo provinciale sull’emergenza casa, alla fine dello scorso anno — spiega Faggioni — Ci è stato detto che negli anni pre pandemia la media degli sfratti si aggirava intorno ai 100 all’anno». Cifre tutto sommato contenute a fronte dei 10mila alloggi gestiti da Itea. «Condini — prosegue la sindacalista — si era detto preoccupato perché nel 2023 sono stati superati i 300 sfratti e per il 2024, visto il trend di difficoltà delle famiglie a pagare il canone, si attende un aumento potenziale fino a mille casi». Ulteriori dettagli saranno forniti nella prossima riunione del tavolo, prevista tra pochi giorni. In questa fase il presidente di Itea Condini preferisce non rilasciare dichiarazioni. Nei prossimi giorni, dopo il passaggio dell’ormai ex direttrice Miriana Detti da Itea al Dipartimento istruzione, potrebbe essere affiancato da Roberto Ceccato, finora dirigente generale proprio del Dipartimento istruzione.

Caro bollette
Sul fronte delle case popolari il problema non sono i canoni d’affitto, che sono più bassi rispetto ai prezzi del mercato privato, proprio perché gli alloggi sono destinati a famiglie con una situazione economica non facile. «Il problema sono le bollette, ingrossate per due ordini di ragione — considera la sindacalista — Da una parte c’è stato il caro energia, che non è stato assorbito da un contestuale aumento degli stipendi. Dall’altra parte c’è il tema Icef, che non viene aggiornato da tempo; e infine bisogna assolutamente fare un approfondimento sui contratti che vengono stipulati dagli amministratori condominiali privati nelle palazzine Itea». Sì, perché nelle palazzine con un certo numero di appartamenti acquistati da privati, subentra un soggetto diverso da Itea. «Gli amministratori condominiali — spiega Faggioni — acquistano l’energia con potere contrattuale diverso: magari sono gli stessi fornitori, ma devono pagare di più. Da anni diciamo che questo è un enorme problema perché si creano inquilini di serie A e inquilini di serie B». Inquilini che abitano in palazzine gestite da Itea e inquilini in palazzine gestite da amministratori condominiali. «Una discriminazione che non ha motivo di essere perché sono comunque inquilini di case popolari. Bisogna fare dunque un ragionamento per garantire in maniera eguale l’approvvigionamento dell’energia», dice la sindacalista.
La rateizzazione delle spese non sempre è sufficiente. «Una persona con una pensione minima non riuscirebbe in ogni caso a pagare un acconto di oltre 2mila euro», conclude. E come ha sottolineato anche Daniel Agostini del sindacato Usb c’è un tema morale, che emerge dalle biografie delle famiglie sotto sfratto: «Ci sono storie drammatiche. Penso ad una coppia anziana di pensionati che ha lavorato per tutta una vita, che ha sempre pagato le tasse e ora rischia lo sfratto» (il T di venerdì).